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Calcio. Mancini: "Per lo scudetto Lazio e Juve se la giocheranno fino alla fine, ma anche l'Inter"

(Ansa)
"Lazio e Juve se la giocheranno fino alla fine, ma credo che anche l’Inter possa ancora avere delle possibilità, secondo me potrebbero esserci delle sorprese, poi è chiaro che la Juve rimane avvantaggiata perché ha una rosa molta ampia" ha dichiarato il ct della Nazionale Italiana di Calcio, Roberto Mancini, parlando del campionato di serie A che si avvia alla ripartenza a porte chiuse.

"Il pubblico è fondamentale in una partita di calcio, ti fa dare qualcosa di più quando sei stanco, si gioca anche per i tifosi. Penso che il gruppo sotto alcuni aspetti possa sicuramente migliorare, i ragazzi avranno maggiore esperienza. Per noi giocare quest’estate sarebbe stato un bene perché venivamo da una striscia importante e avevamo molta credibilità, ma credo si possa far bene anche l’anno prossimo. Finché non avremo le date precise ci sarà da aspettare, qualche problema lo avremo perché finiranno i campionati ma ci saranno le coppe e avremo giocatori che continueranno a giocare, alcuni arriveranno dalla preparazione pre-campionato" ha dichiarato ancora Roberto Mancini ospite a Deejay Football Club.

15 maggio 1910: Italia-Francia 6-2 all'Arena di Milano


di NICOLA ZUCCARO - Il 15 maggio 1910 a Milano, la Nazionale italiana di Calcio disputò la sua prima partita ufficiale. All'Arena Civica gli italiani, in completo bianco e raffigurante lo stemma della Casa Reale dei Savoia, si imposero per 6 a 2 sulla Francia. 

La tripletta di Lana e le restanti 3 reti, rispettivamente siglate da Fossati, Rizzi e Debernardi completarono un successo che avviò la Nazionale a poter essere, in 110 anni, un patrimonio sportivo e civile dell'Italia. A sottolinearlo nei messaggi celebrativi l'anniversario, Gabriele Gravina e Roberto Mancini. Entrambe, nei rispettivi ruoli di Presidente della Figc e di Commissario tecnico degli azzurri, nel rimarcare la funzione sociale della Nazionale quale punto di riferimento di un Paese in grado di rialzarsi nei suoi momenti difficili, auspicano il suo prossimo ritorno in campo.

La Nazionale italiana di calcio compie 110 anni. Gravina: "Celebriamo il passato guardando con fiducia al futuro"


Compie oggi 110 anni, ma non li dimostra. E’ la Nazionale italiana di calcio che, a distanza di oltre un secolo dal suo esordio, continua a far innamorare milioni di italiani, rappresentando il nostro Paese nel mondo, con la sua maglia azzurra che oggi è uno dei principali simboli di identità e italianità.

