NICOLA ZUCCARO - "C'è un'ombra in me. La mia carriera potrebbe finire qui". E' il passaggio più significativo della lunga lettera con la quale, nel primo pomeriggio di martedì 23 marzo, Cesare Prandelli ha comunicato le sue dimissioni da allenatore della Fiorentina. Una decisione che come si ravviserebbe in un altro passaggio del testo è ulteriormente motivata dalla sua incompatibilità con l'attuale mondo del calcio e non solo per gli scarsi risultati ottenuti con la Fiorentina.
Alla compagine viola, l'ex CT dell'Italia si era "dichiarato" per un passato che lo aveva visto, contrariamente all'attuale campionato, poter raccogliere dei significativi risultati. Ma contrariamente a quanto sosteneva Enzo Biagi con quel "non si torna, dove si è stati felici", Prandelli sulla panchina viola vi è tornato nella speranza di risollevare la Fiorentina dalla bassa classifica.
L'impresa non gli è riuscita con i gigliati che, restando quintultimi per il 3-2 subìto dal Milan al Franchi nella serata di domenica 21 marzo 2021, ritroveranno Beppe Iachini come loro allenatore. Il predecessore di Prandelli, esonerato dal club viola il 9 novembre 2020, è ancora legato alla Fiorentina da un contratto ed è il profilo sul quale la relativa dirigenza ha puntato per sperare nel cambio di passo, dopo la sosta per gli impegni delle Nazionali.
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