Cavani saluta. Chelsea o Psg?

Redazione. I tifosi del Napoli ormai se ne devono fare una ragione. Il beniamino degli ultimi anni, quel bomber che tanti gol ha realizzato e che difficilmente potrà essere sostituito, è pronto a lasciare il capoluogo campano per altri lidi e progetti più ambiziosi. Edinson Cavani, 26 anni, ha già fatto i bagagli. Bisogna, adesso, capire dove il matador giocherà nella prossima stagione, se in una delle città più belle del mondo, a Parigi nel Psg, o nella marea blu dello Stamford Bridge a Londra per il Chelsea di Josè Mournho.
Dopo il bliz di Blanc e Leonardo a Roma, dove è avvenuto l'incontro col presidente De Laurentiis, la squadra degli sceicchi avrebbe raggiunto l'accordo per l'acquisto dell'uruguayano per la vertiginosa cifra di 64 milioni di euro, uno in più della stessa clausola rescissoria (sarebbe la terza cessione più costosa della storia della serie A dopo quelle di Zidane e Kakà).
Tutto sarebbe sistemato, per la gioia del patron del Napoli che realizzerebbe una plusvalenza non di poco conto (Cavani venne comprato dal Palermo per soli 17 milioni), e per quella di Laurent Blanc, allenatore del Paris Saint Germain e grande estimatore dell'attaccante di Salto (nella scorsa settimana dichiarò per l'appunto in conferenza stampa "J'adore Cavani") se non fosse per l'intesa sull'ingaggio del giocatore.
Il matador, allettato dal vestire la casacca dei "blues", avrebbe un'intesa di massima col club di Abramovich per un contratto da circa 8,5 milioni annui. Spetta adesso alle doti manageriali di Leonardo, ben sostenute dalle ingenti finanze dei petrodollari, rilanciare e proporre un ingaggio più sostanzioso, magari intorno ai 10 milioni tondi tondi, per convincere Cavani a raggiungere l'ex compagno Lavezzi a Parigi.
Sarà senza dubbio curioso, inoltre, capire come la dirigenza partenopea deciderà di reinvestire la somma sul mercato. Dzeko e Jovetic sono gli indiziati numero unoper il reparto offensivo.
Intanto i tifosi parigini già sognano la coppia stellare Ibrahimovic-Cavani per non rimanere atterriti ed inermi dinanzi al duo fenomenale del Barcellona composto da Messi e Neymar.
I più maliziosi, tuttavia, muovono le prime perplessità sull'affare. Come faranno Lavezzi, Cavani, Ibra, Pastore, Lucas e Menez a convivere serenamente? Se qualcuno arriva, qualcuno parte (parafrasando il solito Galliani) e, quindi, il domino degli attaccanti deve ancora cominciare.