La storia degli Azzurri iniziò il 15 Maggio 1910: all’Arena Civica di Milano l’Italia si presentò in campo vestita di bianco in occasione del battesimo ufficiale, di fronte la Francia che aveva iniziato la sua storia 6 anni prima a Bruxelles contro il Belgio. L’esordio fu subito beneaugurante: 6-2 frutto della tripletta messa a segno da Lana e dei gol di Fossati, Rizzi e Debernardi. Proprio il primo successo sui francesi, festeggiato dai 4000 spettatori presenti sugli spalti dell’impianto milanese, è rievocato nella campagna della FIGC per celebrare l’anniversario della Nazionale attraverso lo slogan ‘Insieme da 110 anni. Oggi come allora’, con le immagini dei protagonisti di quella storica partita. Il visual realizzato da Carlo Angelini, illustra un momento della partita Italia – Francia e le icone dei 12 pionieri (11 calciatori più l’allenatore Umberto Meazza) della Nazionale. Il font, disegnato ad hoc per l’occasione, così come i particolari delle divise dei giocatori, sono frutto di una ricerca tra le fonti iconografiche dell’epoca e contribuiscono a evocare tutto il fascino di un’epoca lontana nel tempo, ma ancora viva nel nostro immaginario.
"La Nazionale di calcio – dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina – è patrimonio di tutti gli italiani; da 110 anni rappresenta un elemento di coesione sociale e un moltiplicatore di emozioni che non ha mai smesso di appassionare, nemmeno nei momenti più difficili della storia del nostro Paese. L’auspicio è rivedere presto in campo la Nazionale di Mancini, per continuare a scrivere nuove pagine di questo splendido racconto. Celebriamo il passato guardando con fiducia al futuro".
"La Nazionale – aggiunge il Ct della Nazionale Roberto Mancini - è il simbolo di un Paese che nei momenti di difficoltà ha sempre saputo rialzarsi, mostrando quella coesione e quello spirito collaborativo che rappresentano da sempre due qualità distintive di noi italiani. E’ un onore poter guidare una squadra che gode del sostegno di milioni di connazionali, che ringrazio per l’affetto e la passione con cui ci hanno seguito e a cui spero di poter regalare presto le soddisfazioni che meritano".
I festeggiamenti dei 110 anni si svolgeranno soprattutto attraverso una campagna digital sui social della Nazionale, per dare appuntamento poi non appena l’evoluzione epidemiologica lo consentirà all’Arena Civica di Milano, dove verrà affissa una targa in ricordo dell’esordio degli Azzurri. La proposta della FIGC è stata accolta con entusiasmo dal Comune, in particolare dall’assessore allo Sport Roberta Guaineri, che sta ultimando i lavori di ristrutturazione e di ammodernamento dell’intero complesso. L’Arena Civica è pronta a proiettarsi nel futuro anche celebrando la sua tradizione ultracentenaria, per sempre legata alla nascita della squadra più amata dagli italiani.
Da quell’esordio di 100 anni fa, la Nazionale di calcio ha accompagnato la vita del nostro Paese diventando parte dei ricordi di ciascuno, dei riti quotidiani, dei momenti più belli della socialità, identificando l’amore infinito di milioni di persone, di intere generazioni, figli, padri e madri, nonni e bisnonni.
La Nazionale ha guidato il Paese nell’uscita dagli anni di piombo con la vittoria del Mondiale 1982, ha rilanciato il movimento calcistico dopo gli scandali con il trionfo del 2006 a Berlino. Ci ha resi protagonisti tra gli Anni 60 e gli Anni 70 grazie alla vittoria nell’Europeo e al 4-3 di Italia - Germania, ha affiancato il boom economico del Dopoguerra, ha costituito un ponte con il resto del mondo nei favolosi Anni 30 coincisi con due Mondiali e la Medaglia d’oro Olimpica, ha saputo essere oggi – con Roberto Mancini e con i suoi giocatori – un elemento di novità, di spinta, di entusiasmo. La maglia azzurra, oggetto di rispetto e di considerazione nel mondo, è stata indossata da centinaia di campioni che hanno contribuito a renderla leggendaria: sono oltre 800 gli atleti che in questi 110 anni di vita hanno avuto il privilegio di indossare almeno una volta la divisa della Nazionale. Lottando, sudando, soffrendo, gioendo. Alle loro spalle, centinaia di milioni di italiani, nel corso dei decenni, hanno tifato e sostenuto la Nazionale. Dal Nord al Sud, dalle Alpi alla Sicilia, senza dimenticare i tanti emigranti in giro per il mondo che si sono riconosciuti e riscattati attraverso l’Azzurro. Nelle piazze e nelle case, trepidando e inneggiando, l’Azzurro è entrato in ogni angolo. Insieme agli Italiani, l’Italia del calcio ha camminato in un abbondante secolo di vita, per oltre 800 partite totali (824), partecipando a 18 Fasi Finali dei Mondiali e 10 (compresa la prossima) degli Europei, divenendo un riferimento culturale e sociale inestimabile. Il suo palmares è composto da 4 Coppe del mondo, 1 Campionato Europeo, 1 Medaglia d’Oro e 2 Medaglie di bronzo alle Olimpiadi, oltre a 2 Coppe Internazionali, un precursore dell’Europeo in scena tra gli anni ’20 e ’50.
L’Azzurro, simbolo della Nazionale italiana di calcio, in questi 110 anni è diventato anche il colore di tutte le Nazionali dello sport italiano.

7 maggio '20: il D-Day del calcio italiano


di NICOLA ZUCCARO - Giovedì 7 maggio 2020: il giorno più lungo del calcio italiano. Parafrasando e allungando il titolo di una celebre pellicola cinematografica che arricchì negli anni '60 il genere dei Film di Guerra, dalla Serie A alla Serie C, passando per la Serie B e la Serie D, si "rivivrà"- sulla trama degli sbarchi in videoconferenza - quel clima bellico che da qualche giorno contraddistingue sia i rapporti fra il potere politico e quello calcistico, sia i legami interni nelle Leghe dei tornei precedentemente menzionati. 

Si inizierà alle ore 14 con l'Assemblea delle 60 Società di Serie C che potrebbero scrivere la parola fine alla stagione sportiva 2019-20 per le difficoltà economiche e logistiche nel sostenere il protocollo medico-sanitario elaborato dalla Commissione Medica della Figc. Alle 15 si proseguirà con il confronto fra stessa Federcalcio ed il Comitato tecnico-scientifico (l'organo di supporto del Governo nazionale) per la revisione del protocollo sanitario che, a tutt'oggi, è bisognoso di quelle integrazioni atte a garantire la ripartenza della Serie A e probabilmente anche della Serie B. Le timide quanto tiepide aperture evidenziate nelle ultime ore dal Ministro dello Sport Spadafora, ed in parte dal Premier Giuseppe Conte, fanno sperare in una fumata bianca per la ripresa del massimo campionato. Una buona novella che, vista la palese influenza della Germania sulla vita politico-economica dell'Italia, potrebbe arrivare all'indomani dell'ok di Angela Merkel sulla ripartenza della Bundensliga. Se da un lato, il condizionale è obbligatorio per i giravolta manifestati nei giorni scorsi dallo stesso Spadafora, dall'altro si auspica che questa data non precedi un'altra e, corrispondente, ad un giorno ancor più lungo per l'immediato futuro del calcio italiano.

Calcio. Mancini: "E’ un grande onore allenare la Nazionale perché rappresenti il tuo Paese"

(Ansa)
"E’ un grande onore allenare la Nazionale perché rappresenti il tuo Paese, il più bello del mondo nonostante tutto, e rappresenti una Nazionale che ha vinto 4 campionati del mondo. Nella vita non capita spesso e quando capita bisogna apprezzarlo al 100% e cercare di fare il massimo per poter vincere" ha dichiarato l'allenatore della Nazionale Italiana di Calcio, Roberto Mancini.

