CRONISTORIA F1 / Quarto decennio 1981-89, l'avvento dei motori turbo

Ayrton Senna e la sua McLaren
Piero Ladisa. Nel 1981 cessarono le ostilità tra FISA e FOCA, fu sottoscritto il “Patto della Concordia”: contratto che obbligava le scuderie a competere nel Campionato nel Mondo, suddividendosi i proventi derivanti dai diritti televisivi. Questo accordo, consentì a Bernie Ecclestone di iniziare la scalata al controllo della F1 a livello finanziario. Quest’epoca fu dominata dai motori turbo, introdotti nel 1977. I turbo portarono al declino i motori Ford Cosworth. Grazie ai motori turbo le monoposto superarono i 1000 cavalli di potenza. Essi furono i più potenti nella storia della F1. Come se non bastasse, le monoposto furono dotate di un "overboost": tramite questa manopola, collegata nell’abitacolo, il pilota riusciva ad aumentare la potenza del motore. Inoltre a partire dalla stagione 1983 la FIA abolì, per motivi di sicurezza, il cosiddetto “effetto suolo aerodinamico”. Per limitare le prestazioni e la velocità delle monoposto, la FIA (nei campionati dall’ 84 all’88) introdusse regole restrittive per i motori turbo. Vennero aboliti nel 1989. Questo decennio vide il trionfo di piloti a bordo di monoposto inglesi. Solo la Ferrari riuscì a spezzare questo dominio. La scuderia di Maranello fece suoi i titoli costruttori del 1982 e 1983. Nelson Piquè trionfò con Brabham (1981-1983) e Williams nel 1987. Keke Rosberg ebbe la meglio sui rivali nel 1982 a bordo della Williams. Niki Lauda (ritiratosi nel 1979 e ritornato in F1 nel 1982) su McLaren si laureò campione nel 1984. Alan Prost, soprannominato il “professore”, trionfò alla guida della McLaren nei mondiali 1985-1986 e 1989. Ayrton Senna si laureò campione nel 1988 a bordo della McLaren. Gli anni ’80, in F1, si ricordano soprattutto per il duello, molto acceso, tra Senna e Prost. Questa rivalità raggiunse l’apice nel triennio 1988-1990. I due piloti si affrontarono sia in pista che fuori. Celebri due episodi, che sono rimasti immortalati nella storia di questo sport. Il primo episodio si verificò durante il GP del Giappone, a Suzuka, nel 1989. I due piloti della McLaren, erano in lotta per il mondiale e a sei giri dal termine della corsa si toccarono all’ultima curva del circuito, la chicane del “triangolo”. Prost chiuse la traiettoria a Senna e il contatto fu inevitabile. Con entrambi out il titolo sarebbe andato al francese. Il “professore” terminò la sua gara in quel momento. Il brasiliano, invece, rientrò in pista grazie all’aiuto dei commissari e percorse un intero giro con l’ala anteriore danneggiata. Dopo la sosta ai box, Senna riuscì a recuperare diverse posizioni e terminò la gara in prima posizione. Con questo piazzamento, complice il ritiro di Prost, il brasiliano era iridato. Senna, però, fu squalificato dal collegio dei commissari di gara per essere rientrato in pista tagliando la chicane. Questa decisione “politica” sancì, in maniera definitiva, la rottura tra i due piloti e tra il brasiliano e la Federazione. Quest’ultima era diretta da Jean Marie Balestre, connazionale di Prost. Senna, profondamente rattristato, considerò il ritiro dalle corse parlando di cospirazione escogitata dal Presidente della FIA ai suoi danni. La Federazione, invece, minacciò al brasiliano la revoca della superlicenza per guidare in F1 e gli venne inflitta una squalifica di sei mesi con la condizionale. Il secondo episodio si verificò nel 1990 sempre a Suzuka. Il brasiliano riuscì ad ottenere la sua, personale, vendetta. La classifica del mondiale sorrideva a Senna, Prost era costretto ad inseguire. Il brasiliano era alla guida della McLaren, il francese della Ferrari. Senna partito in pole fu sopravanzato, sul rettilineo iniziale complice la partenza dal lato sporco della pista, da Prost. Il “professore” chiuse, in prossimità della prima curva, la traiettoria al brasiliano. Quest’ultimo volutamente ritardo la frenata: il contatto fu inevitabile ed entrambi furono costretti al ritiro. Con i due out Senna divenne iridato per la seconda volta. Il brasiliano al termine della gara dichiarò: «A volte le gare finiscono a sei giri dal termine, a volte alla prima curva». Chiaro era il riferimento all’episodio dell’anno precedente.

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