Roma, ufficiale l’acquisto di Benatia: per la Lupa ha snobbato il Milan

Mehdi Benatia, classe '87
di Stella Dibenedetto - Finalmente, la Roma ha il suo primo acquisto ufficiale. Dopo tanti nomi accostati ai giallorossi, dopo tanti rifiuti e le molteplici critiche da parte dei tifosi, stanchi di sentire sempre promesse e di non vedere mai cose concrete, la Roma ha messo a segno il suo primo colpo. Nella capitale, infatti, sbarca il difensore marocchino Mehdi Benatia. Classe 1987, marocchino, arriva dall’Udinese a cui la Roma verserà otto milioni cash più la metà del cartellino del giovane attaccante uruguagliano Nico Lopez e di Verre. Benatia muove i primi passi da calciatore nell'Evry e nel Créteil, prima di entrare nel prestigioso Istituto Nazionale di Calcio di Clairefontaine, punto di riferimento per gli osservatori di Manchester United e Chelsea. Decide di entrare nel settore giovanile dell'Olympique Marsiglia, dove rimane per più di quattro anni. Nel 2006 viene prestato al Tours, dove disputa 29 partite, e nella stagione successiva al Lorient, dove tuttavia non scende mai in campo a causa di un grave infortunio al ginocchio. Tornato a Marsiglia, non trova spazio nella squadra, e il 26 giugno 2008 accetta il trasferimento a titolo definitivo al Clérmont, club di Ligue 2. Qui riesce a trovare grande continuità e le sue brillanti prestazioni destano gli interessi di molti club europei. Nel 2010 viene acquistato dall’Udinese per 500mila euro. Da oggi è un giocatore della Roma. Proprio in queste ore, Banatia si trova a Roma per effettuare le visite mediche e apporre la sua firma sul contratto. Con lui anche la sua famiglia alla ricerca di quella che sarà la sua nuova casa. Con l’arrivo di Benatia, la Roma ha sistemato la zona centrale della difesa a cui mancano ancora gli esterni. A riportare le prime dichiarazioni giallorosse di Benatia è la Gazzetta dello Sport che ha svelato anche un importante retroscena di mercato. Benatia è stato a lungo un obiettivo del Milan, alla ricerca di rinforzi difensivi. La formazione rossonera aveva presentato la sua offerta al difensore marocchino che, però, ha preferito la Roma che, sin dall’inizio, l’ha fatto sentire una prima scelta. Per la squadra giallorossa si tratta di una bella novità visto che nelle ultime settimane ha sempre ricevuto porte in faccia. "Non vedevo l’ora, ma non dipendeva da me. Speravo solo di arrivare il prima possibile - ha spiegato il marocchino nel lasciare Udine per sbarcare a Fiumicino - Ho scelto la Roma preferendola ad altri club italiani che mi garantivano anche la Champions. Ed io ho una parola sola...". Benatia dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni prima del ritiro estivo in programma a Riscone di Brunico dal 9 al 22 luglio.

Wimbledon, la finale femminile sarà Lisicki-Bartoli. Impresa di Quinzi nel torneo juniores

Sabine Liscki approda in finale a Wimbledon
di Stella Dibenedetto - La finale femminile di Wimbledon sarà Sabine Lisicki contro Marion Bartoli. La Lisicki compie un’altra impresa eliminando la Radwanska, testa di serie numero 4. La tedesca riesce a trionfare dopo una lunga battaglia conclusa 9-7 al terzo set e per la prima volta in carriera arriva in finale a Wimbledon. Marion Bartoli, invece, ha sconfitto Kirsten Flipkens per 6-1 6-2 e ritrova la finale dei Championships dopo quella disputata nel 2007 e persa contro Venus Williams. Tutto facile per Marion Bartoli che ha sconfitto senza problemi, in poco più di un’ora la belga Kirsten Flipkens. La tedesca Sabine Lisicki, in finale con la Bartoli, avrà così la possibilità di regalare ai tifosi tedeschi la vittoria in un titolo dello Slam che manca dai tempi di Steffi Graf.

Nel torneo giovanile di Wimbledon, impresa di Gianluigi Quinzi che approda in finale dopo 26 anni dall’ultima volta. Il giovane tennista di Porto San Giorgio ha battuto il britannico Edmund imponendosi per 2-0 con il risultato di 6-4, 6-4, correndo rischi solo nella prima partita quando ha dovuto salvare 3 palle braek. L'ultimo italiano ad arrivare alla finale di Wimbledon giovanile è stato Diego Nargiso, ben 26 anni fa. Gianluigi Quinzi ha vinto il suo primo titolo tra i professionisti a livello di Future in Marocco lo scorso maggio. "Vinco io quest'anno", ha detto Quinzi a fine partita."E' la prima volta che piango per una partita ma sono troppo contento - le parole di Quinzi -. Sentivo che stavo giocando bene e partita dopo partita sono cresciuto. Son felice perchè i sacrifici di una vita finalmente pagano". I suoi genitori, l'ex nazionale di sci Carlotta Baggio e il papà Luca (ingegnere edile) non saranno a Londra nemmeno per la finale. La dedica per la vittoria, però, va a loro: “Mi hanno aiutato moltissimo a restare sempre positivo, anche quando i risultati non arrivavano. Due mesi fa, dopo il Roland Garros juniores, ho cambiato tutto, ora in campo sono piu' aggressivo. E mi sento pronto anche per giocare tra i professionisti". Domenica può diventare il secondo italiano di sempre a vincere un torneo vinto in passato da campioni del calibro di Roger Federer, Stefan Edberg e Ivan Lendl. "Per battermi il mio avversario dovrà giocare al limite perchè combatterò su ogni punto. Ma penso di vincere io".

