Roma, inizia l’era Andreazzoli: niente doppie sedute e il ritorno al 4-2-3-1

Il nuovo coach giallorosso Aurelio Andreazzoli
Stella Dibenedetto. Dicono che l’esonero di Zdenek Zeman abbia riportato il buon umore in casa Roma. E guardando Maarten Stekelenburg arriva la conferma. L’olandese scherza, ride e si diverte con i compagni: merito di Aurelio Andreazzoli ma, forse, soprattutto della consapevolezza di chi sa che sta per riprendersi il posto in squadra. A Trigoria non c’è stata nessuna rivoluzione ma sono state imposte poche e precise regole. Con Zeman regnava l’anarchia mentre con Andreazzoli la democrazia. Niente più doppie sedute d’allenamento e la voglia di non fossilizzarsi su moduli di gioco precisi ma di cambiare in base ai giocatori che si hanno a disposizione. Andreazzoli è stato chiaro: “Contano i calciatori, i moduli sono ininfluenti”. Contro la Sampdoria, il nuovo allenatore giallorosso andrà a caccia di quell’equilibrio che la Roma zemaniana ha dimostrato di non avere: 49 gol fatti contro 42 subiti. Troppi per una squadra che è stata costruita per stare ai vertici della classifica. Per trovare l’equilibrio che manca, Andreazzoli potrebbe affidarsi al 4-2-3-1, il modulo di Spalletti, quello che ha fatto la fortuna della Roma, che ha regalato al campionato italiano il più bel gioco degli ultimi anni e fatto sognare un’intera città. Una difesa più bloccata (in rialzo le quotazioni di Burdisso al centro e di Taddei sugli esterni), due mediani (De Rossi e Bradley) e tre trequartisti (Lamela, Pjanic e Florenzi) a supporto dell’unica punta. Un solo attaccante nonostante l’abbondanza. Quel posto finiranno per giocarselo in tre Totti, Osvaldo e Destro (ritorno previsto per il 30 marzo, Palermo-Roma), con il capitano giallorosso (a -2 dai 225 gol di Nordahl) favorito sugli altri. Per non sacrificare Osvaldo che ha dimostrato di essere spesso decisivo, restano altre due strade: o spostare Totti tra i trequartisti, con Pjanic vicino a De Rossi in mediana o provare anche il 3-5-2: Totti e Osvaldo di punta, difesa con Marquinhos, Burdisso e Castan, con Lamela e Florenzi (o Marquinho) sugli esterni di centrocampo e Pjanic, De Rossi e Bradley in mezzo. Qualsiasi sarà la scelta, però, l’intento di Andreazzoli è uno solo: trovare equilibrio a questa squadra e curare la parte difensiva, vero tallone d’Achille della Roma zemaniana.

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