Serie A 1979-80. L'ultima "italiana" fra razzi e scommesse

(Ansa)
di NICOLA ZUCCARO - L'11 maggio 1980 si conclude uno dei campionati di Serie A più turbolenti della storia del calcio italiano. Esso, per uno strano scherzo del destino, ebbe come epicentro lo stadio Olimpico di Roma. L'impianto capitolino che, nelle settimane successive, ospiterà alcune gare dell'Europeo per Nazioni, salì per 2 volte agli onori delle cronache calcistiche e non. 

La prima, in ordine cronologico, il 28 ottobre 1979. Erano da poco passate le 14.30, quando a pochi minuti dall'inizio di Roma-Lazio (Derby romano, poi terminato sull'1-1), nel corso di "Tutto il Calcio minuto per minuto", il radiocronista Claudio Ferretti annunciò la morte di Vincenzo Paparelli. Tifoso laziale, Paparelli fu colpito mortalmente da un razzo proveniente dalla Curva Sud - settore della tifoseria romanista - e dirimpettaio alla Curva Nord, cuore del tifo laziale. Il tragico episodio, che aprì la lunga stagione della violenza negli stadi italiani, turbò il sereno svolgimento del campionato 1979-80. Passarono 5 mesi da quella drammatica domenica, quando, il 23 marzo 1980, sempre allo Stadio Olimpico si registrò un altro episodio; questa volta eclatante, ma non dalle conseguenze mortali. Erano da poco passate le 18.30, quando nel corso di Novantesimo Minuto, furono riprese in diretta le immagini di taxi e auto della Polizia che stazionavano sulla pista di atletica. Inizialmente non si capì il motivo della presenza di questi automezzi. Ma da successivi aggiornamenti si apprese degli arresti di calciatori e di dirigenti, sia in Roma che in Milano.

L'Italia pallonara e non fu improvvisamente sconvolta dal Totonero, meglio noto come Calcioscommesse. Da Paolo Rossi a Bruno Giordano, da Enrico Albertosi a Federico Colombo (rispettivamente portiere e presidente del Milan), da Pino Wilson a Lionello Manfredonia (entrambi calciatori laziali), l'elenco dei calciatori finiti sotto processo fu quasi interminabile. A seguito dei deferimenti richiesti dalla Procura Federale alla rispettiva Corte di Giustizia, furono retrocesse in Serie B Milan, Lazio e Pescara. Quest'ultimo retrocesso sul campo e inizialmente inquisito, fu poi assolto nonostante l'iniziale richiesta di penalizzazione, avanzata dal Procuratore. Fu l'epilogo di un Campionato vinto dall'Inter e l'ultimo con la presenza in campo di soli calciatori italiani, prima della riaperture delle frontiere ai giocatori stranieri. Essa fu deliberata 2 giorni prima, il 9 maggio 1980, dal Consiglio Federale.

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