Calciomercato: Juve, luglio col bene che ti voglio

di Alex Nardelli - Luglio col bene che ti voglio cantava tal Riccardo Del Turco nel lontano 1968. Anche i tifosi juventini devono aver pensato la stessa cosa, immaginando già all’opera Tevez e Llorente, i due campioni già acquistati e presentati con tanto di festeggiamenti sotto la sede bianconera, e i prossimi colpi di mercato di un’estate che, parafrasando i Negramaro, vorrei potesse non finire mai. Questo perché chi scrive fa parte di una specie rara che si nutre di mercato ed ogni volta che arriva il 31 di agosto pensa subito al 1 gennaio, ma questa è un’altra storia. In questo fine giugno-inizio luglio estivi, ci sono ancora poche certezze, si lavora molto sulle supposizioni, su possibili operazioni di fantamercato, su mezze parole smozzicate da procuratori, presidenti o dai diretti interessati, ma tutto va preso con le pinze, un po’ come l’anguria che riempie le mie torride giornate passate tra giornali, uno sguardo al cellulare e un bagno in mare. La prima certezza è che Marotta sta sudando come mai nella sua carriera da direttore sportivo, e non perché può permettersi un periodo di ferie in un posto tropicale, lontano dai tifosi che continuano a dargli addosso, ma bensì perché impegnato tra un viaggio e l’altro assieme al fido Paratici che fino all’anno scorso reggeva l’asciugamano al suo mentore, colui che l’ha fortemente voluto in bianconero, mentre ora si è quasi corso il serio rischio che fosse Paratici ad essere terso da Marotta se il ds bianconero non fosse tornato dall’uggiosa Manchester (altro che Tropici) con Tevez in mano. Voci malignavano che in caso di trattativa fallita Agnelli avrebbe scaricato Marotta, sostituendolo con Pavel Nedved e promuovendo Paratici e Conte (doppio ruolo per lui) come uomini mercato. Il ceco avrebbe portato Ibrahimovic in bianconero. Ma sono solo voci, non sapremo mai quanto corrispondano a verità. La seconda certezza è che si sta continuando a costruire la Juve del futuro, grazie al riscatto della metà del bomber Manolo Gabbiadini appartenente all’Atalanta (l’altra parte era già dei bianconeri) per 6 milioni di euro, metà ceduta alla Sampdoria in cambio del giovane attaccante doriano Simone Zaza più 2 milioni di euro per i torinesi. Il primo resterà a Genova, mentre il secondo probabilmente andrà a Sassuolo. E Jovetic, Ogbonna, Zuniga, Kolarov… mi chiederete voi; be, sono situazioni in fase di stallo, di sicuro se arriverà il viola potrebbe esserci come già detto la scorsa volta una partenza importante come quella di Marchisio. Per Ogbonna invece si è vicini alla conclusione nonostante l’interesse del Napoli (reale ma non troppo), mentre per l’esterno sinistro scendono le quotazioni di Kolarov e risalgono quelle di Zuniga. Per il resto, tifosi juventini, comunque andrà preparatevi ad un’estate torrida e godetevi le ferie alla faccia di chi come Marotta e Paratici le ferie le intravedono col binocolo.

La leggenda bianconera Boniperti compie 85 anni

di Piero Ladisa - “Alla Juventus vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Più che una frase un dogma, che sino allo scorso anno era impresso nel colletto delle divise juventine. Parole pronunciate non da una persona qualunque ma da Giampiero Boniperti, icona del calcio bianconero che oggi compie 85 anni. Una vita dedicata alla causa di Madama sia da calciatore che da dirigente.

