Inter voto 8,5. Moratti compra ovunque. Un abile terzino sinistro, Pereira, seppur pagato a peso d’oro, per un ruolo, già di Nagatomo, tra i più delicati in Europa. Sono pochi, infatti, i difensori che eccellono sulla sinistra.
Handanovic trai pali (il miglior portiere della seria A assieme a Gigi Buffon) e Silvestre, al posto del 34enne Lucio, rappresentano due garanzie.
Forza bruta a centrocampo con gli innesti di Mudingayi e Gargano e tanta corsa col riscattato Guarin. Senza dimenticare il primo fra gli arrivi, Palacio, di sicura affidabilità.
Clamoroso benché magnifico l’acquisto di Cassano in cambio del mediocre Pazzini più l’inspiegabile conguaglio di sette milioni.
Clap clap rivolto a Branca dunque che tuttavia si becca mezzo punto in meno per la cessione di Maicon, giocatore non ancora finito ma forse n cerca di nuovi stimoli.
Juventus voto 7.5. Asamoah è probabilmente il colpo dell’estate, del resto 18 milioni non sono pochini. Occhio anche a Isla, bel botto di mercato, nonostante l’affollamento che si verrà a creare sulla corsia di destra (ci sono anche Lichsteiner e Caceres). Manca un esterno a sinistra ma ci penserà il ghanese già messosi in luce la prima di campionato con il Parma.
Ottimo il ritorno della formica atomica Giovinco, meno buono l’acquisto di Bendtner. L’espressione top player tanto abusata nel corso di questa torrida estate non si addice per niente al giovane danese, eterna promessa dell’Arsenal e non così superiore all’italiano Alessandro Matri, capocannoniere Juve della scorsa stagione.
Lucio a costo zero potrà rilevarsi un affare interessante. A Vinoso, infatti, sperano in un Pirlo bis.
Milan voto 6. Tanti acquisti, per carità, oltretutto di prospettiva come Zapata, Acerbi, Niang, Bojan assieme ai più maturi Montolivo, Pazzini e la ciliegina De Jong, il migliore tra gli arrivi assieme allo spagnolo. Tuttavia rimarranno indelebili nella memoria dei tifosi le partenze illustri di Ibra, Thiago Silva e Cassano e l’esodo della vecchia guardia, i senatori come Nesta, Seedorf, Gattuso, Indaghi e Zambrotta. Manca un terzino sinistro di qualità (lo si è cercato fino all’ultimo ma l’ostinato Mesbah ha fatto saltare l’operazione) e un attaccante da venti gol stagionali. Ci sarebbe Pato, certo, ma in compagnia dei suoi muscoli capricciosi non avrà vta facile.
Incomprensibile l’arrivo di Traore, c’è da pensare a un flop stile Taiwo, meno inspiegabile quello di Costant, giunto in rossonero in virtù del brutto infortunio estivo di Muntari.
Roma voto 6. Già la scelta dell’allenatore non è formidabile. Zeman è simpatico, afferma sempre ciò che nessuno ha il coraggio di dire e con lui le partite non saranno mai soporifere però non è certo un vincente ed è ciò che preoccupa maggiormente.
Molti acquisti, Destro e Balzaretti su tutti, accompagnati da parecchie scommesse, Castan, Dodò, Marquinhos, Piris, Tachtsidis, Bradley, americano come la società. Ciononostante le cessioni dei giovanissimi Borini e Bojan sono state davvero una svista madornale che a Roma potrebbero pagare a caro prezzo.
Fiorentina voto 7.5. Inequivocabilmente una delle regine del mercato. Il colpo più lucente è l’allenatore.
Vincenzo Montella è trai giovani tecnici più promettenti della massima categoria italiana. Apprezzabilissimi i Della Valle che stringono i denti e mantengono in rosa Jovetic, uno dei pochi big rimasti in serie A, rispedendo al mittente le varie offerte di City e Juventus.
