Calcio. Mourinho: "Il meglio in carriera l'ho dato all'Inter: sentivo le emozioni del gruppo"

(Ansa)
"Il meglio in carriera l’ho dato dove ero a casa, dove sentivo le emozioni del mio gruppo, dove sono stato al duecento per cento con il mio cuore: più una persona che un allenatore. Mi è capitato di pensare prima a me che agli altri: all’Inter, mai. Questo succede in una famiglia: quando diventi padre, capisci che c’è qualcuno più importante di te, e passi al secondo posto" ha dichiarato l'attuale allenatore del Tottenham, José Mourinho

"Perché non tornai a Milano con la squadra? Perché se fossi tornato, con la squadra intorno e i tifosi che avrebbero cantato ‘José resta con noi’, forse non sarei più andato via. Io non avevo già firmato con il Real prima della finale: chi ha detto che qualcuno del Real venne nel nostro hotel prima della finale disse una cazzata. Prima della finale successe solo che scopriì lo scatolone con le maglie celebrative e scappai per non vederle. Io volevo andare al Real: mi voleva già l’anno prima, andai a casa di Moratti a dirglielo e lui mi fermò. Al Real avevo già detto no quando ero al Chelsea, al Real non puoi dire no tre volte. Oggi forse potrei stare 4-5-6 anni nello stesso club, ma allora volevo essere il primo, e sono ancora l’unico, fra gli allenatori, ad aver vinto il titolo nazionale in Inghilterra, Italia e Spagna. Avevo deciso di andare via da Milano dopo la seconda semifinale con il Barcellona, perché sapevo che avrei vinto la Champions. Moratti l’avevo preparato: senza bisogno di parole, la temperatura del nostro abbraccio in campo gli fece capire cosa volevo. Mi disse: ‘Dopo questo, hai il diritto di andare’. Era il diritto di fare quello che volevo, non di essere felice: e infatti sono stato più felice a Milano che a Madrid" ha dichiarato ancora José Mourinho  in un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport'.

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