"Ci sentiamo con lo staff per preparare la nuova stagione che speriamo riparta a settembre. Abbiamo creato delle chat anche per salutare i ragazzi della Nazionale, quando riprenderà sarà un caos. Ho visto giocare Zaniolo appena diventato ct, l’avevo visto agli Europei under 19, era sotto età. In quella squadra avevo visto Tonali, Scamacca, Kean, seguiamo anche il campionato primavera, quindi impegnatevi che se siete bravi vi chiamiamo anche senza aver giocato in serie A. Quando un ragazzo è giovane e si intravedono le qualità tecniche, ha bisogno di fiducia e deve avere la possibilità di giocare in prima squadra. Anche con il rischio che nelle prime occasioni non vada bene. Se uno è bravo e ha qualità deve giocare. Credo di essere l’allenatore, spero di non essere smentito, ad aver fatto giocare più giovani in tutte le mie esperienze di club. Tra Inter, Fiorentina, Lazio, ManCity, Galatasary, Zenit. Quando vedo un calciatore pronto per la prima squadra lo faccio entrare e se ha qualità anche giocare, non pensando alla possibilità che possa farmi perdere una gara. Quando Burgnich mi fece debuttare a 16 anni e mezzo, davanti a me c’erano 4-5 attaccanti molto più bravi ed esperti, non so perché lo fece, ma mi diede la possibilità; le prime 2-3 gare entrai dalla panchina, ero emozionato, non riuscivo a giocare come volevo. Dalla quarta, feci anche gol a Como finì 2-2 e quel gol mi ha dato una spinta enorme e poi giocai quasi tutte le gare. Non ho avuto molti allenatori, con qualcuno magari non sono neppure andato d’accordo tanto, ma sono stati tutti allenatori che mi hanno lasciato qualcosa. Ricordate, davanti alle decisioni e alle scelte di un allenatore cercate ogni tanto di ragionare pensando alla squadra e non solo a voi stessi. Ho votato la Premier League come il campionato più bello, è meraviglioso sotto tutti i punti di vista. In Italia, invece, uno dei problemi è che la sconfitta non è contemplata" ha dichiarato ancora Roberto Mancini, rispondendo alle domande durante la Bfc Academy Webinar, una serie di incontri tra i ragazzi del settore giovanile del Bologna Fc. 

Calcio. Mancini: "Penso che questa situazione debba finire, altrimenti si impazzisce"

(Ansa)
"Come passo la quarantena? Al mattino mi alleno, di pomeriggio se c’è il sole sto in terrazza. Mi sono rotto sinceramente di questa situazione, non ce la faccio più: penso che debba finire, altrimenti si impazzisce, ora è diventato veramente pesante, insopportabile" ha dichiarato il commissario tecnico della nazionale italiana, Roberto Mancini.

"È stata la Pasqua più bella degli ultimi venti anni e sicuramente anche il primo maggio sarà una splendida giornata . Mi mancano i miei genitori, da due mesi non li vedo e mi preoccupo vista l’età di papà e mamma. Questa situazione deve finire, le cose stanno migliorando molto: speriamo che l’estate mandi via questo virus, purtroppo ci lasciamo indietro cose drammatiche" ha dichiarato ancora Roberto Mancini in una diretta sulla pagina Instagram della Gazzetta. 

Calcio. Mancini: "Riprendiamo a giocare: il calcio aiuterà il Paese"

(Ansa)
"Spero che si possa tornare presto a vivere e che questo momento drammatico diventi solo un ricordo, seppure storicamente brutto. Per vivere intendo la libertà di agire, di pensare, di avere rapporti sociali e, anche, di fare attività sportiva. Corro in casa, ma sogno che sia giunto il momento di allentare la pressione" ha dichiarato il ct della Nazionale, Roberto Mancini.

"Il Coronavirus è una tragedia inumana, inaspettata, terribile. E’ stato e sarà ancora un anno terribile, ma credo che nel 2020 ci siamo fatti trovare tutti impreparati, in Italia e nel mondo. Bisogna trovare una soluzione. Il lockdown? Non posso e non intendo entrare nel merito delle decisioni del Governo. Io dico che dopo così tanto tempo la vita deve riprendere per tutti, magari in modo diverso. Oltre alle chiusure di tutte le attività, dei fallimenti delle aziende dovremo confrontarci con la depressione. La gente è stanca. Secondo me lo sport di contatto non è pericoloso. I casi li contiamo facilmente, soprattutto ad alto livello. Per questo spero che riaprano il nostro mondo: lo sport ha un valore sociale, di aggregazione. Se riparte, darà una mano al Paese sotto il profilo psicologico. Le emozioni positive aiutano. Il calcio è tra le industrie più importanti dei Paese: se coliamo a picco noi, poi sarà più difficile per tutti. Io penso che l’attività possa riprendere: i campi di calcio sono lunghi cento metri, ci sono gli spazi giusti, molti club hanno anche molteplici terreni e spogliatoi diversificati. Riprendiamo a giocare a calcio e vedrete che il calcio aiuterà il Paese. Una volta stabilito che i cinquecento giocatori impegnati in serie A sono immuni o guariti, non ci saranno più rischi e pericoli" ha dichiarato ancora Roberto Mancini in un'intervista al 'Corriere dello Sport'.

Serie A: il protocollo sanitario della Figc per la ripresa degli allenamenti

di FRANCESCO LOIACONO - La Federcalcio d’accordo con la commissione medica ha stabilito un protocollo sanitario che sarà inviato nei prossimi giorni al Governo. Questo documento contiene le norme che le squadre di calcio dovranno seguire quando si potranno riprendere gli allenamenti. Tutti i club andranno in ritiro. Prima di iniziare gli allenamenti dovranno essere sanificate le strutture che saranno utilizzate da squadre, tecnici e dipendenti delle società. Dovranno essere usati le mascherine e i guanti.

