Calcio. Lippi: "Quando ripartirei? Soltanto quando saremo a contagi zero"

(Ansa)
"Spero che, chi decide, stia pensando al calcio dilettantistico che rischia di scomparire. Spero lo protegga. Quello d’elite ne uscirà sicuramente ridimensionato, ma tutto sommato non sarebbe neanche un male. Ridimensionati anche i giocatori? Sì. E accetteranno. Si è portati a credere che siano tutti viziati e ricchi, che pensino solo a soldi, macchine, belle donne. Demagogia. Ci sono quelli così come in tutte le categorie. Ma poche hanno la stessa sensibilità sociale dei calciatori" ha dichiarato Marcello Lippi, ct dell’Italia campione del mondo a Germania 2006, parlando delle conseguenze della pandemia di Covid-19 sul mondo del calcio.  

"Quando ripartirei? Soltanto quando saremo a contagi zero. Non importa se a porte aperte o chiuse: non è questo il problema. Il problema è che impossibile non succeda qualcosa se una squadra, una cinquantina di persone in tutto, viaggia e incontra camerieri, cuochi, autisti. Solo quando questa guerra sarà vinta dovremo ripartire. E dalla 26^ giornata. Niente play-off o altre formule, per carità. Dodici giornate. Non è giusto che chi ha fatto sei mesi eccezionali debba giocarsi tutto in due partite, e lo stesso per chi sta lottando per la retrocessione. Campionato e coppe: non si comincia la nuova stagione prima di aver finito questa. La prossima partirà più tardi, avrà qualche turno infrasettimanale. Non importa. E non è soltanto questione di campo. Basta immaginare cosa accadrebbe con un’assegnazione straordinaria: tra reclami, ricorsi, avvocati, tribunali non ne usciremmo più. Mi spiace per l’Europeo saltato, ma l’Italia è così forte che farà benissimo anche nel 2021. E aggiungo, con la passione con cui un nonno può seguire il nipote: recupererà giocatori importanti come Zaniolo. Magari per Mancini potrebbe essere quello che è stato per noi Totti" ha dichiarato ancora Marcello Lippi in un’intervista pubblicata su 'La Gazzetta dello Sport'.

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