di Andrea Stano. Tutte le convinzioni su di una Roma vista come possibile bastone tra le ruote dell’inarrestabile Juventus si sono frantumate improvvisamente al secondo gol di un redivivo Giardino che consegna tre preziosissimi punti ad un indomito e caparbio Bologna in trasferta.
La sorprendente avvedutezza della retroguardia zemaniana dello scorso match contro l’Inter scompare clamorosamente al 72esimo minuto quando il noeattaccante rossoblu, dall’insolito numero 10 sulle spalle, accorcia le distanze con un colpo di testa stile tempi d’oro.
Passano una manciata di secondi e arriva anche il gol di Diamanti, in partita come al suo solito, servito dallo stesso ex milanista.
Due gol nel giro di altrettanti minuti (complice anche un Piris per nulla impeccabile), questo il tempo che i tifosi romanisti hanno impiegato per passare dalle gioie ai dolori. Eppure la Roma aveva cominciato davvero fortissimo.
Il vantaggio era arrivato presto, solo al 7’. Florenzi dopo la fucilata di Totti da fuori aria col pallone finito sul palo, insacca indisturbato a porta vuota. E’ 1 a 0.
Dopo nove minuti c’è anche il raddoppio. Ci pensa Lamela, recentemente criticato per la sua scarsa vena realizzativa, che s’inventa un gran sinistro piazzato dalla distanza rispondendo a tono alla magnifica prima rete del cugino Hernanes contro il Chievo.
Nonostante le assenze rilevanti di Osvaldo e De rossi, i capitolini giocano bene, divertono e sfiorano la terza marcatura, eppure non riescono a chiudere definitivamente l’incontro.
Nel secondo tempo maturano le preoccupazioni sul calcio dell’allenatore boemo che nel recupero vede sfumare persino il pareggio quando il pasticcio sfornato dalla coppia Stekelenburg-Burdisso consegna trai piedi dell’attaccante “violinista” il pallone della vittoria.
Si torna così alla prima di campionato, quando la Roma steccò ancora una volta in casa col Catania (un punto in due partite all’Olimpico sarebbe allarmante). Questa volta però sono già passate diverse settimane dall’inizio della stagione e la condizione strepitosa di un Totti tornato “pischello” non è potuta bastare. Quella solidità ammirata contro l’Inter si pensava potesse rivelarsi la sorpresa di tutte le sorprese ma così non è stato e forse non lo sarà mai. Questo è il calcio di Zeman, questa è la sua proverbiale filosofia di gioco votato sempre all’attacco.
I consueti stravolgimenti di gara saranno all’ordine del giorno. Con l’allenatore più flemmatico della serie A possiamo aspettarci di tutto, e se il primo tempo viene dominato non è detto che nel secondo non si venga domati e soggiogati.
Sarà il tempo a dire, quindi, se abbiamo torto o ragione, se Zeman si confermerà o ci smentirà di sana pianta.
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