I calciatori e i tecnici dovranno effettuare visite mediche e tamponi prima degli allenamenti, che saranno poi ripetuti per un periodo di tempo che sarà stabilito dalla Federazione Medici Sportivi. I calciatori che qualche settimana fa sono risultati positivi al Covid 19 dovranno effettuare esami medici su cuore e polmoni. Nel ritiro non dovranno esserci contatti con persone che provengono da fuori. Le docce si potranno fare da soli in camera.

Gli allenamenti saranno fatti solo con piccoli gruppi di calciatori che dovranno essere distanziati tra loro di due metri. Anche durante colazione, pranzo e cena la distanza tra gli atleti dovrà essere rispettata. Tutti prima di mangiare dovranno lavarsi le mani con saponi e gel disinfettanti.

Se qualche calciatore o allenatore risulterà positivo al Covid 19 durante gli allenamenti, sarà posto in quarantena per due settimane e non potrà per questo periodo allenarsi con i suoi compagni di squadra. Il governo, dopo avere esaminato questo protocollo sanitario, dovrà indicare nelle prossime settimane la data della ripresa degli allenamenti.

19 aprile 1980, prima rete di Scirea in azzurro

(calcio.com)
di NICOLA ZUCCARO - Torino, sabato 19 aprile 1980. E' un caldo pomeriggio primaverile e, allo Stadio Comunale, la Nazionale italiana affronta la Polonia in una gara amichevole. 

Nel test di preparazione all'imminente Europeo per Nazioni, forse per l'elevata temperatura, gli azzurri scesi in campo denotarono sin dal primo tempo, poca lucidità. A fare la differenza nell'undici-titolare fu Gaetano Scirea. Il libero della Juventus, al 24', sugli sviluppi di una triangolazione con Gentile e Bettega, scaglia una conclusione dalla distanza che riporta l'Italia in vantaggio dopo il momentaneo 1-1 siglato dal polacco Sybis. Per Scirea fu la prima rete in azzurro. Essa non servì a regalare il successo agli italiani per il successivo rigore realizzato da Jzmach per il definitivo 2-2. Otto mesi dopo, il 6 dicembre 1980, Scirea realizzò la sua seconda rete con la Nazionale. Questa volta, in quel di Atene, la gioia per il gol del 2-0 sulla Grecia fu doppia, perché consentì all'Italia di fare un passo in avanti nel cammino delle qualificazioni al Mondiale di Spagna del 1982. 

La Figc sospende i campionati giovanili 2019-20

di NICOLA ZUCCARO.  All'indomani della decisione presa sulla ripartenza scaglionata della Serie A, B e C, la Figc ha definitivamente sospeso i campionati giovanili 2019-2020. 

Sono 15 le competizioni a carattere nazionale e interregionale che si è deciso di fermare, in seguito al Dpcm del 10 aprile per tutelare la salute dei giovani tesserati. "Una scelta dolorosa ma responsabile per le criticità legate ai termini previsti per la conclusione della stagione sportiva, fissata al 30 giugno". E' quanto spiegato da Vito Tisci che, in qualità di Presidente del Settore giovanile scolastico, ringrazia il n.1 della Figc Gabriele Gravina per la comprensione mostrata su questa scelta. Nel lungo elenco dei campionati sospesi - consultabile su www.figc.it - non rientrano i Campionati Primavera 1 e Primavera che ripartiranno a data da destinarsi.

Serie A, B e C verso la ripartenza scaglionata


di NICOLA ZUCCARO - Prima la Serie A, poi la Serie B e dopo la Serie C se quest'ultima sarà in grado di poter affrontare la ripartenza del rispettivo campionato. 

E' l'idea scaturita dal confronto, svoltosi mercoledì 15 aprile 2020, fra la Figc e la commissione medico-scientifica insediata per trovare una soluzione che consenta la regolare conclusione dei rispettivi tornei. Ma, prima di tornare in campo, si dovranno svolgere tutti i controlli medici principali, tamponi compresi, per mettere in sicurezza i calciatori e gli addetti ai lavori delle prime tre categorie nazionali. Un piano di lavoro che conferma la volontà del calcio italiano di evitare corsie preferenziali. E' quanto ribadito al termine dell'incontro avuto con l'organismo sanitario incaricato dalla Figc di stilare i protocolli di ripartenza dell'intero settore, dall'attuale presidente Gabriele Gravina.   

Malagò: "Una cosa è allenarsi, un’altra cosa è giocare una partita"

(Ansa)
"Una cosa è allenarsi, un’altra cosa è giocare una partita. Io sono felice se il 4 maggio potranno riprendere gli allenamenti delle squadre di calcio perché vorrà dire che anche gli atleti di vertice degli sport individuali potranno tornare ad allenarsi. Muoversi in Italia o all’estero per fare una competizione, con tutto ciò che implica, tutto lo staff a seguito delle squadre, implica però aspetti differenti" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò in merito alla discussa ripartenza del campionato di calcio. 

