di Piero Ladisa - Il GP di Monaco rappresenta una corsa affascinante, che ha sempre riservato emozioni. Per un pilota vincere sul circuito cittadino monegasco significa inserire il proprio nome nella “Hall of Fame” della F1. Il tracciato del principato non ammette il minimo errore, per via della presenza dei guardrail ravvicinati. E’ determinante, rispetto ad altri GP, la guida del pilota. Fondamentale è partire dalle prime posizioni visto che è sostanzialmente difficile, per non dire impossibile, compiere sorpassi. Il circuito è ricavato unendo le strade principali del centro cittadino. Nel corso delle vari edizioni il percorso è rimasto sostanzialmente lo stesso, con delle piccole modifiche nel corso degli anni. Come da tradizione le prime due sessioni di prove libere si svolgono di giovedì e non di venerdì. La curva più lenta del mondiale si trova proprio a Monte Carlo: il tornante della vecchia stazione, percorso dai piloti a 50 km/h. La prima edizione di questa corsa fu disputata il 14 aprile 1929, sotto l’impulso di Antony Noghes (fondatore dell’ Automobile Club de Monaco a cui è intitolata l’ultima curva del circuito). Dal 1950, anno in cui si è svolto il primo campionato di F1, il GP di Monaco è sempre stato inserito nel calendario tranne nel 1951, 1953 e 1954. Su questo tracciato debuttò la Ferrari nel 1950. Purtroppo il circuito monegasco è stato teatro di episodi tragici, per l’assenza di vie di fuga ampie. Nel 1955 Alberto Ascari, a bordo della Lancia, finì in mare all’altezza della chicane del porto senza riportare gravi danni. Nel 1967 Lorenzo Bandini morì a causa delle ustioni provocate da un incidente, verificatosi nello stesso punto di Ascari. Nel 1994 Karl Wendlinger, durante la sessione di qualifica, rischiò di morire a seguito di un brutto impatto all’uscita del tunnel. Nel 2011 Sergio Perez, nella Q3, andò a sbattere violentemente contro le barriere di pneumatici nella curva numero 10, la “Nouvelle Chicane”. Il pilota messicano non disputò la gara per timore di postumi dell’incidente. Nelle varie edizioni del GP di Monaco, per via dell’elevato numero di incidenti, è sempre entrata in “scena” la safety car. Meritano un elogio i commissari di pista, per la rapidità con la quale ogni anno riescono a rimuovere le monoposto. Il record di vittorie appartiene ad Ayrton Senna. Il tre volte campione del mondo ha ottenuto sei vittorie (1987-1989-1990-1991-1992-1993). Lo stesso brasiliano detiene il record di pole position, ben cinque. Tra i suoi successi il più bello e avvincente è sicuramente quello del 1992. Una vittoria ottenuta con le unghie e con i denti da Senna, a bordo della McLaren, riuscendo a tenere a bada Nigel Mansell, alla guida di una Williams molto competitiva. Il Leone d’Inghilterra a fine anno si laureerà campione del mondo, ma in quella corsa dovette accodarsi al brasiliano. Il mondo della F1 si accorse del grande talento di Senna proprio durante un GP di Monaco, stagione 1984. Scattato dalla tredicesima posizione il pilota brasiliano, a bordo della Toleman, iniziò la sua rimonta sotto la pioggia raggiungendo le primissime posizioni. Nel corso del trentaduesimo giro il direttore di gara espose sia la bandiera rossa che quella a scacchi, decretando così la fine della gara per via delle condizioni atmosferiche. Sicuramente il brasiliano avrebbe ottenuto la vittoria se la gara non fosse stata sospesa; una volta secondo recuperava vari secondi a giro sul leader Alain Prost. In quella occasione Senna mostrò il suo estro nel guidare la monoposto in condizioni di pista bagnata. Il record di giri veloci è detenuto da Michael Schumacher con cinque. La McLaren detiene i record di pole position e vittorie, rispettivamente undici e quindici. L’ultima volta che la Ferrari ha trionfato nel GP di Monaco risale al 2001, successo che porta la firma di Schumacher. Tra i piloti in attività Fernando Alonso e Mark Webber detengono il maggior numero di vittorie nel Principato. Lo spagnolo è salito sul gradino più alto del podio nel 2006 e 2007, l’australiano nel 2010 e 2012.
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