Una carriera, appunto, con una sola maglia: quella della Vecchia Signora. Dal 1946 al 1961 ha collezionato 473 presenze e 179 gol. Record battuti solo da Alessandro Del Piero, non uno qualunque.

“Marisa” (soprannome coniato dal giocatore dell’Inter Benito Lorenzi per i suoi boccoli biondi) insieme ad Omar Sivori e John Charles compose un trio eccezionale alla fine degli anni cinquanta.

Come calciatore ha vinto 5 scudetti e 2 Coppe Italia.

Con la nazionale 38 apparizioni e 8 gol. Unico calciatore azzurro ad aver segnato in tre decenni differenti, tra gli anni quaranta e sessanta.

Appese le scarpe al chiodo fu subito chiamato dalla famiglia Agnelli, ricoprendo un ruolo dirigenziale nella società bianconera.

Successivamente Boniperti fu nominato presidente, carica mantenuta dal 1971 al 1990. Sotto la sua presidenza il palmares fu molto ricco, composto da 9 scudetti, 3 Coppe Italia, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 2 Coppe Uefa ed una Supercoppa europea.

Richiamato, assunse l’incarico di amministratore delegato dal 1991 al 1994 .

Attualmente ne è il presidente onorario.

In occasione dei suoi 85 anni, la società di Corso Galileo Ferraris ha voluto omaggiarlo sul proprio sito.

Wimbledon: Djokovic-Del Potro e Murray-Janowicz le due semifinali

di Stella Dibenedetto - Nel tabellone maschile di Wimbledon nessuna sorpresa nei quarti di finale ma tanti brividi. Nella prima semifinale si affronteranno Novak Djokovic e Juan Martin Del Potro, che hanno superato il ceco Berdych (7-6, 6-4, 6-4) e lo spagnolo Ferrer (6-2, 6-4, 7-6). Ha rischiato l’eliminazione, invece, Andy Murray, sotto due set a zero con lo spagnolo Verdasco e costretto al quinto: 4-6, 3-6, 6-1, 6-4, 7-5. Il suo avversario nella semifinale sarà Jerzy Janowicz, che ha vinto il derby polacco con Kubot: 7-5, 6-4, 6-4. La partita che potrebbe regalare sorprese potrebbe essere quella che metterà di fronte Murray, per la quinta volta di fila in semifinale a Wimbledon, e Janowicz, per la prima volta in semifinale in un Grande Slam. Due i precedenti tra i giocatori: in un match di Coppa Davis del 2009 vinse Murray, lo scorso anno a Paris-Bercy la rivincita di Janowicz. Match da brividi tra Djokovic e Del Potro. Per il serbo si tratta della 13.ma semifinale dello Slam consecutiva (la quinta a Wimbledon). Sia lui che Del Potro non hanno perso un set nel torneo. Undici i precedenti tra i due, con Djokovic che conduce 8-3. Oggi, intanto, è la giornata delle semifinali femminili tra la Bartoli e la Flipkens. A seguire la seconda semifinale, quella tra la Lisicki e la Radwanska. Sabato, infatti, Wimbledon avrà una nuova regina.