"La Figc, in piena legittimità, ritiene che i tornei si debbano completare. Non mi sono mai permesso di dire che questa scelta sia giusta e sbagliata: spetta alla federazione. Ho semplicemente detto che soltanto il calcio, per aspetti economici, sociali e sportivi, ritiene che la stagione si debba completare, con tutto ciò che questo comporta, oneri e onori. Ho sentito il numero uno della Figc Gabriele Gravina anche stamattina. Ci sentiamo tutti i giorni, anche per gli auguri di Pasqua. Voi parlate della ripartenza del calcio, ma di quale calcio? Non c'è solo la Serie A. Mi risulta che a breve la Figc si riunisca per stabilire le regole di ingaggio, le norme sanitarie da rispettare. E’ chiaro che ciò che potranno fare le grandi società della Serie A non sarà possibile per alcuni club di Serie B o Lega Pro, ma é altrettanto chiaro che la salute di tutti i calciatori andrà sempre messa sullo stesso piano. Questo é un tema che la Figc dovrà affrontare: vediamo cosa deciderà, magari permetterà di ripartire a chi potrà rispettare i dettami medici e sanitari" ha dichiarato lo stesso Malagò a Radio Kiss Kiss Napoli.

Calcio. Carraro: "Necessario darsi un ampio respiro e terminare la stagione calcistica entro il 20 ottobre"

(Ansa)
"Sono convinto che il calcio sia socialmente ed economicamente importante. Capisco l’affanno con cui si ha fretta di chiudere la stagione, le esigenze di Federcalcio e di Uefa, di Gravina e di Ceferin. È giusto che si faccia l’impossibile per far ripartire il pallone e le sue competizioni, ma il calcio non può costruirsi e isolarsi sotto una maxi campana di vetro. Ci vuole logica e sensibilità. Se Ursula von der Leyen, presidente della commissione Ue, invita i tedeschi a non prenotare la vacanze estive, significa che non c’è Paese che non si faccia condizionare dal virus. E la Germania è tra le nazioni che hanno ripreso a lavorare" ha dichiarato l’ex presidente della Figc e del Coni, Franco Carraro, riguardo la possibilità che il calcio riparta dopo il lockdown dovuto all’emergenza sanitaria legata dalla pandemia di Covid-19. 

"Meglio aspettare? Il contesto è complesso. Lo sport è per definizione promiscuo, quella che era la sua forza ora è diventata la sua debolezza. Nessuno può dichiarare che Atalanta-Valencia a porte aperte abbia avuto conseguenze nefaste sul contagio o sia stata una bomba biologica, ma nessuno può nemmeno dichiarare il contrario. È bellissimo che il calcio ricominci, ha il dovere di provare tutte le strade, ma le raccomandazioni scientifiche della federazione dei medici sportivi per la riapertura delle attività e del campionato, che prevedono controlli e negatività di tutti, sono sostenibili solo da una decina di squadre, in più mi sembrerebbe molto incauto staccare la Serie A dalla B e snaturare così lo spettacolo. Meglio prendere tempo anche perché l’umanità con il virus dovrà conviverci. A Roma è morto un ginecologo perché non aveva avuto la possibilità di fare un tampone. Credo debba esistere una sensibilità pubblica. C’è una priorità dei bisogni, il calcio non può passarci sopra e chiedere privilegi e forzature che non sono concessi agli altri cittadini. Lo dico da uomo che è nato e cresciuto nel mondo del calcio. Se tutti quelli che ne hanno bisogno avranno accesso allo screening allora la ripartenza sarà giustificata. Chiaro che la stagione deve finire, ma non affannarsi a farsi guidare dalla voglia del pallone di rotolare subito in porta. Nel mondo si stanno cercando altri mezzi che diano risposte rapide su chi è infetto e infettante e più passa il tempo e più la medicina avrà nuove armi e nuovi farmaci rispetto a un mese fa. La mia proposta è questa: darsi un ampio respiro e terminare la stagione calcistica entro il 20 ottobre, a seguire le competizioni internazionali. Iniziare il prossimo campionato nel dicembre 2020, giocare anche d’estate, chiedere al presidente Ceferin, che è stato molto bravo e tempestivo nello spostare il campionato europeo all’anno prossimo, di posticiparlo a novembre, stesse date del Mondiale. Approfittare del fatto che il Mondiale in Qatar nel 2022 sarà d’inverno. Ormai le nostre città non si svuotano a luglio e ad agosto, il mio parere personale è che assistere a partite serali d’estate è piacevole, sarebbe una rivoluzione più radicale, ma anche la soluzione meno complicata e rischiosa. E ci sarebbe anche spazio per la Nazionale, che è nei cuori di tutti" ha dichiarato ancora Franco Carraro in un'intervista al giornale 'La Repubblica'.

Il Calcio "storico" sarà un ritorno al futuro?

(Ansa)
di NICOLA ZUCCARO. In questo periodo di sosta per il Calcio giocato, e in attesa di una discutibile ripresa di tutti i campionati italiani, Mamma Rai, come una Madre pronta a ristorare i suoi figli per il pallone che manca, ha dispensato fra trasmissioni storiche che ritraggono i profili di calciatori e allenatori, assieme a gare leggendarie che hanno scritto pagine epiche del calcio italiano, i suoi utenti. 

