Punto Inter: Tra campo e mercato, lavori in corso

di Luigi Laguaragnella
Il mese di gennaio è ormai archiviato ed evidentemente l'Inter ha pagato l'anticipata preparazione nel periodo estivo. Ma non solo: è evidente che alla squadra manchi una giusta dose di qualità tecnica per rimanere stabilmente nelle posizioni alte della classifica e soprattutto la politica societaria, a partire da Branca e Ausilio, appare confusa. 
L'inizio del 2013 ha restituito un'Inter "da lavori in corso urgenti"; nel primo mese dell'anno ha ottenuto una vittoria in campionato contro il Pescara ed una in coppa Italia contro il Bologna, successivamente brutte prestazioni. Tanti tasselli sono incompleti e riguardano le scelte tecniche, tattiche e di mercato. Occorre analizzare con ordine.
Moratti e Branca sono riusciti a risolvere il caso Sneijder, che da tempo non rientrava nei piani societari, cedendo il campione olandese in Turchia al Galatasaray. E' una cessione dolorosa per l'Inter che perde un tassello di qualità, uno dei protagonisti del Triplete e probabilmente l'unico della rosa che potesse fare la differenza. Ma ormai Sneijder non metteva piede sul prato di San Siro da troppo tempo. Quella dell'olandese è solo la prima mossa per poter acquistare. Ma non basta la quota di Sneijder; l'Inter ha ceduto Coutinho al Liverpool, in modo da arrivare ai 20 milioni di euro richiesti dal Corinthians per Paulinho che, nonostante i viaggi di Branca in Brasile, arriverà soltanto per la prossima stagione. Lo staff nerazzurro non riesce a concludere un affare in maniera chiara e decisa.
In questo momento l'Inter ha perso due pedine tecnicamente eccellenti della sua rosa (può bastare quella di Guarin, Cassano e Palacio?) e gli arrivi di Schelotto (che fino a qualche settimana fa sembrava sfumata) e del sorprendente nome di Kuzmanovic possono compensare le partenze?
Si è fatto tanto rumore per Paulinho,  considerandolo come un campione affermato tanto da elevare il livello della rosa e che non è neanche arrivato a Milano, un continuo tira e molla per il numero sette atalantino, poi si è discusso per Bellomo e poi Icardi (il quale arriverebbe in estate) fino a Modric richiesto anche dal Chelsea. Insomma tanta confusione per vedere in nerazzurro il primo desiderio (Schelotto) della società, un altro sfumato (Paulinho) e altri presunti arrivi che onestamente non possono competere con la qualità di Sneijder.
E poi  per il mercato all'Inter servirebbe una punta che sostituisca Milito: Livaja può essere utile in alcune gare e sicuramente Rocchi non può essere un gran colpo di gennaio. Forse Branca doveva trovare una punta simile al Principe. 
L'infortunio che sta bloccando l'argentino è una grave mancanza per l'attacco nerazzurro. 
Già, gli infortuni l'altro problema per Stramaccioni: oltre a Milito, Cassano è da poco rientrato, Chivu domenica scorsa si è fatto male, Mudingayi ha finito la stagione, Samuel è alle prese con problemi fisici. Insomma le pedine valide sono venute a mancare proprio quando l'Inter poteva riavvicinarsi all'alta classifica. In un certo senso, Stramaccioni è obbligato a schierare una formazione con un centrocampo troppo fisico, buono solo a recuperare palloni ed è affidato troppo alle gambe di Guarin che certamente è stato sovraccaricato di responsabilità, come Palacio che lì davanti appare troppo solo. E' a centrocampo che l'Inter ha bisogno di maggior qualità, del giocatore dai piedi buoni che imposta l'azione. Sarà per precauzione, ma il mister in questo momento deve schierare Cambiasso titolare, la prova è stato domenica scorsa che con il suo ingresso ha spostato gli equilibri della gara. Stramaccioni deve avere il coraggio di osare e rischiare, senza privarsi dei giocatori che servono. L'Inter non è ben messa in campo: troppe palle lunghe e disattenzioni. C'è confusione in campo e ci si affida solo ai numeri di quei pochi talenti rimasti in campo. Poi la difesa ha spesso sbavature soprattutto Ranocchia. Forse Stramaccioni sta pagando la poca esperienza in serie A: il mister è abile nel difendere il suo spogliatoio dai mass media, ma anche lui deve essere capace imporre le sue idee e se si presenta la necessità cambiarle, mostrando più audacia. Da allenatore giovane qual è i tifosi se lo aspettano. Più che difensiva, l'Inter è sfilacciata nei reparti: proprio per questo qualche responsabilità è di Stramaccioni.
L'Inter sembra aver smarrito quell'equilibrio e quell'organizzazione di gioco che ha avuto l'apice a novembre.
Se la squadra avesse maggior determinazione nel gioco espresso approfitterebbe dei rallentamenti in classifica di Juve, Napoli e Lazio. E certe vittorie, per non avere futuri rimpianti, devono ottenersi. Ma non bastano la squadra e Stramaccioni. La società deve essere all'altezza del blasone dell'Inter.

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