Basket: domenica 14 gennaio l'Happy Casa Brindisi affronta la Pallacanestro Cantù

BRINDISI. Dopo le due vittorie consecutive contro Varese e Reggio Emilia è tornato l’entusiasmo e ottimismo in casa Happy Casa Brindisi. 

"Le vittorie aiutano certamente a lavorare meglio e soprattutto hanno un feedback immediato nei giocatori al livello d’efficacia del lavoro quotidiano svolto. Attenzione però a non dimenticare le nostre carenze. Dobbiamo proseguire su questa strada, ottimizzando tempi e risultati nel miglior modo possibile" ha dichiarato il coach dell'Happy Casa Brindisi, Frank Vitucci.

"Abbiamo ancora avuto qualche problema fisico in settimana che non ha permesso di allenarci al massimo. Giuri sta riprendendo gradualmente il lavoro giornaliero ma non ha ancora disputato un 5 contro 5. Spero per domenica di avere tutti a disposizione e per il breve-medio termine sono convito che i giocatori finora meno utilizzati come lo stesso Giuri o Donzelli e Cardillo possano darci un apporto decisamente più incisivo. La Pallacanestro Cantù è una squadra di grande talento che utilizza molto le proprie individualità sfruttandole al meglio. Hanno il potenziale offensivo leader del torneo e amano molto correre per sprigionarlo a campo aperto. Dovremo perciò con umiltà pensare a difendere bene e scegliere oculatamente le letture opportune durante l’arco dei 40 minuti. Ci aspetta un match di grande diligenza, la classica prova di maturità cestistica in cui sarà necessario uno sforzo estremamente importante da parte di tutti noi. Sarà una partita molto difficile ma sono sicuro che arriveremo alla palla a dure preparati dal punto di vista mentale e tecnico consci che il raggiungimento della vittoria avrebbe un valore importantissimo".

Calcio. Pallotta: "Non si può essere un marchio globale senza avere lo stadio di proprietà"

ROMA - "Non si può essere un marchio globale senza avere lo stadio di proprietà. Vogliamo che l'1% dei tifosi di calcio nel mondo scelgano di seguire la Roma come seconda squadra. Vogliamo essere la seconda squadra di tutti. Fino a 5 anni fa pensavo che il calcio fosse un gioco orribile, non riuscivo a capirlo, ora sono fuori di testa per il calcio" ha dichiarato il presidente della Roma, James Pallotta, a Londra durante il meeting 'Leaders in Sport'.

"Tutti a Roma vogliono questo stadio tranne forse i tifosi della Lazio, ma ci potranno giocare una volta a stagione. Nel nuovo stadio verrà usata la tecnologia plug-and-play. La realtà virtuale? È bella, ma ha bisogno delle versioni tre e quattro per avere un senso. L'esperienza dei tifosi determina la tecnologia utilizzata: non c'è bisogno di inserire le ultimissime novità hi-tech se non richieste. Stiamo passando molto tempo nel decidere che tipo di misure di sicurezza ci saranno, che tipo di riconoscimento facciale useremo. Da qui a tre anni, le cose saranno diverse rispetto ad oggi".

Calcio. Capello: "Non sono interessato alla panchina dell'Italia"

"Non sono interessato alla panchina dell'Italia. Spero che la Nazionale finisca in buone mani ma soprattutto c’è bisogno di sfornare giocatori di livello, perché senza giocatori puoi anche mettere l’allenatore migliore ma non si va da nessuna parte" ha dichiarato l'allenatore dello Jiangsu Suning, Fabio Capello, ospite nella trasmissione 'Originale' su Sky Sport 1.

"Ramires è un giocatore molto bravo, per noi è importante. Saremmo contenti se rimanesse allo Jiangsu Suning, se dovesse andare all’Inter sarebbe un rinforzo. Non dipende dall’Inter e nemmeno da noi, dipende dal fair play finanziario e da tanti altri parametri che legano i nerazzurri. Mi sento partecipe della situazione dell’Inter, vesto la maglia della società. Sono arrivato per rinforzare lo Jiangsu e ancora non abbiamo fatto grandi cose o grandi acquisti. Quindi mi sento vicino sia ai problemi dei nerazzurri che ai nostri".

