Calcio. Tavecchio: "Le riforme in Lega? La cosa importante è la riforma dello statuto"

ROMA - "Le riforme in Lega? Il commissario ha carattere di ordinarietà per la gestione, la riforma del campionato è un provvedimento straordinario. Ha poteri che devono essere ratificati dall'assemblea e quindi serve una maggioranza qualificata per cambiare il format. La cosa più importante per un commissario è la riforma dello statuto, ed è questo l'obiettivo più importante che ho in mente" ha dichiarato il presidente della Figc e commissario della Lega di Serie A, Carlo Tavecchio, ai microfoni di 'Radio Anch'io Sport' su RadioUno.

"Abbiamo applicato un principio fondamentale di indipendenza della federazione, li ho indicati io e illazioni e considerazioni li lascio fuori dalla polemica. C'erano le condizioni per fare un presidente ma fattori di natura economica ha portato i presidenti a dividersi ancora. Ho una maggioranza risicata? Dieci contro sette mi sembra una maggioranza gestibile in questo momento, e anche per il commissariamento c'è stata unanimità. Ma non si discute in termine di maggioranza e minoranza, non siamo in politica, bensì di progetti. Mi auguro di fare presto, bene e in fretta, non è una carica che agognavo ma un impegno notevole. Se non risolvessi dopo sei mesi? La parte strutturale e statutaria penso non sia difficile, alla questione che invece riguarda i reparti, se non si trovano soluzioni ragionevoli, ci penserà il governo. Non possiamo pensarci noi. Il campionato a 18 squadre? Ho sempre pensato a raggiungere questo obiettivo, il problema è che la decisione dei format è legata a modelli culturali che dipendono da delibere assembleari qualificate, ed è difficile portarlo a termine. Introdurre i play-off ed i play-out? Sono idee innovative e nei tornei dilettanti ci sono già, così come nel calcio a 5 nazionale. Bisogna studiare delle forme nuove, introdurre qualche correttivo per evitare queste situazioni. Ma è un campionato buono, che ha messo in evidenza le cinque squadre che si prevedeva: l'importanza della Juve è fuori discussione, ma Roma e Napoli stanno riducendo il gap e spero che in futuro ci sia più competitività". 

Calcio. La Juventus fa 4 goals al Genoa: scudetto più vicino

TORINO - Un poker al Genoa per fare altri tre passi verso il sesto scudetto consecutivo. La sentenza dello Stadium non risparmia il Grifone: la Juventus si impone 4-0 nella partita che per Massimiliano Allegri era quella del titolo. Solo la matematica non si è ancora rassegnata, ma anche se la Roma dovesse vincere a Pescara, resterebbe a -8 a cinque giornate dalla fine. Un vantaggio enorme per una squadra sempre più convincente e che appena quattro giorni fa ha mandato a casa il Barcellona, staccando il pass per le semifinali di Champions League. Temeva "l'esaltazione del momento" 'mister Max', ma alla sua squadra bastano 18 minuti per archiviare la pratica ligure. C'è anche un pizzico di fortuna a spianare la strada della "Signora" che, al 17°, passa per un autogol di Munoz. Sull'aggancio non perfetto di Marchisio, l'argentino non riesce a evitare il rimpallo che diventa fatale per Lamanna. Pochi secondi e arriva la seconda sberla e questa volta c'è tanta Juve perchè è splendida l'azione Higuain-Dybala-Khedira-Dybala con la "Joya" che di sinistro batte Lamanna. Al 41° Mario Mandzukic segna il 3-0 con uno splendido piatto destro che chiude un'azione avviata proprio da lui. La Juve fa quello che vuole e si diverte. Bonucci al 53° si vede annullare un gran gol per il presunto fallo di un compagno, ma il 19 bianconero non ci sta e decide di fare tutto da solo: passeggiata di 50 metri e destro da fuori area che, leggermente deviato, non trova pronto Lamanna: 4-0. Potrebbe fermarsi la squadra di Allegri, ma non ne ha nessuna voglia e continua il tiro al bersaglio. Ed è così che, in serie, arrivano i legni di Marchisio, Higuain e Asamoah. Anche Dybala sfiora il pokerissimo, è una Juve mai sazia. Allegri ne approfitta per regalare l'esordio a Mandragora, finisce 4-0, la Juve vola verso il sesto scudetto consecutivo con il chiodo fisso del "triplete".