Dalle leggendarie sfide del 1970 e del 1982, che videro l'Italia affrontare la Germania e il Brasile, passando per Milan-Ajax (Finale di Coppa dei Campioni del 1969), a supplire all'assenza di Coppe, Campionati e partite della Nazionale, è il Calcio Storico. Un calcio di altri tempi, fatto di cross conclusi con colpi di testa e potenti conclusioni a breve o lunga distanza e prodotte da quelli che un tempo venivano definiti, i centravanti di sfondamento. Una trama di gioco sconosciuta all'attuale giuoco del calcio, quanto a finalizzazione e fase realizzativa. Un passato che, rimpianto da chi coi capelli grigi o bianchi, giustifica, per la sua nostalgia, un presente contrassegnato da esasperati tatticismi e da insistenti verticalizzazioni. Un passato che, in primo luogo, dovrebbe essere un modello di riferimento per l'intera Serie A e, a seguire, per tutti gli altri tornei che completano la gerarchia del calcio italiano. In tempo di forzata clausura (dovute alle restrizioni imposte dal Governo per il diffondersi del Coronavirus), si suggerisce, oltre che agli allenatori, anche e soprattutto ai calciatori impegnati in solitarie sedute di allenamento, di dedicare qualche ora in più della permanenza fra le propria mura domestiche, alla visione delle partite d'epoca. E ciò, al fine di apprendere tutti quei dettagli (specialmente quelli relativi al fraseggio offensivo) da poter applicare al ritorno all'attività. Se così non sarà, il Calcio storico resterà quel patrimonio di una nostalgica memoria, appartenente all'intero movimento sportivo italiano.    

Calcio. Gravina: "Necessario chiudere le competizioni della stagione 2019-2020 in questo anno"

(Ansa)
"Stagione da concludere anche andando a slittare nella prossima a settembre-ottobre? E’ una modalità per evitare di compromettere non solo la stagione 2019-2020 ma anche la prossima 2020-2021" ha dichiarato il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina.

"L’unico modo serio di gestire un’emergenza di questo tipo è quello che noi dobbiamo comunque chiudere le competizioni della stagione 2019-2020 in questo anno. Stiamo lavorando su tutta una serie di ipotesi per gestire al meglio questa situazione. Una data ipotizzata è quella del 17 maggio, ma sappiamo – e lo sottolineo ancora una volta – essere un’ipotesi. Far slittare la conclusione del campionato in corso anche incidendo nella prossima, a settembre o ottobre è una modalità per evitare non solo di compromettere la stagione 2019-2020, ma c’è il rischio che si comprometta anche quella 2020-2021 perchè la valanga di ricorsi alla quale saremmo sottoposti da tutti i soggetti che si potrebbero ritenere lesi nei loro diritti e interessi, farebbe correre davvero il rischio di trascorrere un campionato solo nelle aule dei tribunali. La Federcalcio non può prendere delle decisioni autonome rispetto ad una sospensione o annullamento delle competizioni. Confido molto nelle autorità scientifiche e di governo del nostro Paese e quindi dobbiamo rimetterci alle loro decisioni. Prendere autonomamente delle scelte negative di sospensione o di annullamento delle competizioni sportive, disporrebbe il nostro mondo a responsabilità da un lato sportive come il presidente Ceferin ha annunciato proprio in occasione della decisione che ha adottato il Belgio; ma poi ci sono anche responsabilità contrattuali, verso le quali noi non avremmo alcuna possibilità di difesa con una decisione negativa in questo momento" ha dichiarato ancora Gabriele Gravina durante un’intervista per la Domenica sportiva al vicedirettore di Raisport, Enrico Varriale. 

Calcio. Albertini: "Con il coronavirus il calcio ha preso coscienza dello stato dell’arte"

(Ansa)
"Con il coronavirus il calcio ha preso coscienza dello stato dell’arte. Ora la cosa più importante è organizzare la ripartenza. Pianificare. Anche club come Barcellona e Real Madrid pagheranno il prezzo della crisi, ma ha ragione anche l’Aic: i calciatori faranno sforzi, in Italia però ci sono situazioni diverse da valutare" ha dichiarato Demetrio Albertini, presidente del settore tecnico della Figc.

"Il taglio stipendi della Juve è una via valida: è quella da seguire, ma non c’è una legge quadro e si spera che ognuno si attenga alle decisioni della Lega. Il calcio non è un mondo a parte, non c’è bisogno di supereroi, ma di entrare nel mondo degli altri. Il virus porta all’uguaglianza. Nulla sarà come prima. Questo è un momento triste che resterà nella storia. Il messaggio che do ai miei figli è che devono fare qualcosa di eccezionale, come hanno fatto i nostri nonni nella seconda guerra mondiale. Secondo me al Milan c’è grande confusione. Da una parte c’è un amico e dall’altra una persona, Gazidis, che ho incontrato poche volte. Credo che il Milan abbia perso un elemento valido come Boban, ma è come in uno spogliatoio: se ci sono tanti fuoriclasse, tante teste che non vanno d’accordo, è inutile cercare la colpa. Non è che qualcuno abbia sbagliato, alla fine è sbagliata la stagione e chi ci rimette è il Milan. Adesso serve un progetto sportivo chiaro, ripartire ogni anno da zero non serve. Se il Milan è soltanto un progetto economico, che lo dicano. Lo sport è emozione, il Milan sembrava una pozza d’acqua e Zlatan è stato il sasso gettato nello stagno. Ha creato emozioni. E ha dimostrato che può ancora giocare in Serie A, magari non tutte le partite, ma questo conta poco" ha dichiarato lo stesso Albertini n un'intervista alla Gazzetta dello Sport.