Alla corte dell’aeroplanino sbarcano una sfilza di centrocampisti, tutti di qualità: Cuadrado, Fernandez, Aquilani, Pizarro, Valero (colpo strepitoso), Migliaccio, Llama.
Manca purtroppo l’attaccante tanto ricercato. Svaniti pian piano tutti gli obiettivi (Quagliarella, Babel, Borriello) e inscenata la beffa Berbatov dal cast della Juve (bulgaro poi accasatosi comunque lontano da Torino ossia al Fuhlam) Pradè, impeccabile fino a questo punto, riesuma dalla tomba degli svincolati nientepopodimeno che Luca Toni che cinque anni fa lasciò Firenze per il Bayern Monaco. Un ritorno più penoso che romantico.
Napoli voto 5. Quest’anno non c’è la Champion’s League e non ci sono scuse. I tifosi rivogliono in dietro la squadra avvincente di due anni fa, così spettacolare e così concreta.
Il mercato, però, dice il contrario. Nessun arrivo rilevante per puntellare la retroguardia. Lo straordinario Insigne compensa in avanti lo straordinario Lavezzi, anche lui, come molti, emigrato a Parigi. L’unico acquisto degno di nota è lo svizzero Beherami che rimpolpa comunque un centrocampo orfano di Gargano.
Pochi rincalzi di qualità per i partenopei che dovranno, dunque, sperare in una stagione brulla di eccessivi infortuni.
Lazio voto 5. Sarebbe meglio non pervenuta per l’esattezza. Effettivamente Lotito, che negli ultimi anni aveva infuocato il cuore dei tifosi con acquisti stile Klose, quest’anno preferisce passare la mano magari aspettando la riapertura dei cancelli di mercato nella sessione invernale.
Confermati i big come Hernanes, nonostante voci d’addio, il presidente punta tutto sul massiccio gigante Ciani, difensore proveniente dal Bordeaux e sulla scommessa Ederson, talentuosissimo centrocampista brasiliano mai esploso del tutto.
Molto discutibile la scelta optata per la panchina. Petkovic, soprannominato “Il Dottore”, per anni allenatore in Svizzera, non ha nessunissima esperienza italiana.
Forza bruta a centrocampo con gli innesti di Mudingayi e Gargano e tanta corsa col riscattato Guarin. Senza dimenticare il primo fra gli arrivi, Palacio, di sicura affidabilità.
Clamoroso benché magnifico l’acquisto di Cassano in cambio del mediocre Pazzini più l’inspiegabile conguaglio di sette milioni.
Clap clap rivolto a Branca dunque che tuttavia si becca mezzo punto in meno per la cessione di Maicon, giocatore non ancora finito ma forse n cerca di nuovi stimoli.
Juventus voto 7.5. Asamoah è probabilmente il colpo dell’estate, del resto 18 milioni non sono pochini. Occhio anche a Isla, bel botto di mercato, nonostante l’affollamento che si verrà a creare sulla corsia di destra (ci sono anche Lichsteiner e Caceres). Manca un esterno a sinistra ma ci penserà il ghanese già messosi in luce la prima di campionato con il Parma.
Ottimo il ritorno della formica atomica Giovinco, meno buono l’acquisto di Bendtner. L’espressione top player tanto abusata nel corso di questa torrida estate non si addice per niente al giovane danese, eterna promessa dell’Arsenal e non così superiore all’italiano Alessandro Matri, capocannoniere Juve della scorsa stagione.
Lucio a costo zero potrà rilevarsi un affare interessante. A Vinoso, infatti, sperano in un Pirlo bis.