Impianti sportivi a Molfetta: la protesta del Coni Puglia

BARI. La gestione dell'impiantistica sportiva a Molfetta non va giù al Coni Puglia. Il comitato olimpico regionale ha infatti inviato una nota al Commissario del Comune molfettese, Mauro Passerotti, lamentando la disastrosa situazione impiantistica nella città adriatica.

La piscina comunale risulta chiusa da oltre un anno, per la palestra dedicata al tennis-tavolo il Comune continua a litigare con la Federazione incurante dei disagi per utenti e società sportive, e gli altri impianti comunali necessitano di interventi di manutenzione e adeguamento, a cominciare dallo stadio Giosuè Poli fino alla palestra di hockey e ai campi sportivi. Inoltre sono sospesi da oltre 2 anni i lavori di costruzione della nuova pista di atletica leggera che risulta ormai una chimera per centinaia di sportivi e per le prestigiose società sportive di Molfetta. La nota del Coni Puglia stigmatizza come il Commissario abbia approvato due delibere di indirizzo per l’affidamento gestionale sia della piscina sia del Pala Panunzio, senza alcuna condivisione con l’ente sportivo competente per lo sport, e in contrasto con una visione di “Sport per tutti” che deve garantire un’ampia accessibilità degli impianti sportivi pubblici per lo svolgimento di attività agonistiche, socio-sportive ed educative rivolte ai giovani e alle fasce deboli della popolazione.

Pertanto la situazione diventa sempre più critica e l’unica iniziativa amministrativa risulta in controtendenza rispetto alla possibilità concreta che gli impianti sportivi possano effettivamente esse riaperti per funzionare ed erogare servizi fondamentali ai cittadini.

Dopo questa gestione fallimentare dello sport da parte del Commissario prefettizio l’appello del Coni è ai candidati Sindaci e futuri amministratori perché si impegnino per lo sport assicurando nei propri programmi un’adeguata attenzione all’impiantistica sportiva.

Tennis. A Barletta Italia-Taipei 3 a 0, le azzurre rimangono in B

di FRANCESCO LOIACONO - A Barletta l’Italia ha vinto per 3-0 in casa contro Taipei e si è salvata. Resta nella serie B di tennis donne dopo la seconda e ultima giornata dello spareggio di FederationCup. Sara Errani ha battuto in tre set la Ya-Hsuan Lee. Nel primo set in vantaggio 3-0 l’azzurra. Ma l’avversaria ha impattato 3-3. La romagnola ha iniziato a sbagliare e la Lee si è imposta 6-3.

Nel secondo set in avanti 2-0 la tennista di Taipei. Sara ha raggiunto il 2-2. La nostra tennista ha esibito eccellenti top spin, demi voleè rovesci incrociati e dritti che non hanno consentito alla Lee di replicare. Sara si è aggiudicata questo set per 6-2.

Terzo e ultimo set. Subito sul 3-0 la Lee. Ma l’italiana trascinata dal tifo dei 1500 spettatori che hanno riempito con entusiasmo il circolo di tennis “Hugo Simmen” sulla terra rossa ha ribaltato 4-3. L’avversaria l’ha messa leggermente in difficoltà con dei potenti aces. La Errani però con vigore ha mostrato dei notevoli colpi da fondo campo, un grande servizio e precisione sotto rete. Ha vinto il set e l’intera partita per 6-3. Onore alle azzurre che hanno meritato certamente la permanenza nel World Group di B. Grande felicità a fine confronto per i supporters azzurri.

Premiata anche la scelta nella prima giornata della capitana non giocatrice Tatiana Garbin di schierare la ventitreenne Martina Trevisan al debutto in FederationCup la quale non ha avuto la minima emozione nel dare il suo determinante contributo, per ovviare alle assenze di Francesca Schiavone e Roberta Vinci. Queste ultime due non c’erano a Barletta perché impegnate in tornei in giro per il mondo. L’Italia nella prossima stagione dovrà cercare di tornare nella serie A di FederationCup di tennis donne.