Calcio. Gravina: "Mettiamo a disposizione del Paese l’intero centro tecnico di Coverciano"

(Ansa)
"Due settimane fa avevamo messo a disposizione una palazzina per i vigili del fuoco. Oggi mettiamo a disposizione del Paese il nostro gioiello di famiglia, l’intero centro tecnico di Coverciano: la foresteria per i medici, infermieri e tutti coloro che hanno bisogno di essere assistiti, ma anche il grande auditorium, la grande palestra dove possono essere ricavati dai venti ai trenta posti per la rianimazione" ha dichiarato il presidente della Figc, Gabriele Gravina, in collegamento con Sky Sport 24. 

"Siamo pronti a metterci completamente a disposizione del Paese per vincere questa sfida. Ci siamo già attivati per chiedere a Uefa e Fifa la possibilità di sforare la deadline del 30 giugno. L’ipotesi è arrivare fino al 30 luglio con ripartenza del campionato nel mese di maggio. Noi vogliamo dare priorità assoluta al valore della competizione sportiva, vorremmo arrivare a definire gli organici sul campo, ma certo dobbiamo rispettare le ordinanze, le indicazioni che arrivano dalle massime autorità politiche e scientifiche, perché non possiamo pensare di prevaricare le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. Se non si potrà giocare, faremo una serie di riflessioni per salvare comunque il valore della competizione sportiva finora raggiunta sul campo. Ma non abbiamo ancora dato grande attenzione a questa ipotesi perché, pure in un momento di grande difficoltà, permettetemi di essere ottimista. Se verrà assegnato lo scudetto se non si riprenderà a giocare? Nel caso ne parleremo in Consiglio federale. Parliamo da tempo della possibilità di passare a 18 squadre in Serie A, con un organico ridotto, e ora si parla delle 22 squadre: mi sembra ipotesi poco percorribile, la Serie A apparirebbe schizofrenico. Il prossimo campionato comincerà in ritardo e dovrà concludersi entro il mese di maggio perché poi ci sarà l’Europeo a giugno. Dunque l’ipotesi di passare da 20 a 22 squadre, quando invece ci sarebbe l’esigenza di disputare meno partite, mi sembra poco percorribile".

Gli Azzurri e le Azzurre ringraziano il personale ospedaliero: "Facciamo il tifo per voi"


MILANO - Si conclude la campagna di comunicazione #leregoledelgioco, promossa dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio che attraverso gli Azzurri e le Azzurre vuole contribuire a sensibilizzare i cittadini sulle regole da seguire per contenere la diffusione del Covid-19. Nell’ultimo video pubblicato sui social della FIGC, la chiusura è affidata ai capitani della Nazionale maschile e femminile Giorgio Chiellini e Sara Gama: "Facciamo il tifo per voi, a nome degli Azzurri e delle Azzurre un ringraziamento speciale ai dottori, agli infermieri ed a tutto il personale ospedaliero. Un abbraccio grande e grazie per tutto quello che state facendo". Il messaggio è stato pubblicato anche sulle tre testate sportive La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport e Tuttosport.

In questa settimana, i ct Roberto Mancini e Milena Bertolini e tanti calciatori e calciatrici delle Nazionali hanno voluto sostenere i comportamenti positivi indicati dalle istituzioni attraverso una social activation con la quale sono state spiegate 11 regole del gioco. Ciascun protagonista della campagna ha realizzato una storia e un breve video in cui ha spiegato la propria regola invitando il pubblico a condividere il messaggio e ad interagire con l’hashtag ufficiale della campagna.

I contenuti pubblicati sui profili social della Nazionale Maschile e della Nazionale Femminile - Facebook, Twitter e Instagram - hanno ottenuto complessivamente circa 4milioni e 500mila impression con oltre 220mila interazioni.

"La campagna ha riscosso un grande successo" dichiara il presidente della FIGC Gabriele Gravina "soprattutto per l’adesione da parte delle Azzurre e degli Azzurri che hanno dimostrato disponibilità e grande senso di responsabilità. Desidero per questo ringraziarli tutti, insieme ai loro Club, che molto stanno facendo nel campo della solidarietà in un momento così difficile. L’impegno della FIGC non si ferma qui: nei prossimi giorni lanceremo altre iniziative a sostegno di tutti coloro che stanno fronteggiando l’emergenza in prima linea".

Hanno aderito alla campagna della FIGC oltre ai due Commissari Tecnici, i calciatori e le calciatrici Federico Bernardeschi, Leonardo Bonucci, Federico Chiesa, Andrea Cistana, Gianluigi Donnarumma, Cristiana Girelli, Manuela Giugliano, Pierluigi Gollini, Alia Guagni, Ciro Immobile, Lorenzo Insigne, Jorginho, Nicolò Zaniolo, oltre appunto ai Capitani Giorgio Chiellini e Sara Gama.

La campagna, inoltre, ha avuto l’obiettivo di sostenere le strutture sanitarie in prima linea in questa emergenza invitando tutti gli italiani a devolvere; al riguardo, la FIGC ha deciso di donare un contributo di 100.000 euro all'Istituto Nazionale per le malattie infettive "Lazzaro Spallanzani" di Roma.

La FIGC ha inoltre aderito alla campagna promossa dal Ministero dello Sport #distantimauniti: in questi giorni hanno pubblicato contenuti dedicati alla campagna Leonardo Bonucci, Sara Gama e Ciro Immobile.

