di Luca Losito. Dopo la stucchevole querelle tra Prefettura, Tar, Cellino e chi più ne, più ne metta, non potevamo non ripartire proprio dal discusso impianto sardo. La "Is Arenas" alla fine ha vissuto il suo primo vero e proprio big-match della stagione, con la Juve i sardi furono costretti ad 'emigrare' a Parma e col Napoli non si registrò il tutto esaurito, superandolo a pieni voti. Alla fine ha vinto lo sport, per una volta zittite tutte le polemiche del caso. A non aver vinto, invece, sono state le squadre in campo: dopo 90' vibranti, Cagliari e Milan si dividono la posta in palio. Meglio i sardi nel primo tempo, che costruiscono qualche occasione in ripartenza e passano su palla inattiva, autentico tallone di Achille della squadra di Allegri, con Ibarbo proprio nel finale. I rossoneri faticano a centrocampo, pesa tantissimo l'assenza di Montolivo, e in attacco El Shaarawy e Balotelli sembrano accusare le fatiche della Nazionale. Il primo tempo si chiude 1-0 per la squadra cagliaritana. Nella ripresa il Milan prova a cambiare passo, ma le occasioni tardano ad arrivare. Allegri spariglia le carte sostituendo uno spento Faraone con Boateng. Ma il cambio decisivo è quello tra Robinho e Niang, proprio da un'idea del 7 rossonero nasce l'azione che porta rigore ed espulsione di Astori. Balotelli, con la solita freddezza disumana, pareggia i conti e zittisce audacemente la curva cagliaritana. Gli ultimi 10 minuti sono un assedio continuo dei rossoneri: Balotelli, Bojan e Boateng sfiorano più volte la rete, ma Agazzi si oppone con decisione. Il gol arriva pure, spaccata spettacolare di Balotelli al 93' annullata per una chiamata dubbia del guardalinee sull'assist di testa di Robinho, ritenuto oltre la linea di fondo. Restano i dubbi, ma poco altro. Il triplice fischio arriva, ma il Diavolo può solo rammaricarsi con sé per non aver prodotto in tutta la gara quanto creato nel forsennato rush finale. Un risveglio tardivo che nega l'aggancio al terzo posto della Lazio, ma ora più che mai nulla è perduto. C'è sempre Mario.
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