Paolo Valenti: 30 anni senza la sua imparzialità

NICOLA ZUCCARO - Una vita, professionale e non, segnata dalle cifre tonde. Può essere racchiuso in questa traccia un ipotetico tema scolastico incentrato sulla figura di Paolo Valenti a 30 anni dalla sua scomparsa. Nato a Roma il 6 ottobre 1922, qui morì per un male incurabile il 15 novembre 1990 a 40 anni di distanza dal suo ingresso in Rai, a 30 anni dalle Olimpiadi svoltesi nella stessa città e nelle quali raccontò la medaglia d'oro conquistata da Livio Berruti nella finale dei 200 metri e a 20 anni di distanza da Novantesimo Minuto.

Della popolare trasmissione televisiva, dopo le prime 6 edizioni condotte con Maurizio Barendson, Valenti ne fece il suo biglietto da visita sia per il garbo, per la rigorosità alla sintesi e all'essenzialità sollecitate agli inviati dai campi della Serie A e della Serie B, oltre che per quell'imparzialità con cui nascose, fino alla sua ultima apparizione televisiva risalente al 21 ottobre 1990, il tifo per la Fiorentina. Della compagine viola, quale sua squadra del cuore, si apprese solo nella domenica successiva alla sua morte. A svelare questo segreto con voce commossa fu Nando Martellini in apertura di Novantesimo minuto del 18 novembre 1990.

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