Calcio. Khedira: "Voglio vincere tutto con la Juventus: sono pronto al rinnovo"

TORINO - "Confermarsi campioni d'Italia non sarà semplice, anzi sarà difficile ripetersi" ha dichiarato il centrocampista della Juventus Sami Khedira ai microfoni di Sky Sport 24.

"Quest’anno è diverso dagli altri anni, perché in cima alla serie A ci sono tanti top team, il Napoli sicuramente, poi Inter, Roma e Lazio, e ovviamente Juventus, per questo è ancora più difficile vincere lo scudetto e dobbiamo lavorare ancora più duramente per provare a vincerlo. E’ importante restare molto concentrati, ma secondo me è ancora più difficile ripetersi. In Champions League, nella prima fase può mostrare qualche squadra sorpresa, ma è dagli ottavi di finale che inizia il vero torneo. Non ho una sola favorita. C’è il Bayern Monaco con il nuovo allenatore, il Manchester City o il Psg che ha una grande disponibilità economica e giocatori di qualità, il Barcellona, il Real Madrid e la Juventus. Ci sono molti club che possono vincerla. Se dovesse vincerla la Juve, Buffon realizzerebbe uno dei sogni che continua a inseguire e magari, almeno in parte, la delusione della mancata qualificazione al Mondiale verrebbe compensata. L’Italia è uno dei più grandi Paesi nella storia del calcio. Non ricordo l’ultima volta che l’Italia non si è qualificata, penso non fossi ancora nato. E’ brutto per me e per i miei compagni che giocano in Nazionale. E’ brutto anche per la Coppa del Mondo non avere la nazionale italiana, ma è successo, adesso c’è una nuova sfida per il calcio italiano per ritornare e magari in futuro provare a vincere qualcosa di grande". Adesso ho 30 anni. E posso dire che l’età è solo un numero. Un uomo deve stare attento a se stesso e deve sapere cosa fare. Per me è una questione di attitudine. Sono ancora affamato, voglio vincere tutto, perciò voglio giocare ancora per diversi anni nei campionati più importanti d’Europa. Adesso sono in Italia e per me questa è oggi una delle 4 leghe al top nel mondo. Non so perché la gente dica che voglio andare nella MLS. Nell’ultimo anno ho giocato più di 46 partite ad altissimo livello, come mai prima in carriera,  e quest’anno mi sto ripetendo, fisicamente sono nel massimo della forma. Perché, quindi, dovrei andare a giocare negli Usa e perdere l’opportunità di giocare molti anni in Europa? Posso assicurare che adesso non c’è nessuna possibilità che a gennaio e la prossima estate io possa andare a giocare negli Usa. Alla Juve prima di tutto devo dire che sono molto felice. Quando sono arrivato, due anni e mezzo fa, non è stato facile cambiare la mentalità, diversa da quella di Madrid e da quella tedesca. Adesso so cosa è il calcio italiano e so cosa vuol dire giocare nella Juve. Sto bene, amo la città, la vita di Torino e i tifosi della Juve, percepisco il loro affetto. Se mi chiedessero di rinnovare il contratto, direi di sì. Sicuramente. Per tutti questi motivi. Perché sono felice qua e gioco al top. Sarebbe un’opportunità da cogliere. Né l’allenatore, né la società mi hanno mai criticato, cercando di tirare fuori il meglio da me e io lo faccio con me stesso. L’unica cosa di cui parliamo è come migliorare, non hanno mai criticato il mio gioco. Penso che il calcio sia cambiato un po’ negli ultimi anni, è molto importante lavorare con la squadra e con i preparatori atletici, ma abbiamo molte partite e quindi dobbiamo fare di più rispetto alle due ore di lavoro, mi alleno con alcuni specialisti per ottenere il massimo da me stesso, lavoro per stare meglio e per essere più forte nella mobilità e nell’agilità. Ho grande attenzione per il mio equilibrio psicofisico ed è cambiato il mio modo di mangiare. E’ come in F1 se utilizzi una benzina scadente, dopo un giro sei fuori. Sono un professionista ed è importante cosa mangio, per questo cerco di mangiare bene: molto pesce, carne, verdure. Niente zuccheri raffinati, come quelli negli snack, evito il frumento. Ci sono tante cose che si possono mangiare e grazie a questo ho perso molti chili". 

