Calcio. Zhang: "L'Inter è una responsabilità enorme"

"Come mi sento quando mi ripetono che sono il più giovane presidente della storia dell'Inter? Sì, me lo dicono spesso, ma non ci penso troppo. L’età non dovrebbe essere uno svantaggio, anzi il contrario. Significa avere più energia, più tempo per imparare, per migliorare e per cambiare. Una cosa che nell’industria del calcio manca. Se penso a altri settori o a ciò che accade in Cina o negli Stati Uniti, la gente che ha la mia età gestisce società che valgono miliardi. Persone come Mark Zuckerberg o Elon Musk sono partite anche prima di me, mio padre ha iniziato alla mia stessa età. Chissà, forse uno dei motivi per cui l’industria del football non sta crescendo così velocemente come dovrebbe è proprio perché manca della gente giovane" ha dichiarato, in un'intervista pubblicata sul "Il Corriere della Sera", il presidente dell'Inter Steven Zhang, figlio 27enne del fondatore del gruppo Suning, Jindong "L’Inter è un’attività piccola all’interno di Suning ma allo stesso tempo è una responsabilità enorme. All’inizio della nostra operazione forse non l’abbiamo realizzato del tutto. È un club di football, ma è anche un’anima e un marchio, a cui la gente dedica molte delle sue energie. Dopo questi due o tre anni di lavoro ora però si può vedere che siamo una società solida, un club, un team forte anche sul campo. Abbiamo un ottimo coach, ottimi giocatori e la società ha il doppio delle persone che ci lavorano, una cosa che non si poteva immaginare fino a poco tempo fa. Cosa rappresenta l'Inter per Suning? Moltissimo. Nell’area sport-entertainment, ad esempio, è un grande asset. In Cina siamo la più grande piattaforma televisiva online per il calcio, e trasmettiamo tutti i più importanti campionati europei. Avere l’Inter in Europa permette a molte aziende o a molti club di conoscerci meglio e di darci fiducia, o all’Uefa di affidarci Champions e Europa League. Al mondo delle aziende e a chi deve vendere prodotti italiani o europei fa conoscere Suning. L’Inter diventa un link e un ponte per entrambi fondamentale. Ritengo corretta la filosofia del fair play finanziario e penso che vada nella giusta direzione per l’industria dello sport e anche per i club come il nostro. Ma alla fine la squadra che vince non è sempre quella che ha i ricavi maggiori. E questa è la parte divertente di questo sport. È anche vero però che alla fine i club con i ricavi maggiori hanno più possibilità e più flessibilità per prendere le decisioni che servono per cambiare e migliorare. Una delle cose più dirette, ovviamente, riguarda la compravendita dei giocatori. Il target di un club come l’Inter deve essere di superare quota un miliardo, una cosa possibile lavorando su stadio, sponsor, diritti televisivi in Italia e in Europa. Per questo siamo partiti costruendo un ottimo team di manager e con forti investimenti, cosa impensabile fino a poco tempo fa. Storicamente Milan e Inter hanno condiviso lo stadio, ed economicamente parlando è stata una grande scelta in termini di costi e di utilizzo. La cosa funziona sia finanziariamente, sia per i tifosi e sia dal punto di vista delle prospettive del marchio. Ecco perché non ci separiamo e lavoriamo insieme per il nuovo progetto. Anche in futuro? Certo, ci servono condizioni sempre migliori per lo stadio e se non ci troveremo d’accordo penseremo a nuove possibilità. Ma al momento vogliamo stare insieme".

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