Calcio: Serie B. Verona al secondo posto con Pazzini e Zuculini

di NICOLA ZUCCARO.  Minimo sforzo, massimo risultato. E' la simbiosi applicata con una rete tempo ( Pazzini e Zuculini) dall'Hellas Verona che ha espugnato il San Nicola, al cospetto di un Bari sempre più in crisi di risultati e di gioco. In virtù di questo successo, gli scaligeri scavalcano il Frosinone ( sconfitto al Liberati per 2-0 dalla Ternana) e si portano al secondo posto, a ridosso della Spal che al Francioni sconfiggono il Latina per 2-1 e relegandolo all'ultimo posto della graduatoria, allunga la vetta a quota 70 punti.  Il terzetto di testa, scaturito dai risultati della 37ma giornata, resta provvisorio per la possibilità concessa dalla classifica, secondo la quale i Play Off possano ancora disputarsi. E' la speranza del Cittadella che al Tombolato sconfigge il Carpi con un sonoro 4-1 e dello Spezia che al Picco prevale per 2-0 nel Derby Ligure sulla Virtus Entella. Una volata che proseguirà già martedì 25 aprile con la Serie B che sarà nuovamente in campo per l'ultimo turno infrasettimanale della stagione 2016-17.

Tragedia nel ciclismo: muore Michele Scarponi in un incidente stradale in bici

Tragedia per il ciclismo italiano: é morto Michele Scarponi, dopo essere stato investito da un autocarro mentre si allenava nei pressi del suo paese natale in provincia di Ancona, Filottrano. Aveva 37 anni e gareggiava per l'Astana. Lascia la moglie Anna e due figli gemelli, Giacomo e Tommaso. L'incidente è avvenuto ad un incrocio: secondo le prime ricostruzioni, l'autista dell'autocarro, un 57enne del posto, non avrebbe visto il ciclista e lo avrebbe dunque centrato in pieno. Sull'episodio è stata aperta un'indagine e sequestrati i mezzi su disposizione del magistrato di turno.

Per quel che riguarda Michele Scarponi, detto anche "l'aquila di Filottrano", nato ad Osimo il 25 settembre 1979, era diventato professionista nel 2002. Lo scalatore azzurro ha vinto il Giro d'Italia 2011 (tre volte e' arrivato quarto) dopo la squalifica di Alberto Contador mentre nel 2009 si era aggiudicato la Tirreno-Adriatico. Ha anche fatto parte della nazionale italiana prendendo parte a due Mondiali prof (Mendrisio 2009 ritirato e Toscana 2013 arrivato 16esimo). Dopo alcuni anni tra i dilettanti, nel 2002 comincia la sua vita da professionista con l'Acqua & Sapone-Cantina Tollo, squadra di Mario Cipollini, debuttando tra i professionisti e ottenendo subito una vittoria di tappa nella Settimana Ciclistica Lombarda. L'anno dopo, con la Domina Vacanze-Elitron, riesce a mettersi in luce soprattutto nelle classiche di primavera con vari piazzamenti (settimo all'Amstel Gold Race, quarto alla Liegi-Bastogne-Liegi), e cosi' pure nel 2004, quando si aggiudico' la Settimana Ciclistica Lombarda e la storica Corsa della Pace. Nel 2005 il trasferimento in Spagna, alla Liberty Seguros di Manolo Saiz (12esimo alla Vuelta), poi l'anno successivo con tutta la squadra rimane coinvolto nella Operación Puerto che gli procuro' 18 mesi di stop per per violazione dell'articolo 2.2 del codice WADA ("uso o tentato uso di metodo vietato"). Il rientro dopo questo stop avviene con la squadra di Gianni Savio, la Serramenti PVC Diquigiovanni, con cui vince la Tirreno-Adriatico edizione 2009. Quarto al Giro del 2010 vinto da Basso, secondo al Lombardia nello stesso anno battuto da Gilbert, quindi nel 2011 il passaggio alla Lampre di Beppe Saronni con cui si piazza secondo al Giro dietro Contador e davanti a Vincenzo Nibali. In seguito alla squalifica di Contador per positivita' al clenbuterolo conquisto' a tavolino la vittoria finale della corsa rosa e la Coppa del 150º anniversario dell'Unita' d'Italia. Quarto al Giro nel 2012 ed anche nel 2013, quindi il passaggio all'Astana di Vincenzo Nibali. Dopo aver concluso il Giro del Trentino all'ottavo posto, partecipa al Giro d'Italia 2014 con gradi di capitano ma e' costretto al ritiro per una caduta. Successivamente gareggia al Tour de France 2014 e al Giro d'Italia 2016 come gregario di Nibali, contribuendo al successo finale del messinese. Storia degli ultimi giorni: dopo il forfait di Aru per il Giro, l'Astana lo nomina capitano in vista della corsa italiana, mentre l'ultimo successo e' di pochi giorni fa, alla prima tappa del Tour of the Alps. Ieri era tornato da questa corsa e stamattina il fatale incidente.