As Roma, Antonello Venditti contestato dai tifosi per l’inno della Roma

di Stella Dibenedetto - "Il mio inno non è più identificativo della squadra che conoscevo. Mi piacerebbe se lo togliessero". Con questa dichiarazione rilasciata Centro Suono Sport, Antonello Venditti ha scatenato il caos sui social network e sulle radio romane tra i tifosi della Roma che, nonostante il periodo di difficoltà della squadra giallorossa e le contestazioni per il mercato che non decolla, non hanno gradito le dichiarazioni del cantautore romano accusandolo di lazialità. A nulla è valso il tentativo di Antonello Venditti di correggere il tiro con un post pubblicato sul proprio profilo Facebook con il quale ha spiegato che la sua è stata una semplice provocazione: "Se voglio che il mio inno della Roma venga rimosso? Macché, è stata solo la provocazione d'amore di un tifoso deluso. Vedo purtroppo che é impossibile parlare della Roma in maniera pura e sincera e molti di voi pensano chissá a quale affare e malaffare ci sia sotto, vi comunico che vi lascio alle vostre dietrologie e alle vostre guerre personali. Chi vuole capire capisca. Io sono Antonello, non ho nessun padrone e soprattutto nessuna paura di esprimere le mie idee. Dico solo Grazie e Forza Roma”. Nella notte, infatti,  un gruppo di ultrà romanisti si è radunato sotto la casa del cantautore, a Trastevere, e ha srotolato uno striscione molto eloquente: "Nel 2001 c'hai magnato, nel 2013 c'hai sputato. Venditti verme". Il primo riferimento è allo scudetto vinto dalla Roma nel 2001. In occasione della festa giallorossa al Circo Massimo, Venditti aveva presentato il nuovo inno Che c'è, il terzo dopo Roma Roma del 1975 e Grazie Roma, composto nel 1983 per il secondo scudetto. La replica di Antonello Venditti non si è fatta attendere tramite Facebook sul suo profilo il cantante ha scritto: “Chi é pagato tra di noi? Chi sfrutta il vostro cervello ed il vostro cuore? Questa é la vostra Roma? La mia é fatta d'amore, di cultura e di poesia. Rifletti, anonimo che scrivi.... Auguri! Antonello. PS: chiedo scusa a tutti i miei fan che non sanno cosa accade a Roma in questo momento”.

F1: caso gomme, Pirelli difende il suo operato

di Piero Ladisa - GP di Gran Bretagna 2013. Una corsa che passerà alla storia per il caso gomme: ben cinque le coperture esplose. La Pirelli, dopo l’accaduto, è corsa ai ripari difendendo il suo operato.

Tramite un comunicato stampa, la casa di pneumatici milanese ha constatato che le rotture sono da attribuire ai seguenti fattori, che hanno agito in maniera combinata tra loro:

1) montaggio invertito delle gomme posteriori, e cioè il collocamento dello pneumatico destro al posto di quello sinistro e viceversa, sulle vetture interessate dalla rottura. Le gomme fornite quest’anno hanno una struttura asimmetrica e non sono progettate per essere interscambiabili. I fianchi degli pneumatici sono costruiti in modo da sostenere sollecitazioni di natura diversa tra l’interno e l’esterno. L’inversione delle gomme ne compromette, in determinate condizioni, l’ottimale funzionalità. In particolare, la parte esterna è progettata per sostenere le severe sollecitazioni che si sviluppano soprattutto in curva in un circuito così impegnativo come Silverstone, con veloci curve a sinistra e alcuni cordoli particolarmente aggressivi.

2) l’adozione di pressioni degli pneumatici eccessivamente basse o comunque inferiori a quelle indicate da Pirelli. Il sottogonfiaggio contribuisce a rendere ancora più stressanti le condizioni di utilizzo degli pneumatici;

3) l’adozione di angoli di camber spinti;

4) cordoli particolarmente aggressivi in curve veloci, come la Curva 4 di Silverstone, teatro della maggior parte delle rotture, che non a caso hanno interessato la gomma posteriore sinistra.

Gli unici problemi verificatisi prima di Silverstone erano legati esclusivamente alla delaminazione che era fenomeno totalmente diverso. Pirelli si era impegnata a risolvere la delaminazione proponendo a tutti i team di adottare le gomme sperimentate in Canada e che avrebbero dovuto fare il proprio esordio in gara proprio a Silverstone. La delaminazione è stata poi risolta da Pirelli con prove di laboratorio, introducendo una banda adesiva in modo da assicurare un miglior incollaggio tra battistrada e carcassa. Il problema della delaminazione non è quindi in alcun modo collegabile alle rotture verificatesi nel Gp di Gran Bretagna.


