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Mondiali: si comincia oggi con la gara tra Russia e Arabia Saudita

MOSCA - Comincia ufficialmente oggi il Mondiale di Calcio di Russia 2018 con la partita d'esordio tra Russia e Arabia Saudita. Direttamente dal Luzhniki Stadium di Mosca, appositamente realizzato per l’evento, le due formazioni si affrontano in una sfida senza esclusione di colpi, già importante e decisiva per le sorti del Gruppo A, completato da Egitto e Uruguay.

L’evento partirà dalle 17 (ora italiana) e sarà mandato in onda in diretta dalle reti Mediaset. La partita verrà preceduta dalla cerimonia d’apertura ufficiale del campionato del mondo di Russia 2018.

Inoltre, allo stadio di Mosca, saranno presenti i leader di Azerbaigian, Ruanda, Armenia, Kazakistan, Libano, Moldavia, Panama, Paraguay, Tagikistan, Uzbekistan, oltre al principe ereditario dell’Arabia Saudita.

Fernando Hierro ct della Spagna

Sarà Fernando Hierro a guidare la Spagna ai Mondiali dopo il clamoroso esonero di Julen Lopetegui. L'ex difensore e capitano del Real era il direttore tecnico della Nazionale. Grande esperienza da calciatore, ma una sola panchina nel 2016-17 con l'Oviedo, in seconda divisione.

Calcio. Busacca: "Bene il Var ai Mondiali di Russia 2018, ma senza abusarne"

ROMA - "Siamo molto contenti di aver potuto introdurre per la prima volta in questa competizione la tecnologia: quando parliamo di qualcosa di importante, bisogna guardare ad ogni dettaglio e permettere che la competizione possa essere giocata in modo corretto. Non dico onesto perché gli arbitri lo sono anche senza la tecnologia" ha dichiarato Massimo Busacca, responsabile del dipartimento arbitrale Fifa, ospite di 'Radio Anch'io Sport' su RadioUno.

"Dovremo essere bravi a usarlo nel modo giusto, senza abusarne perché altrimenti si creerebbe confusione, per prendere la decisione iniziale e finale in campo. E' l'arbitro che deve essere sempre al momento e al posto giusto, perché possa decidere all'inizio e alla fine: se poi la decisione sarà sbagliata qualcuno interverrà, ma l'arbitro deve stare in campo come se la tecnologia non ci fosse. Ci hanno garantito che tutto funzionerà ma saremo pronti anche al piano B. Abbiamo arbitrato sempre senza tecnologia e alla fine dovremo essere anche più bravi di questa, che abbiamo creato noi. Speriamo funzioni, ma qualora capiti un problema, ne verremo fuori: a un Mondiale bisogna essere pronti a tutto. Gli arbitri sono tutti pronti ma davanti allo schermo non ci vanno tutti. Sono cresciuti in ogni parte del mondo però ci sono ancora differenze, così come per le squadre. Oggi quelli che andranno in campo garantiscono a livello tecnico, medico e fisico e davanti ai video ci andranno quelli che offrono garanzie. Ai Mondiali non ci saranno regali, andranno in campo e davanti al video chi meriterà e offrirà garanzie. L'Italia ci ha aiutato moltissimo in questo progetto. Noi abbiamo dato il la all'inizio ma se non avessimo avuto delle federazioni membre come l'Italia, partite per dimostrare che il Var può funzionare, non saremmo qui pronti. Grazie all'Italia, al Portogallo e all'Olanda: l'arbitraggio deve essere una cosa semplice, sarà sulla medesima linea dei campionati che lo hanno sperimentato. Non sarebbe pensabile iniziare un Mondiale senza uniformità di giudizio. E' un po' di tempo che sento la stessa musica ed è il caso di dimostrarlo. E' come un giocatore che scende in campo dimenticando la tattica dell'allenatore. Non dovesse esserci, come potrebbe pretendere l'arbitro al video di intervenire e far cambiare idea a quello in campo? Ovvio che ci saranno ancora delle zone 'grigie', non sempre su alcuni episodi c'è un'uniformità di parere tra chi li giudica in video". 

Nainggolan: "Non andare al Mondiale è qualcosa che sto ancora elaborando"

ROMA - "Non andare al Mondiale è qualcosa che sto ancora elaborando, non è facile anche perché mi rivedo negli spot pubblicitari" ha dichiarato il centrocampista della Roma e del Belgio, Radja Nainggolan, durante un'intervista rilasciata al programma Vier della tv belga 'Gert Late Night' "e fa male, però cerco di prenderla positivamente, mi sforzo di pensare che avrò tre settimane di vacanze in più. Quando il ct Martinez è venuto a Roma per incontrarmi ho capito che cercava una scusa per non convocarmi, mi diceva che sono un giocatore fantastico, ma che non mi avrebbe potuto dare il ruolo che ho nella mia squadra di club, sosteneva di non avere ancora deciso, ma per me era chiaro che non mi avrebbe convocato. Gioco in Italia da anni, il campionato più tattico d'Europa e anche in Nazionale ho fatto il mio, eppure dopo l'amichevole con la Spagna sono stato escluso. Capisco che bisogna essere un esempio per i giovani, ma faccio il calciatore, non l'educatore o l'insegnante, secondo me bisognerebbe valutare le prestazioni, il verdetto del campo, non quello che succede all'esterno. Martinez o no, ho preso la mia decisione, non giocherò più per il Belgio, non intendo ricominciare. Ci sono tanti giocatori, io ho già 30 anni e sono un uomo di parola. Il calcio mi ha stancato per tutto quello che gira intorno, continuo ad amare questo sport e mi diverto sempre quando sono in campo, ma vedo anche un mondo pieno di menzogne, è diventato tutto e solo un business".