Calcio. Allegri: "La partita contro il Genoa vale lo scudetto"

TORINO - "Domani è una partita che vale lo scudetto" ha dichiarato più volte Massimiliano Allegri nella conferenza stampa della vigilia di Juventus-Genoa sia per tenere alto il livello di attenzione dell'ambiente dopo l'euforia dei quarti di Champions (e del sorteggio di Cardiff) sia per togliersi quanto prima il 'fastidio' del tricolore proprio in vista del rush finale in coppa.

"Il Monaco è una squadra che è arrivata in semifinale e per arrivarci bisogna avere dei valori. Ha dei valori tecnici e tattici, ha dei giocatori giovani e molto bravi non ha la storia della Juventus ma ciò non vuol dire che la Juve sia facilitata. Bisogna rimanere concentrati e tranquilli e pensare alla Champions dopo Bergamo. Domani, innanzitutto, è una partita che vale il campionato perché uscire domani con una vittoria ci darebbe la possibilità di sbagliare due partite. Da venerdì prossimo in poi ci sarà un mese in cui giocheremo ogni tre giorni, a volte ogni due, e quindi i tre punti sono importanti. Bisognerà giocare sul livello delle ultime gare, ci vorrà l'apporto non solo della squadra ma anche dei tifosi perché domani è una partita che vale lo scudetto. Davanti sicuramente giocheranno i quattro. L'unico dubbio è Cuadrado. Devo vedere come sta, valuto oggi. Per la difesa, sono talmente tutti bravi che non c'è nessun problema. Domani bisognerà essere pronti a giocare una partita tosta perché all'andata il Genoa ci infilò 3 gol in 29 minuti e perché, ripeto, domani vale lo scudetto. Marchisio? Domani gioca. L'altro giorno aveva preso un colpo a un polpaccio e in una partita così importante non potevo rischiare di mettere in campo giocatori che ti lasciano per strada. Domani gioca, deve crescere come è normale, perché dopo un crociato ci vuole un anno per tornare nelle migliori condizioni. Claudio è rientrato benissimo poi ha avuto un momento di flessione, ma è fisiologico. Ora sta crescendo di nuovo e sono convinto che farà un ottimo finale di stagione. Lemina è il vice Cuadrado. La Juventus dovrà entrare in campo ed essere cosciente. La forza della Juve in questo momento è che tutti lavorano per gli obiettivi. Tutti i giocatori sanno dell'importanza che hanno nel gruppo, anche quelli che giocano un minuto. Meriti io non ne ho, sono arrivato in un gruppo che aveva lavorato bene tre anni in Italia e il mio obiettivo era quello di aiutarli in una crescita europea. In una stagione non c'è un momento, ci sono tanti momenti e tutti sono buoni per capire da che parte bisogna andare. Ci sono state sconfitte ma anche vittorie in cui la squadra ha fatto male. Sono le cose che avvengono dentro al campo indipendentemente dal risultato che ti fanno girare la stagione. Il momento diventa particolare quando si decide di cambiare. Dopo la partita con il Barcellona, sembrava che la Juventus avesse già vinto la coppa. La Juventus in questo momento non ha assolutamente vinto la Champions League, il campionato e la Coppa Italia. Ci vuole grande entusiasmo ma bisogna avere l'equilibrio giusto. L'esaltazione ti porta in alto ma si può cadere da un momento all'altro. Tutti si aspettano che la Juventus possa cadere e la Juventus non deve cadere, a cominciare da domani. Bisognerà arrivare in finale e poi se ci arriveremo verrà affrontata in modo diverso. È normale che crescano autostima e consapevolezza ma credo che la Juventus si debba abituare ad affrontare queste partite con la serenità di poter andare avanti e vincere. Deve rientrare nel DNA della Juventus. Bentacur è un ragazzo molto bravo, uno dei migliori giovani in circolazione, dovrà fare un percorso di crescita. La Juventus si è mossa molto bene e da luglio inizierà un suo percorso. Dani Alves è un giocatore importante, che ha vinto 23 trofei nel Barcellona. Quando i giocatori vengono in Italia e alla Juventus hanno bisogno di ambientamento. Si era infortunato e aveva perso due mesi, ma fortunatamente la Juve ha un altro giocatore straordinario che è Lichtsteiner".