Confederations Cup, Italia-Giappone: un 4-3 da brividi con tanta sofferenza

di Stella Diebenedetto - Italia-Giappone è stata una partita ricca di emozioni e di gol che a molti avrà ricordato quel famoso 4-3 di Italia-Germania del Mondiale 1970. La Nazionale di Cesare Prandelli con tanto cuore ma anche con tanta sofferenza porta a casa la seconda vittoria nella Confederations Cup e accede alla semifinale. Ora ci sarà solo da capire dove si giocherà e il tutto sarà deciso dalla grande sfida di sabato contro il Brasile. Contro il Giappone, il C.T. cambia la formazione inserendo Maggio al posto di Abate e Aquilani al posto di Marchisio. Una partita intensa che ha avuto inizio quando in Italia era già mezzanotte. Il merito è stato di due squadre che si sono affrontate a viso aperto, senza mai risparmiarsi. Per buona parte del primo tempo, il Giappone di Alberto Zaccheroni ha dimostrato di essere la squadra ostica che Prandelli temeva sin dalla vigilia. La pressione dei nipponici dà i suoi frutti al 20’ quando De Sciglio appoggia una palla troppo lenta a Buffon. Il numero 1 è costretto a uscire su Okazaki trovando la sfera ma secondo l’arbitro argentino Abal è calcio di rigore che Honda trasforma. Dopo dieci minuti il Giappone raddoppia: Chiellini sbaglia il tempo di un intervento in area, Kagora ringrazia e trafigge Buffon. La scossa azzurra passa dalla testa di De Rossi che batte in rete un corner di Andrea Pirlo e che dà alla squadra la voglia di crederci e provarci fino in fondo. Nella ripresa, gli Azzurri non perdono tempo e ribaltano la situazione dopo appena dieci minuti grazie all’autogol di Uccida. Gli azzurri ci credono e al 52’ un’incursione di Giovinco è fermata da un fallo di mani. Sul dischetto si presenta Mario Balotelli che non sbaglia e porta l’Italia sul 3-2. Non è ancora finita, però, perché c’è ancora tempo per altre due gol. Al 33’, infatti, il Giappone conquista un meritato 3-3 di Okazaki. Gli Azzurri, ormai senza benzina, provano a reagire e a conquistare l’accesso alla semifinale. E così, per la squadra asiatica che avrebbe meritato di più, arriva la beffa finale al 41’: fuga di Marchisio sulla sinistra, il cross per Giovinco e la rete del numero 10 che Prandelli aveva fatto entrare in campo dopo appena trenta minuti dall’inizio del match inserendolo al posto di un Aquilani fuori dagli schemi. Per la Nazionale, che torna in campo sabato alle 21 contro i padroni di casa del Brasile, l’avventura continua.

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