Calcio. Di Francesco: "La Roma non ha dimostrato di essere ancora da scudetto"

ROMA - "La Roma non ha dimostrato di essere ancora da scudetto: anche in precedenza doveva fare quel salto di qualità che in questo momento non ha fatto per lottare per il tricolore. Siamo indietro, dobbiamo cercare di fare del nostro meglio per dare più fastidio e migliorare la nostra posizione in classifica" ha dichiarato l'allenatore della Roma Eusebio Di Francesco, ospite allo stand 'Ferrante' nel corso della manifestazione di 'Pitti immagine' a Firenze.

"Ricordiamoci sempre che abbiamo una partita da recuperare. A me non piace quando si guardano solo le ultime quattro gare. Guardiamo quelli che sono stati questi mesi, dove si sono viste ottime cose. In quest'ultimo periodo la squadra sta facendo sicuramente male ma il desiderio di tutti e la voglia è quella di rimetterci in carreggiata per cercare di migliorare sia la posizione in classifica che portare avanti il discorso Champions a cui teniamo. La Roma fino a venti giorni fa era la squadra rivelazione, era la squadra che ha fatto benissimo in Champions, per quello non possiamo essere quelli visti ultimamente, ed in particolar modo nel primo tempo contro l'Atalanta dove la squadra ha dato una cattiva impressione così come il suo allenatore. Noi lavoreremo con positività perché nel nostro ambiente si è molto negativi e si traggono dei giudizi prima troppo positivi adesso eccessivamente negativi. Ritengo che questa squadra debba avere un equilibrio, come l'ha avuto in campo, e ritrovarlo, ed io sono il primo a dover trovare il bandolo della matassa per riportarla ai livello che ha avuto in precedenza. Sono sicuro che ce la farò. Nainggolan è stato sempre nel gruppo, si è sempre allenato, è stato solo non convocato contro l'Atalanta e partirà titolare con l'Inter. Radja è stato il primo a scusarsi, il primo a 'mettersi in tribuna' con i nostri dirigenti, non c'è un caso. C'è stata una scelta etica e morale per quello che è accaduto. Non voglio ripetere sempre le stesse cose, mi piace di più parlare di quello che è accaduto fino a venti giorni fa, di quello al quale devo lavorare io, principalmente dal punto di vista mentale. Non ho parlato con Pallotta per il mercato perché il mio riferimento societario è sempre stato Monchi, che sentirò anche più tardi. Non sta a me parlare di mercato, io faccio il tecnico e do' delle direttive tecniche, loro si occuperanno sia delle possibilità, sia degli avvicendamenti anche dei giocatori che abbiamo, per quelle che saranno le scelte societarie". 

Calcio. Nicchi: "Il Var sta andando meglio delle previsioni"

ROMA - "Il Var sta andando meglio delle previsioni. Ormai siamo in grado di poter dire dopo soli 4-5 mesi di applicazione e comunque dopo il girone di andata che i risultati sono positivi. Lo strumento fa giustizia e gli arbitri lo utilizzano con grande entusiasmo. Poi, stiamo lavorando per migliorarlo, ma i risultati sono incoraggianti. La Fifa e La Uefa ci prendono come esempio da esportare perché l'Italia sta diventando, dal punto di vista arbitrale, un punto di riferimento nel mondo" ha dichiarato il presidente dell'Associazione Italiana Arbitri, Marcello Nicchi, a Radio Crc elogiando l'utilizzo del Var in Serie A.

