Calcio, Monchi: "Di Francesco resta alla Roma. Zaniolo è il futuro"

ROMA - "I bilanci si possono fare quando finisce un progetto e il mio è ancora lungo. Se penso alla stagione scorsa è positivo, mentre questa finora non è buona. Ma non saranno alcuni risultati a cambiare il mio modo di pensare e a farmi passare l’entusiasmo di lavorare nella Roma" ha dichiarato il direttore sportivo della Roma, Monchi, in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

"Ogni giorno - prosegue Monchi - sento che mi dimetto o che mi mandano via. No, l’ho già detto, resto alla Roma. Il mio obiettivo è arrivare al successo in modo graduale, ma continuo. Capisco che ora la prima necessità del tifoso sia vincere, ma è importante anche essere sempre competitivi, di alto livello e vicini al successo. Meglio così, piuttosto che vincere solo una volta e poi nulla. Vorrei che si raccontasse meglio e a 360° che cos’è questo club, e penso che questo non venga fatto. Al di là di qualche risultato o di un acquisto giusto o sbagliato, per me la nostra è una società modello e mi dispiace che a volte rimanga in secondo piano rispetto ai giudizi su Monchi o Di Francesco. La Roma è di più di quello che si legge o si sente Di Francesco non è stato difficile difenderlo perché c’era fiducia al 100% nella mia idea di tenerlo. E tutti l’hanno condivisa. Quando siamo andati a Boston da Pallotta, di Eusebio abbiamo parlato 15-20 secondi. La Roma ha un presidente e un management importante. Io sono il responsabile della mia area e se Monchi è convinto, non si discute. Dopo si farà il bilancio a fine stagione. Certo, poi ci sono i momenti. Si perde a Udine o a Bologna o si pareggia in quel modo a Cagliari, e vorrei uccidere il mister e me stesso. Ma lì prevale il tifoso. La mia fiducia in lui era grande quando l’ho preso, oggi che ci lavoro insieme è ancora più forte. Non posso perdere fiducia in lui ora per qualche risultato negativo. Posso farlo se cambia l’atteggiamento, il modo di lavorare o lui perde la fiducia della squadra. Nella mia carriera ho sempre fatto fatica a licenziare un tecnico. Si fa solo se perde la testa. Ma a Trigoria io arrivo la mattina alle 7.30 e me ne vado alle 20, ho la percezione di ciò che capita. Conoscendo Daniele De Rossi e il suo romanismo, neanche a lui adesso fa bene parlare del futuro. Tutti dobbiamo sperare nel suo recupero. Per fortuna abbiamo avuto notizie buone dal punto di vista radiologico, ora bisogna capire cosa succederà quando tornerà ad allenarsi sul campo. Daniele due giorni fa per la prima volta l’ho visto diverso, ottimista, positivo, perché non ha dolore. Zaniolo, visto il rendimento, forse sarà il primo rinnovo che affronteremo. Non me l’aspettavo che facesse così bene da subito. Il merito di questa crescita è suo e dell’allenatore, che è stato bravo a crederci. L’Inter non voleva inserirlo nella trattativa per Nainggolan, Ausilio aveva alzato un muro, però volevano Radja e alla fine hanno ceduto. Pensavo che Nicolò fosse uno di prospettiva, ma più a lungo termine. All’inizio volevamo mandarlo in prestito in A visti i tanti centrocampisti in rosa, ma una volta ceduto Strootman abbiamo capito che era il momento perfetto per tenerlo. Zaniolo sta stupendo tutti e so che a livello calcistico in questo momento l’Italia ha bisogno di eroi per ricostruire la fiducia, ma con Nicolò dobbiamo essere più tranquilli, per il suo bene. Ha solo 19 anni. Oggi la nostra idea è costruire una grande squadra, per questo dico che Zaniolo è il futuro della Roma non sarà venduto. Avrà un percorso lungo e importante in questa società. Lui è come un palazzo che stiamo costruendo piano piano, ma se non lo facciamo bene poi può crollare in un attimo. Ne ho visti tanti di talenti che si sono persi. Nainggolan? Mi dispiace se sta avendo problemi. Noi intendevamo cederlo al di là di Zaniolo. Radja è forte, il problema è gestirlo. Schick? Credo che Patrick sia un frutto e bisogna ancora spremerlo fino alla fine e spendere tempo ed energie su di lui. Il campionato italiano è ai massimi livelli. Dal punto di vista tattico da nessuna parte si lavora meglio. Bisogna sfruttare i vivai e avere il coraggio di lanciare i giovani: Barella, Tonali, Mancini, Zaniolo, Cristante, Pellegrini... Ce ne sono di fortissimi e saranno il futuro del calcio italiano, che sta migliorando. Poi c’è la Juve, certo, che vince sempre: ma che fattura anche il doppio di noi. Dove non arriviamo con i soldi, dobbiamo arrivare con le idee e il lavoro. Lo stadio? In un momento di crisi economica, un progetto che muove un miliardo di euro ed è ancora fermo mi sembra poco logico. Potrebbe dare tanto non solo alla Roma, ma alla città. Vogliamo accorciare il gap non solo con la Juve, ma con tutto il calcio europeo, e per farlo questo progetto è fondamentale. Se potessi scegliere fra Mbappé e Neymar? Mbappé, perché è più giovane e più forte".