Alla luce di tali risultanze, Pirelli sottolinea che:


1) l’inversione tra le gomme è una pratica che è stata sottovalutata da tutti, in primis da Pirelli che non ne ha impedito l’adozione;

2) parimenti, il sottogonfiaggio e i camber spinti, sui quali Pirelli non ha controllo, sono scelte che in certe condizioni possono rivelarsi pericolose. A tal fine Pirelli ha chiesto alla FIA che in futuro i relativi parametri siano oggetto di puntuale verifica. La società ha proposto, inoltre, che l’applicazione di tali parametri sia controllata da un proprio delegato;

3) coerentemente a quanto sempre affermato dalla società il range di pneumatici 2013, se utilizzato in modo corretto, non mette a rischio la sicurezza dei piloti, ma presenta tutte le caratteristiche di sicurezza richieste da FIA.

Alla luce di quanto appurato risulta quindi essenziale che l’utilizzo di pneumatici così sofisticati e prestazionali come quelli forniti per il 2013 sia regolato e strettamente controllato da Pirelli stessa, che per assicurarne l’ottimale funzionamento ha necessità di ricevere dai team in tempo reale tutti i dati fondamentali quali pressioni, temperature e angoli di camber. In attesa dell’introduzione di una regolamentazione che consenta al produttore di pneumatici l’accesso a tali informazioni, fondamentali per lo sviluppo e la gestione in gara di pneumatici così sofisticati, per garantire al massimo la sicurezza delle prossime gare, Pirelli propone a FIA, FOM, team e piloti:
1) la fornitura per il Gp di Germania dell’evoluzione delle gomme 2013, la cui affidabilità è stata già sperimentata nelle prove libere in Canada e che rappresenta la risposta ottimale alle caratteristiche tecniche del tracciato del Nurburgring. In particolare, i set di gomme posteriori che saranno forniti per il Gran premio di Germania di domenica 7 luglio sono caratterizzati da una costruzione in kevlar, che sostituisce l’acciaio delle attuali strutture, e dalla reintroduzione della cintura 2012, in modo da assicurare la massima stabilità e tenuta. Considerato che anche queste gomme sono asimmetriche, sarà espressamente vietata l’inversione. Gli pneumatici anteriori resteranno, invece, invariati.

2) A partire dal Gran premio d’Ungheria e per le gare successive, l’introduzione di un nuovo range di pneumatici. Le nuove gomme saranno a struttura simmetrica e con caratteristiche tali da garantire la massima sicurezza anche nelle attuali condizioni, ovvero senza la disponibilità per il fornitore dei dati indispensabili per il corretto funzionamento di gomme più sofisticate, quali quelle 2013. I pneumatici che saranno impiegati dal Gp d’Ungheria uniranno le caratteristiche delle strutture del 2012 alla prestazionalità delle mescole del 2013. In sostanza, le nuove gomme avranno struttura, costruzioni e cinture uguali a quelle che nel 2012 hanno assicurato il massimo della sicurezza e delle prestazioni. Le mescole utilizzate saranno quelle che nel corso del 2013 hanno garantito tempi sul giro più veloci e working range più ampi. Tali specifiche, in accordo con la Federazione, saranno messe a punto insieme con i team con vetture 2013 a Silverstone dal 17 al 19 luglio in una sessione dedicata ai top drivers nell’ambito dei programmati test dei giovani piloti. Tali test contribuiranno allo sviluppo definitivo del nuovo range di pneumatici, dando ai team la possibilità di eseguire l’appropriato settaggio delle vetture.

