di Luigi Laguaragnella

Ma in questo posticipo del lunedì l'Inter non ha alibi: brutta la prestazione con un perenne e noioso possesso palla mai incisivo. Manca lo squalificato Cassano e nella fase offensiva si nota l'assenza dell'estro e del tocco smarcante del barese. Milito e Palacio lottano contro la difesa del Parma che ha spesso la meglio; Guarin si intestardisce nella giocata personale, anche se è l'uomo che tira di più in porta. Chi ha subito più di tutti la forza agonistica dei padroni di casa è Juan Jesus. Biabiany, vecchia conoscenza nerazzurra di sogni intercontinentali, è imprendibile per il brasiliano. Il francese di Donadoni è una mina vagante con le sue serpentine, spesso manda in porta i suoi compagni e quando Amauri non è pronto, il centrocampista fa tutto da solo contro i nerazzurri, sempre in ritardo nell'anticipare il pallone. Il Parma, infatti, è pimpante, grintoso e fa soffrire l'Inter soprattutto nella velocità. Arriva spesso in area piccola dalle fasce ora con Sansone, ora con Valdes e poi con Biabiany. L'Inter è lenta. Non è un caso che Alvarez sia stato sostituito da Coutinho.
Non cambia molto: il Parma insacca nel secondo tempo e demoralizza gli avversari.
Il calo dell'Inter paradossalmente giunge dopo la grande vittoria a Torino contro la Juve. Da allora non ha ancora vinto. Prima gli errori arbitrali, ora una pessima gara (solo un colpo di testa di Cambiasso ha impensierito seriamente i parmensi) e, in più, incomincia ad aleggiare il caso Snejider sull'adeguamento dell'ingaggio. Stramaccioni trapela serenità, ma quell'ansia di raggiungere quel -1, nella squadra, sta creando fastidiosi grattacapi.
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