Kalinic Bidone 2018


di PIERO CHIMENTI - Se Modric può vantarsi di aver conquistato il Pallone d'oro per essere stato il miglior giocatore in Europa, non può fare altrettanto Kalinic per aver vinto il Bidone 2018 come peggior giocatore della Serie A, nella scorsa stagione quando giocava nel Milan, succedendo a Gabigol che aveva conquistato tale riconoscimento nel 2017. L'attaccante croato è salito sul podio con il romanista Schick ed un altro ex rossonero, Andrè Silva.

Buffon: "Se il Psg sarà d'accordo, giocherò ancora un altro anno"

PARIGI - "È vero che una volta prese qualche manganellata dalla polizia? È una storia che risale a vent’anni fa. Dopo una partita diedi un passaggio a un tifoso del Parma. Al casello c’era un posto di blocco della polizia. Appena vide le luci blu, lui si dileguò. A confronto con loro rimasi solo io. Oggi, ovviamente, non commetterei più quelle leggerezze, ma riconosco ancora quel ragazzo capace di slanci di solidarietà nei confronti di un amico. Anche di un amico che sbaglia" ha dichiarato il portiere del Psg, Gigi Buffon, in esclusiva a Vanity Fair.

"Da ragazzo - prosegue Buffon - covavo una sensazione di onnipotenza e invincibilità. Mi sentivo indistruttibile, pensavo di poter eccedere, di fare quel che volevo... Mi tengo ben stretta la sana follia dei miei vent’anni... Ho fatto le mie cazzate, ne ho assaporato il gusto e in un certo senso sono contento di non essermene dimenticata neanche una. Per esempio, la volta in cui, proprio negli anni del Parma, risposi male all'allenatore Nevio Scala. Si girò verso di me e mi guardò come nessun altro ha mai più fatto. Era furibondo e aveva tutte le ragioni. Non drogarsi, non doparsi, non cercare altro fuori da te sono principi che i miei genitori mi hanno passato presto. A 17 anni, quando in discoteca mi mettono una pasticca sulle labbra, io so come e perché dire di no. Giusto forse un tiro di canna fatto da ragazzo, e il ricordo della nuvola di fumo che avvolge i tifosi della Casertana, una nebbia provocata non dai fumogeni, ma da 200 canne fumate tutte insieme: è come se la vedessi ora. Che noi calciatori abbiamo osteggiato Ventura è una balla colossale. Ventura ha avuto la nostra massima disponibilità e lo abbiamo difeso in ogni occasione. A un certo punto, è vero, si è sentito solo. Ma forse un sostegno diverso avrebbe dovuto averlo da chi di dovere. Evidentemente molte cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto. Come insegnante di calcio, a me Ventura è piaciuto tantissimo. Spero di giocare almeno ancora un altro anno: l’idea, se il Psg sarà d’accordo, è quella. Mi descrivo come uno strano figuro di 40 anni che va in campo, pensa di averne venti e ha più sogni e ambizioni di quanti ne avesse da ragazzo. E tra dieci anni? Spero di essere in piedi. Se ripenso al ragazzino che ero e ai sogni che avevo, non commuovermi è impossibile", conclude.

Serie D: il Cerignola e il Fasano vincono, l’Andria e il Gravina pareggiano, rinviate per neve Bitonto-Taranto e Altamura-Nardò

di FRANCESCO LOIACONO - Giornata positiva a metà la prima di ritorno per le squadre pugliesi del girone H di serie D. Il Cerignola ha vinto 5-0 in casa col Pomigliano d’Arco. Nel primo tempo i pugliesi sono passati in vantaggio con Foggia di destro. Ha raddoppiato Longo con un tiro preciso su calcio di punizione. Nel secondo tempo il Cerignola ha segnato il terzo gol con Longo di sinistro. Loiodice con un tiro rasoterra ha realizzato la quarta rete. Carannante è stato l’autore del quinto gol con un tocco di destro. Il Cerignola è secondo in classifica con 37 punti. Il Fasano ha vinto 5-0 in casa con l’Ercolanese. Nel secondo tempo i pugliesi in gol con Forbes di destro. Bernardini ha raddoppiato con un tiro in diagonale. Serri ha triplicato, destro in scivolata. Quarto gol di Mambella di testa. Quinta rete di Forbes di sinistro. Il Fasano è quarto con 28 punti.