“Quanto accaduto a Silverstone era del tutto inatteso ed è la prima volta che si è verificato in oltre un secolo di storia sportiva di Pirelli – ha commentato Paul Hembery, direttore Motorsport Pirelli – . Questi episodi, che hanno provocato innanzitutto il nostro profondo rammarico, hanno reso urgenti quei cambiamenti dai noi già proposti, che introdurremo dalle libere di venerdì prossimo in Germania. E’ importante sottolineare la disponibilità della Federazione, della FOM, dei team e dei piloti nel contribuire a trovare soluzioni immediate al problema. In particolare, l’introduzione di test invernali, concordati con FIA, più adatti anche allo sviluppo delle gomme, oltre alla possibilità di condurre test durante la stagione con vetture del campionato in corso, contribuirà a garantire pneumatici con sempre maggiori caratteristiche di sicurezza e performance. Ribadisco che il prodotto 2013, utilizzato nel modo corretto, è totalmente sicuro. L’esperienza di Silverstone ci porta però a chiedere di avere pieno accesso ai dati in modo da assicurare il corretto sviluppo e utilizzo di gomme così sofisticate come quelle che ci hanno richiesto e in grado di assicurare prestazioni così elevate (assicura tempi sul giro più bassi di oltre due secondi in media). In attesa che cambi il regolamento, reintroduciamo quindi pneumatici di più semplice gestione”.

Nazionale Under 21: Mangia lascia, arriva Gigi Di Biagio

di Stella Dibenedetto - Dopo aver conquistato il secondo posto agli Europeo Under 21, Devis Mangia ha deciso di non rinnovare il contratto e lasciare la panchina azzurra. Al suo posto arriva Gigi Di Biagio, già nello staff tecnico federale. L’ex giocatore di Inter e Roma ha espresso tutta la felicità per un incarico così importante: “Sono orgoglioso di questa scelta da parte della Federazione e del presidente Abete, che ringrazio per l’opportunità che mi stanno offrendo. Sono pronto a proseguire il lavoro che ho iniziato due anni fa con l’Under 20, con l’intenzione di dare continuità a questo progetto”. Di Biagio lavora da quattro anni con la Federazione italiana: un anno da osservatore per l’Under 21 e altri due come allenatore Under 20. Lavorerà con un gruppo di ragazzi, classe ’92, che ha già avuto modo di conoscere e allenare. “Prendo una squadra da ricostruire perché ci saranno tante facce nuove, lo farò raccogliendo e tenendo presente il grande lavoro che prima di me hanno svolto Ferrara e Mangia. Molti di questi ragazzi li ho già allenati, ma comunque sia conosco bene l’ambiente azzurro, con l’Under 20 ho vissuto una bella esperienza che mi ha dato modo di crescere sotto tanti punti di vista. Adesso inizia una nuova avventura e dobbiamo farlo nel modo migliore possibile, soprattutto proseguendo sulla buona strada che ha portato questa squadra ad ottenere ottimi risultati e a compiere fino ad oggi un cammino straordinario”. Gigi Di Biagio, classe 1971, è un ex calciatore di Inter e Roma. Con la maglia giallorossa ha disputato cinque stagioni dopo tre ottimi anni nel Foggia di Zdenek Zeman. Alla Roma, successivamente, fu allenato da Carlo Mazzone, Carlos Bianchi e poi di nuovo da Zeman. Dal 1999 al 2003 gioca con l'Inter, dove diventa perno fondamentale del centrocampo della formazione di Héctor Cúper nelle stagioni 2001-2002 e 2002-2003. Nel suo ultimo anno in maglia nerazzurra raggiunge la semifinale di Champions League. In quattro anni Di Biagio fa registrare 163 presenze, realizzando in totale 18 reti tra Campionato, Champions League, Coppa UEFA e Coppa Italia. Nel 2003 passa al Brescia dove resta fino al 2006. Nel 2007 il ritiro. Gigi Di Biagio vanta anche un glorioso passato nella Nazionale. Ha esordito con la maglia azzurra il 28 gennaio 1998, nella partita Italia-Slovacchia (3-0), collezionando ben 31 presenze e segnando 2 gol. Ha fatto parte della Nazionale sotto le gestioni dei commissario tecnico Cesare Maldini, Dino Zoff e Giovanni Trapattoni, partecipando al Mondiale 1998, all'Europeo 2000 e al Mondiale nippo-coreano del 2002. Allenatore professionista dal 2008. Nel 2011 assume l’incarico di selezionatore della Nazionale italiana Under 20 con un bilancio di 10 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte, ottenendo per due stagioni consecutive (2011/2012 e 2012/2013) il secondo posto nel Torneo Quattro Nazioni.

