Perché il Paris Saint-Germain spende così tanto

ROMA - In un'unica squadra top player quali Messi, Neymar, Mbappé, Sergio Ramos e Donnarumma. Un dream team probabilmente mai visto in una sola compagine calcistica. La squadra francese, però, ce l'ha fatta. Grazie ai petrodollari del Qatar.

Colpi di calciomercato, quelli del Psg, che hanno fatto storcere il naso ai più. Tra Donnarumma, Hakimi (per il quale il club ha versato anche una cifra considerevole per il cartellino), Sergio Ramos, Wijnaldum e Messi, il monte ingaggi dei parigini crescerà vertiginosamente in questa stagione.

In realtà, anche se al momento non sembra affatto evidente, il Fair Play Finanziario c’è. E proprio la UEFA a seguito dell’emergenza Coronavirus lo aveva adeguato apportando una serie di modifiche ad alcune norme per evitare di soffocare i club già messi in crisi dalla pandemia, e con inevitabili rossi di bilancio all’orizzonte.

Con il pareggio di bilancio diventato praticamente una chimera per chiunque, il Comitato esecutivo della Uefa, ha approvato delle misure di emergenza che rinviano di un anno le valutazioni sull’esercizio chiuso nel 2020. In pratica, per valutare se un club rientra o meno nella break even rule – che impone di raggiungere il pareggio di bilancio o sforare entro certi limiti previsti – si calcola la media dei deficit del 2020 e del 2021.

In questo modo lo scenario del Psg è cambiato completamente. «Questa pandemia rappresenta in realtà un’opportunità per i club con proprietari ricchissimi, che possono spendere a causa delle normative allentate», ha detto a The Athletic Daniel Plumley, esperto di finanza sportiva e docente presso la Sheffield Hallam University.

Ed è così che un club gestito da un fondo che fa capo direttamente allo Stato del Qatar diventa un rullo compressore sul mercato se anche i pochi paletti che c’erano vengono rimossi.

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