Piero Ladisa. Il gran premio del Brasile (corso la scorsa domenica) è stato il giusto epilogo di una stagione di F1 (record di gare disputate, ben 20) con tanti protagonisti, ma con un solo vincitore: Sebastian Vettel. Il tedesco ha trionfato per il terzo anno consecutivo (come lui solo Schumacher e Fangio) alla guida della Red Bull, dimostrando grande talento e riuscendo a mantenere nervi saldi nei momenti più difficili. La stagione 2012 è stata ricca di emozioni già dalle prime gare. Basti pensare che nei primi 7 GP hanno trionfato sette piloti diversi, tutto ciò dovuto all’imprevedibilità delle gomme Pirelli e alle squadre medio-piccole che nei vari week-end di gara sono riuscite a trovare setup ideali per lottare con i top-team,togliendo loro punti in chiave iridata. Nella prima parte di stagione il pilota che ha tratto i maggiori benefici da queste situazioni è stato il ferrarista Fernando Alonso, grazie all’affidabilità della “F2012” e al suo enorme talento portando il suo massimo vantaggio nei confronti del suo inseguitore ( 40 punti su Webber) nel GP Ungheria. All’inizio della seconda parte di stagione c’e’ stato il ritorno alla vittoria da parte dei piloti McLaren (Hamilton nei GP Ungheria - Italia e Button nel GP Belgio) che hanno centrato tre vittorie in altrettante gare. Successivamente è iniziata la rimonta di Vettel (grazie all’aggiornamento costante della “RB8” grazie al genio di Adrian Newey) che ha trionfato in quattro gare consecutive (Singapore, Giappone, Corea e India) riuscendo a trovare la testa del mondiale nel GP della Corea non perdendola più. Il pilota della Ferrari Alonso ha potuto solo contare,nella seconda parte di stagione, sul suo enorme talento visto che la sua monoposto non è stata all’altezza della concorrenza ed anche perché la fortuna non è stata dalla sua parte (visti i ritiri alla prima curva nei GP Belgio e Giappone) dopo gli speronamenti ad opera delle Lotus di Grosjean e Raikkonen. Dopo le vittorie di Raikkonen (nel GP di Abu Dhabi) e di Hamilton (nel GP degli Stati Uniti) si è giunti all’ultimo GP , in Brasile, con Vettel che poteva contare su 13 punti di vantaggio nei confronti di Alonso. Il week-end brasiliano (con la caduta della pioggia e la presenza in gara della safety car) è stato ricco di emozioni e di brividi, laureando Vettel campione del mondo (arrivato sesto al traguardo) per soli 3 punti di vantaggio (281 a 278) nei confronti dell’asturiano (arrivato secondo e autore come sempre di una prestazione maiuscola) della Ferrari.
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