Milan voto 6. Tanti acquisti, per carità, oltretutto di prospettiva come Zapata, Acerbi, Niang, Bojan assieme ai più maturi Montolivo, Pazzini e la ciliegina De Jong, il migliore tra gli arrivi assieme allo spagnolo. Tuttavia rimarranno indelebili nella memoria dei tifosi le partenze illustri di Ibra, Thiago Silva e Cassano e l’esodo della vecchia guardia, i senatori come Nesta, Seedorf, Gattuso, Indaghi e Zambrotta. Manca un terzino sinistro di qualità (lo si è cercato fino all’ultimo ma l’ostinato Mesbah ha fatto saltare l’operazione) e un attaccante da venti gol stagionali. Ci sarebbe Pato, certo, ma in compagnia dei suoi muscoli capricciosi non avrà vta facile.
Incomprensibile l’arrivo di Traore, c’è da pensare a un flop stile Taiwo, meno inspiegabile quello di Costant, giunto in rossonero in virtù del brutto infortunio estivo di Muntari.
Roma voto 6. Già la scelta dell’allenatore non è formidabile. Zeman è simpatico, afferma sempre ciò che nessuno ha il coraggio di dire e con lui le partite non saranno mai soporifere però non è certo un vincente ed è ciò che preoccupa maggiormente.
Molti acquisti, Destro e Balzaretti su tutti, accompagnati da parecchie scommesse, Castan, Dodò, Marquinhos, Piris, Tachtsidis, Bradley, americano come la società. Ciononostante le cessioni dei giovanissimi Borini e Bojan sono state davvero una svista madornale che a Roma potrebbero pagare a caro prezzo.
Fiorentina voto 7.5. Inequivocabilmente una delle regine del mercato. Il colpo più lucente è l’allenatore.
Vincenzo Montella è trai giovani tecnici più promettenti della massima categoria italiana. Apprezzabilissimi i Della Valle che stringono i denti e mantengono in rosa Jovetic, uno dei pochi big rimasti in serie A, rispedendo al mittente le varie offerte di City e Juventus.
Alla corte dell’aeroplanino sbarcano una sfilza di centrocampisti, tutti di qualità: Cuadrado, Fernandez, Aquilani, Pizarro, Valero (colpo strepitoso), Migliaccio, Llama.
Manca purtroppo l’attaccante tanto ricercato. Svaniti pian piano tutti gli obiettivi (Quagliarella, Babel, Borriello) e inscenata la beffa Berbatov dal cast della Juve (bulgaro poi accasatosi comunque lontano da Torino ossia al Fuhlam) Pradè, impeccabile fino a questo punto, riesuma dalla tomba degli svincolati nientepopodimeno che Luca Toni che cinque anni fa lasciò Firenze per il Bayern Monaco. Un ritorno più penoso che romantico.
Napoli voto 5. Quest’anno non c’è la Champion’s League e non ci sono scuse. I tifosi rivogliono in dietro la squadra avvincente di due anni fa, così spettacolare e così concreta.
Il mercato, però, dice il contrario. Nessun arrivo rilevante per puntellare la retroguardia. Lo straordinario Insigne compensa in avanti lo straordinario Lavezzi, anche lui, come molti, emigrato a Parigi. L’unico acquisto degno di nota è lo svizzero Beherami che rimpolpa comunque un centrocampo orfano di Gargano.
Pochi rincalzi di qualità per i partenopei che dovranno, dunque, sperare in una stagione brulla di eccessivi infortuni.
Lazio voto 5. Sarebbe meglio non pervenuta per l’esattezza. Effettivamente Lotito, che negli ultimi anni aveva infuocato il cuore dei tifosi con acquisti stile Klose, quest’anno preferisce passare la mano magari aspettando la riapertura dei cancelli di mercato nella sessione invernale.
Confermati i big come Hernanes, nonostante voci d’addio, il presidente punta tutto sul massiccio gigante Ciani, difensore proveniente dal Bordeaux e sulla scommessa Ederson, talentuosissimo centrocampista brasiliano mai esploso del tutto.
Molto discutibile la scelta optata per la panchina. Petkovic, soprannominato “Il Dottore”, per anni allenatore in Svizzera, non ha nessunissima esperienza italiana.
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