Calcio: gli Azzurri e le Azzurre in campo per ribadire #leregoledelgioco contro il Covid-19


Prende il via, in questi giorni, la campagna di comunicazione #leregoledelgioco, promossa dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio che attraverso gli Azzurri e le Azzurre vuole contribuire a sensibilizzare i cittadini sulle regole da seguire per contenere la diffusione del Covid-19.
In un momento particolarmente difficile per il Paese, i calciatori e le calciatrici delle Nazionali vogliono sostenere i comportamenti positivi indicati dalle istituzioni.

La campagna #leregoledelgioco, promossa sulle testate sportive, si svilupperà sui canali ufficiali della FIGC e delle Nazionali italiane maschile e femminile: una social activation in cui molti protagonisti Azzurri scenderanno in campo per affrontare una partita diversa dalle altre, attraverso 11 regole del gioco. Ciascun protagonista della campagna realizzerà una storia e un breve video in cui racconterà la propria regola e inviterà il pubblico a condividere il messaggio e ad interagire con l’hashtag ufficiale della campagna.

Si parte con l’intervento del CT Roberto Mancini: "REGOLA #1. IL NUOVO SCHEMA DELLA NAZIONALE E' 1-1-1: per combattere la diffusione del Coronavirus manteniamo almeno un metro di distanza l’uno dall’altro".

Hanno aderito alla campagna della FIGC i Commissari Tecnici Milena Bertolini e Roberto Mancini e saranno coinvolti tanti calciatori e calciatrici: i primi a scendere in campo saranno Leonardo Bonucci, Federico Chiesa, Gianluigi Donnarumma, Alia Guagni, Manuela Giugliano, Cristiana Girelli, Ciro Immobile, Jorginho, Nicolò Zaniolo. Seguiranno nei prossimi giorni altri Azzurri e Azzurre che stanno aderendo al progetto. Ai Capitani Giorgio Chiellini e Sara Gama sarà affidata poi la conclusione della campagna.

La campagna, inoltre, ha l’obiettivo di sostenere le strutture sanitarie in prima linea in questa emergenza invitando tutti gli italiani a devolvere; al riguardo, la FIGC ha deciso di donare un contributo di 100.000 euro all'Istituto Nazionale per le malattie infettive "Lazzaro Spallanzani" di Roma.

"Grazie al coinvolgimento delle Azzurre e degli Azzurri" dichiara il Presidente federale Gabriele Gravina "la FIGC intende dare il proprio contributo nel promuovere comportamenti responsabili, sostenere moralmente il personale sanitario che sta fronteggiando questa emergenza, con grande professionalità e disponibilità, e supportare economicamente le strutture ospedaliere. Il calcio può fare molto anche quando non scende in campo, con #leregoledelgioco invitiamo tutti gli italiani a giocare e a vincere insieme la partita contro il Coronavirus".

Le 11 regole del gioco degli Azzurri e delle Azzurre

REGOLA #1. IL NUOVO SCHEMA DELLA NAZIONALE E' 1-1-1: per combattere la diffusione del Coronavirus manteniamo almeno un metro di distanza l’uno dall’altro.

REGOLA #2. GIOCA SOLAMENTE IN CASA: Prova a utilizzare questo tempo per scoprire il piacere di stare in casa.

REGOLA #3. TRATTA LE TUE MANI CON I GUANTI: Per combattere la diffusione del Coronavirus ricorda di lavare bene le mani con regolarità.

REGOLA #4. DIFENDI ANCHE L’ALTRA PORTA: Anziani, famiglie, vicini. In questo periodo aiutiamoci a vicenda.

REGOLA #5. EVITA LE MISCHIE IN AREA: Per limitare la diffusione del Coronavirus dobbiamo evitare assembramenti soprattutto in luoghi chiusi.

REGOLA #6. MIGLIORA NEL FRASEGGIO: Per limitare la diffusione del Coronavirus dobbiamo convincere tutti ad essere più responsabili.

REGOLA #7. NON FARTI PRENDERE IN CONTROPIEDE: Sul Coronavirus circolano tante fake news. Verifica sempre la provenienza delle notizie.

REGOLA #8. LIMITA LE FUGHE SULLA FASCIA: Per limitare la diffusione del Coronavirus dobbiamo limitare gli spostamenti.

REGOLA #9. SFRUTTA TUTTI GLI SPAZI: Anche se restiamo in casa dobbiamo sempre cercare di fare attività motoria.

REGOLA #10. PUNTA TUTTO SULLA FANTASIA: Per trascorrere al meglio questo periodo di quarantena, non dobbiamo mai perdere il buonumore.

REGOLA #11. FAI DI TUTTO PER FAR VINCERE LA SQUADRA: Per limitare la diffusione del Coronavirus dobbiamo tenere duro e tifare l’uno per l’altro.

Calcio. Mancini: "Sono preoccupato per questa situazione: spero che tutti si risolva al più presto"

(Ansa)
"Sono un po' preoccupato per i miei genitori, che sono anziani. Ma per fortuna stanno bene" ha dichiarato il ct della Nazionale Italiana, Roberto Mancini, sull'emergenza coronavirus "Mi dispiace molto per questa situazione e spero tutto si risolva al più presto, che venga trovato il vaccino e il virus possa sparire entro un paio di settimane. Io mi adeguo a ciò che decidono, dato che ci sono persone più competenti di me. Spero si torni presto alla normalità".

"Vincere l'Europeo" sottolinea Mancini "sarebbe un momento di felicità per gli italiani dopo quello che sta accadendo, per questo cercheremo il successo. Io sono molto felice della squadra, perché vuole giocare bene e vuole giocare per vincere, anche rischiando qualche contropiede".