Andrea Stano. Nel posticipo della nona giornata, giocato in contemporanea con Napoli-Chievo, la Roma perde 2 a 3 contro l’Udinese buttando al vento il vantaggio sostanzioso di due reti proprio come era accaduto la terza giornata. All’epoca fu il Bologna ad esser corsaro all’Olimpico. Trai giallorossi si rivede Pjanic (davvero poco brillante questa sera) titolare nel centrocampo a tre assieme a Tachtsidis e De rossi, oggi schierato mezz’ala, proprio come piace a lui. Sulla fascia sinistra fa il suo esordio Dodo, giovanissimo terzino brasiliano fermo dall’11 novembre del 2011 per un brutto infortunio al ginocchio. Discerta la sua prestazione. Molte assenze anche per Guidolin che ripropone il 'figliol prodigo' Maicosuel dietro a Di Natale. A centrocampo Allan al posto di Pinzi, indisponibile come Danilo, Benatia, Basta e Pasquale. La Roma parte a razzo. Nel giro di venti minuti fa e disfa collezionando occasioni da gol a grappoli. Osvaldo ci prova di testa dopo il suggerimento di Totti ma Brkic è attento e para senza difficoltà. Poi è Lamela, ispiratissimo nel primo tempo, che conclude di sinistro ma ancora una volta risponde presente il numero uno dell’Udinese. Il gol è maturo ed è proprio l’argentino a metterci la firma al 22esimo. Inizia Totti con la solita verticalizzazione in area, Lamela fallisce più volte la girata vincente ma è caparbio nel crearsi una seconda occasione. Rincorre il pallone e praticamente dalla linea di fondo beffa Brkic e difesa friulana, 1 a 0. Passano due minuti e Osvaldo, imbeccato dal solito capitano, fornisce a Lamela la palla del raddoppio. Colpo di testa facile facile per il giovane attaccante che sigla così la sua quinta rete in campionato ripagando la fiducia di Zeman. Una Roma spettacolare, dunque, che non lascia respirare i propri avversari, inermi dinanzi all’avanzare dei figli della lupa. Ma cantar vittoria, specie se in panchina c’è il boemo, è un gravissimo errore. La Roma si addormenta repentinamente e la sua rilassatezza costa caro. Su calcio di punizione la difesa giallorosa si dimentica di Domizzi (cresciuto nel vivaio della Lazio) che indisturbato piazza di sinistro la rete del 2 a 1.Tre minuti più tardi è Di Natale a sfiorare il pareggio ma Marquinhos si immola sulla botta del fantasista napoletano. Il primo tempo termina con la Roma in vantaggio. La seconda metà di gara si apre subito col gol del pari dell’Udinese. Al quinto minuto Di Natale spara in rete trovando la respinta di un ottimo Stekelenburg. L’azione prosegue e super Totò sul cross di Armero si gira con maestria trovando, questa volta, impreparato il portiere olandese. Una Roma bellissima nei primi 25 minuti della partita. Una Roma bruttissima quella del resto del match. Dopo il pareggio, supportata dal pubblico impaurito, la squadra di Zeman cerca di rispondere presente ma né Osvaldo né De rossi riescono nel tapin vincente. La beffa definitiva arriva al 43’ quando Castan commette fallo su Pereyra in aria di rigore. Concesso il penalty forse con troppa leggerezza. Di natale dal dischetto è sfacciato e proprio in casa del Pupone che celebre fu per il gesto estremo, sfodera un meraviglioso cucchiaio che lascia di stucco tifosi e giocatori. Stekelenburg nemmeno ci prova a disinnescarlo e come un incredulo bambino lo guarda posarsi in rete con sublime dolcezza. Vince l’Udinese, una tosta e mai rinunciataria Udinese. La Roma, frustrata, finisce anche la gara in dieci con Tachtsidis espulso per proteste. Il greco non ha mai convinto dall’inizio del campionato. Che dire oltre su questa Roma. Meravigliosa ma folle come poche. Una squadra schizofrenica al servizio del solo spettacolo (è la sesta partita sulle otto disputate con almeno quattro gol realizzati complessivamente). La soluzione sarebbe quella di mutare gli interpreti difensivi o perlomeno di intervenire massicciamente sul mercato nella parentesi invernale. E’ davvero un peccato sciupare un così bel potenziale e i vari Dodo, Piris, Castan e Marquinhos sono troppo giovani ed inesperti per un campionato arcigno e difficile come la serie A.
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