Wimbledon: Errani-Vinci eliminate agli ottavi

di Stella Dibenedetto - Sara Errani e Roberta Vinci, numero 1 del tabellone, sono state eliminate agli ottavi di finale di Wimbledon per 3-6 6-3 6-2 dalla coppia formata dalla tedesca Julia Goerges e dalla ceca Barbora Zahlavova Strycova, teste di serie numero 16. Lo scorso anno, la coppia azzurra si fermò ai quarti di finale. Quello di Wimbledon è l'unico titolo dello Slam che manca alle due azzurre, vittoriose al Roland Garros e agli US Open nel 2012 e quest'anno agli Australian Open.

Nel tabellone femminile di Wimbledon, conquista la semifinale la tedesca Sabine Lisicki che ha battuto l'estone Kaia Kanepi per 6-3 6-3 in appena 65 minuti di gioco. Per la 23enne tedesca è la seconda semifinale a Wimbledon dopo quella raggiunta nel 2011 quando superò Sevastova, Li, Doi, Cetkovska e Bartoli prima di arrendersi per 6-4 6-3 a Maria Sharapova. Nella semifinale di oggi, Sabine Lisicki, numero 24 del mondo, affronterà la polacca Agnieszka Radwanska che ha battuto per 7-6 4-6 6-2 la cinese Na Li al termine di un match durato 2 ore e 43 minuti. Nella seconda semifinale, invece, si affronteranno Marion Bartoli e Kirtsen Flipkens. La francese ha superato per 6-4 7-5 la statunitense Sloane Stephens mentre la ceca ha avuto la meglio in tre set della ceca Petra Kvitova, regina nel 2011, ma superata oggi per 4-6 6-3 6-4.

Oggi, quarti di finale maschili: sul Centre Court Ferrer-Del Potro e Murray-Verdasco, sul campo n° 1 Djokovic-Berdych e Kubot-Janowicz.

Cassano ad un passo dall'Emilia, Thohir a quanti dall'Inter?

di Luigi Laguaragnella
Domani dovrebbe esserci la firma di Cassano che lo legherà al Parma. Sembra tutto fatto, grazie all'azione del ds gialloblu Leonardi. Dopo appena un anno in nerazzurro il barese è diventata contropartita per Belfodil che l'Inter ha fortemente voluto. Sarà lui il nuovo attaccante della rosa nerazzurra. A Parma l'Inter vorrebbe  dirottare anche Silvestre, il quale tentenna. Per il reparto difensivo gira voce che a Milano potrebbero arrivare Kolarov o Zuniga (voluto anche dalla Juve), il colombiano è sicuramente un pupillo di Mazzarri. Il difensore che, invece sembra desideri fortemente l'Inter è l'austriaco Dragovic del Basilea. La trattativa è in chiusura e per lui sarebbe un "sogno vestire la maglia nerazzurra". Ranocchia è associato alla premier con il Manchester United che lo sta corteggiando. Se interessa ai red devils, perchè non potrebbe rientrare nuovamente nei piani dell'Inter? Occorre segnalare, che Paulinho, a lungo accostato ai nerazzurri ha deciso di accasarsi per il Tottenham. E avendolo ammirato in Confederations Cup si può confermare che si tratta di un acquisto sfumato.
La società milanese in questi giorni sta valutando numerose posizioni per il prossimo futuro. Moratti è in pieno dialogo con l'imprenditore indonesiano Thohir che vorrebbe tutta la proprietà, mentre il presidente nerazzurro vorrebbe cedere solo una parte, cercando anche di trovare dall'asiatico introiti per la costruzione del nuovo stadio.Thohir potrebbe investire per l'Inter circa 300 milioni di euro, ma Moratti non intende lasciare totalmente la Beneamata. 
Intanto l'Inter ha un nuovo importante sponsor: la Deutsche Bank, banca che si trova da anni in Italia e che sponsorizza per la prima volta un club italiano. Sembra la conferma dell'attuale potere economico della Germania.