Lotti: "Riconoscere il diritto allo sport per gli stranieri a scuola"

ROMA - "Ci sono centinaia di minori nel nostro Paese che frequentano le nostre scuole, vengono curati nei nostri ospedali, nella maggior parte dei casi sono anche nati in italia, ma purtroppo non possono fare sport nelle nostre associazioni dilettantistiche perché un minore senza documenti non può essere tesserato per le nostre Federazioni, ma io penso che per un bambino fare sport rappresenti un diritto pari a quello della salute e dell'istruzione, da qui la decisione di introdurre nella prossima legge di Bilancio una norma con la quale promuoveremo una campagna di informazione finalizzata a sensibilizzare i cittadini e consentiremo ai minori cittadini di paesi terzi, a prescindere dalla condizione della residenza o del permesso di soggiorno, se iscritti da almeno un anno a una qualsiasi classe dell'ordinamento scolastico italiano, di essere tesserati presso società o associazioni affiliate alle federazioni sportive, senza alcun aggravio rispetto a quanto è previsto per i cittadini italiani" ha dichiarato il ministro dello Sport, Luca Lotti, rispondendo alle interrogazioni a risposta immediata in commissione Cultura alla Camera.

"Per evitare che questa norma potesse in qualche modo alimentare quelle odiose e tristemente note pratiche di turismo sportivo di minori, abbiamo scelto di riconoscere il diritto all'esercizio della pratica sportiva solo ai minori iscritti da almeno un anno a una qualsiasi classe dell'ordinamento scolastico italiano. Non ha niente a che fare con lo Ius soli, ma voglio considerarla e definirla come semplice norma di diritto allo sport. Faremo tutto il necessario per verificare la corretta distribuzione dei fondi del Coni alle altre federazioni, ma non è immaginabile, allo stato attuale, un modello che lo escluda dalla decisione sulla ripartizione dei fondi tra le varie federazioni. Piuttosto bisogna domandarsi se, trattandosi di finanziamenti pubblici, non sia da considerare un metodo di trasparenza e di decisioni che passi da un ente pubblico, o se questo non comporti una eccessiva limitazione dei poteri del Coni. Dopo 5 anni di commissariamento, grazie a questo governo, è stato possibile nominare il presidente dell'Istituto per il credito sportivo, individuato nella figura di Andrea Abodi, ma la causa del rallentamento nella nomina del Consiglio di amministrazione è dovuto al fatto che non si era trovata adeguata rappresentanza tra uomo e donna, ma la settimana scorsa abbiamo fatto un ulteriore passaggio tra tutte le amministrazioni coinvolte che ha permesso di sbloccare la situazione e già dalla prossima settimana, dopo 5 anni e grazie alla nostra attività, potremo avere la composizione totale del Consiglio di amministrazione".

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