"E' ovvio che bisogna prendere l'abitudine al mezzo elettronico, deve esserci una sinergia tra l'arbitro in campo, il Var e l'operatore che fornisce le immagini. Lavoreremo su questo e a Coverciano inaugureremo una sala di allenamento Var dove gli arbitri durante i raduni si alleneranno dal punto di vista fisico, mentale e anche al Var, e verrà utilizzato anche da altre federazioni straniere. Tutti quelli che vogliono bene al calcio e amano la giustizia devono darci una mano ed incoraggiare l'utilizzo dello strumento. Ritengo offensivo pensare che alcuni arbitri  rifiutino la tecnologia: gli arbitri sono entusiasti. C'e' però un protocollo molto complesso e che sarà da aggiustare alla fine del campionato e applicarlo non riesce facile a tutti, ma quando l'arbitro sbaglia nel prendere una decisione, bisogna sapere se l'atteggiamento è dovuto alla negligenza dell'arbitro o all'applicazione ferrea del protocollo. Calvarese mai al Var? Siamo in fase abbastanza sperimentale e qualche discrasia da sistemare può esserci. Non mi va di parlare del singolo arbitro, ma di far sapere la verità: l'arbitro in campo resta centrale perché è colui che prende la prima e l'ultima decisione. Il protocollo dice che di fronte ad un eventuale fallo di mano, l'arbitro in campo giudica e quando il Var chiama il direttore di gara chiedendo se ha visto il fallo di mano, se l'arbitro è convinto che quel fallo è involontario, mette automaticamente in fuorigioco il Var. Il Var non può dire all'arbitro 'vai a vedere il fallo', resta valida la sensazione del campo. Il Var rende sereno l'arbitro perché va in campo come se non ci fosse, ma se capita un errore, sa che c'è chi può correggerlo, per cui il Var tranquillizza l'arbitro, il pubblico, gli allenatori, i giocatori, tutti. Si impiega molto meno tempo nell'andare a rivedere le immagini piuttosto che allontanare chi protesta estrarre cartellini e via dicendo, quindi col Var si guadagna anche tempo nella decisione. Su 900 casi, in totale, sono stati commessi solo 5 errori quindi il bilancio è positivo. Il Var ha restituito serenità negli stadi, sono finite le proteste e questo è importante anche per le società che non vedono più calciatori squalificati per proteste perché adesso tutti aspettano e accettano le decisioni, non ci sono più le entrate temerarie e sono aumentati del 35% i calci di rigore perché le telecamere vedono tutte le trattenute. La soddisfazione più grande è che tutto il mondo ci guarda e non guardano solo gli arbitri bravi, ma i comportamenti, gli stadi, i rapporti con i calciatori, guardano gli allenatori e il calcio italiano sta facendo una grande figura e sono davvero felice".

Motogp. Iannone: "Voglio vincere con la Suzuki: nella vita vale la pena combattere per ciò che si vuole davvero"

ROMA - "Non è stato facile accettare la situazione in cui mi sono trovato dopo gli ultimi due anni in MotoGP. Dall’essere pilota ufficiale Ducati, sempre nelle prime posizioni, ad arrivare diciottesimo, è stata una roba inaspettata, ero impreparato, ho preso una botta di quelle dure" ha dichiarato il pilota ufficiale del team Suzuki, Andrea Iannone, al giornale Riders Magazine.

"C’erano giorni in cui non riuscivo proprio a parlare, non pensavo altro che a quello, vedevo tutto nero. Capito? Ma poi pensavo: ho 28 anni, posso svegliarmi la mattina ed esaudire ogni mio desiderio, che sia comprarmi una macchina, una moto, o scomparire senza dirlo a nessuno. Quindi che motivo ho io di essere infelice, triste, per cosa? Che diritto ho di lamentarmi? E mi ripetevo che avevo il dovere di continuare a dare il massimo, nonostante le difficoltà. Io voglio vincere. Ho imparato a essere più paziente, più realista, però quella cosa là ce l’ho sempre. Voglio vincere, è l’unica cosa che conta. Non mi ha mai regalato niente nessuno. Io ho sempre fatto da solo, senza contatti, protezioni e ho sempre scombussolato tutti i piani. In minimoto, poi in125, Moto2, in Ducati. Ogni cosa che mi sono guadagnato me la sono presa di prepotenza. Quindi se ci penso, nella vita, io ho già vinto. Il fratello di Belen Rodriguez una volta mi ha invitato al suo compleanno, avevamo degli amici comuni, non me la sono andata a cercare. Però la prima volta che l’ho vista e che ci ho parlato sono impazzito, mi ha colpito la sua fragilità, la sua umanità. Io vedevo solo lei, capito? A Ibiza io mi svegliavo presto per allenarmi, perché sapevo che lei si alzava all’una, così quando avevo finito potevo già andare a trovarla. E se dovevo partire da qualche parte, facevo tutto in giornata. Perché lontano da lei ero preoccupato. Te lo giuro. E non per gelosia, è molto più gelosa lei di me. La mia moto è vita, la mia famiglia è vita e lei, Belen, ti garantisco che per me è una cosa veramente bella. Nella vita vale la pena combattere per ciò che vuoi davvero. E per me non ci sono limiti. Una testa senza limiti può arrivare ovunque".