“Più sport per i bimbi pugliesi!”

BARI - I bambini italiani e pugliesi in particolare, si muovono poco o non si muovono affatto. E’ stato questo l’argomento del convegno tenutosi nel padiglione 152 della Fiera del Levante aperto dal presidente Ugo patroni Griffi. Un focus sullo sport e sulla sua assenza nella scuola primaria, ma anche un grido di allarme di istituzioni, medici e sportivi sulle due leve più importanti per la crescita dei più piccoli: scuola e famiglie.

Ad entrambe si chiede di più. Alla scuola, come istituzione, l’aumento delle ore di attività motoria fin troppo penalizzata e troppo poco considerata all’interno dell’ordinamento scolastico italiano; alle famiglie di facilitare l’avvicinamento dei bambini al movimento, qualunque esso sia. Anche il gioco nel cortile, sempre più raro, oramai.

Di attività fisica come fattore di prevenzione di sovrappeso ed obesità infantile (il 35% dei bambini pugliesi è a rischio ponderale) ha parlato Vincenzo Pomo, dirigente dell’assessorato alla Sanità della Regione Puglia che si è soffermato anche sul concetto di corretto stile di vita dato sia dall’abitudine all’attività fisica che dall’abitudine ad una sana alimentazione. Due aspetti strettamente connessi ed interscambiabili che hanno un unico comune denominatore: l’educazione a stili di vita sani, che si acquisiscono solo in età scolare e che poi il bambino porta con sé per tutta la vita.

“I nostri interventi nelle scuole – ha sottolineato Elio Sannicandro, presidente del Coni Puglia ricordando i progetti “Gioco Sport…123”, “Alfabetizzazione motoria”, “SBAM” – aiutano ma non possono risolvere il problema. Lo fanno emergere con le sue specificità. Perché queste esperienze confermano che quelle due ore sporadiche di attività sportiva settimanale organizzata, a prescindere dalla tipologia, non incidono in maniera significativa su cacacità e abilità motorie” Dunque 75000 ore di attività motoria, 211 mila bambini e 1700 esperti coinvolti in questi progetti hanno fotografato una situazione preoccupante, soprattutto se si immagina un mondo, quello dei bambini sempre più orientato all’uso di apparecchi elettronici e sempre meno al movimento fisico. Lo sport è inteso più come fatica ( e dunque duro da praticare, rispetto al quale spesso ci si sente inadeguati) che come divertimento e vita, nell’accezione di prevenzione e di promotore di salute. A dare l’esempio di come è possibile coniugare corretto stile di vita, attività e successo i testimonial dell’iniziativa, il campione olimpico di ginnastica Igor Cassina e il terlizzese Luca Mazzone, campione mondiale di handbike.

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