L’Andria ha pareggiato 0-0 in casa contro il Gelbison. Nel primo tempo i pugliesi insidiosi. Forte di destro ha centrato il palo. Bortoletti di sinistro ha calciato fuori. I campani in contropiede. Esposito con un cross ha colpito la traversa. Nel secondo tempo l’Andria propositiva. Siclari ha tirato a lato da posizione favorevole. L’Andria è settima a quota 26. Il Gravina ha pareggiato 1-1 a Sarno. Nel secondo tempo i murgiani in gol con Tarantino di testa. I campani hanno pareggiato con Maione di destro. Il Gravina è tredicesimo con 20 punti. I derby pugliesi Bitonto-Taranto e Altamura-Nardò sono stati rinviati per la neve. Forse saranno recuperati il 16 gennaio.

Serie A calcio donne: la Pink Bari perde 8-0 fuori casa col Milan

di FRANCESCO LOIACONO - Nella prima giornata di ritorno del campionato di serie A di calcio donne la Pink Bari ha perso 8-0 fuori casa contro il Milan. Nel primo tempo all’8’ le lombarde sono passate in vantaggio con la Sabatino di destro. Al 12’ ha raddoppiato la Alborghetti con un tiro da fuori area. Al 33’ il terzo gol realizzato dalla Giacinti di testa. Al 43’ la quarta rete segnata dalla Sabatino di testa.

Nel secondo tempo quinta realizzazione del Milan al 3’ con la Sabatino, tiro a spiovere da trenta metri. All’8’ il sesto gol della Giacinti, conclusione di sinistro da pochi metri. Al 38’ settima rete segnata dalla Giacinti, tiro rasoterra. Al 45’ l’ottava realizzazione ancora della Giacinti, tocco al volo di destro. Netta sconfitta per la Pink Bari. E’ ultima in classifica da sola con 4 punti. Nel prossimo turno giocherà in casa col Chievo Verona. Le venete sono state sconfitte 2-0 a Verona dalla capolista Juventus.

Capolavoro Puglia: Loconsolo vince il Giro d’Italia Ciclocross

ROMA. Sulla fine terra battuta di Roma Capannelle è calato il sipario sul decimo Giro d’Italia Ciclocross nel ricordo di Romano Scotti, conclusosi con una cavalcata trionfale dei più grandi ciclocrossisti dello stivale, dalle categorie giovanili sino a quelle professionistiche.

Con la regia dell’ASD Romano Scotti, sotto gli auspici della Federazione Ciclistica Italiana (per la quale il Giro valeva anche come Campionato Italiano di società – vinto dalla ASD DP 66 Rigoni Selle SMP del pluri-iridato Daniele Pontoni) e con la collaborazione di Hippo Group Capannelle guidato da Elio Pautasso, 500 atleti si sono dati battaglia contendendosi gli ultimissimi punti per le 17 maglie rosa in palio. Grande la gioia in casa Scotti per l’ennesima sfida lanciata e vinta, una pietra miliare nel segno del dieci che segna la promozione a pieni voti del movimento crossistico italiano.
Ancora più grande, se possibile, l’esultanza della spedizione pugliese, che con un riuscitissimo quanto azzeccato colpo di mano ha strappato la maglia rosa Allievi dalle spalle di Gioele Solenne (Team Bramati) in favore del biscegliese Ettore Loconsolo (Team Eurobike). Ma non solo, pochi minuti prima la Puglia era già in festa per il successo deciso di un ritrovato Anthony Montrone (Andria Bike) tra gli esordienti e per la maglia rosa di capitan Maurizio Carrer (team Eurobike) tra i master 5.

Disegnato interamente nel perimetro dell’ippodromo più famoso d’Italia, il percorso del decimo memorial Romano Scotti, tappa anche del circuito regionale Lazio Cross, si è presentato velocissimo, aggiungendo all’acqua, alla sabbia, alla montagna e al fango l’unico elemento ancora mancante, quello della velocità. Nessuna gara, quindi, è stata scontata, pur in assenza di fango e dislivello. Le condizioni del tracciato hanno costretto gli atleti a gare estremamente tattiche in cui a trionfare sono stati anche volti nuovi, capaci di far rendere al meglio strategia e gambe. Tanti i nomi importanti al via, in fondo a meno di una settimana dai campionati italiani di Milano questa di Roma è stata una grande prova generale.

ALLIEVI – Se la gara degli esordienti lo ha fatto intendere, quella per i ragazzi e ragazze di 15-16 anni lo ha confermato: a Capannelle, con l’asciutto, è affare per strateghi puri. Ben 25 il gruppo dei migliori al termine del primo giro, con tutti i favoriti nelle primissime posizioni. Plotone blindato, super controllato, con le squadre che si sono divise le tirate in testa: in fondo con queste condizioni stare a ruota è l’unico modo per rifiatare e con una maglia rosa in ballo c’è da andarci molto cauti.
Si è vista all’azione da un lato la corazzata Bramati (per la maglia rosa Solenne), dall’altra quella Eurobike (per il biscegliese Loconsolo). In mezzo, tutto solo, Lorenzo Masciarelli, che alla fine ha concluso onorevolmente terzo. Cosa si prova a combattere da solo con questi due colossi? « Loro lottavano per la maglia, è pur sempre una gara di cross, molto veloce, la squadra è importante ma non può fare la differenza più di tanto. Il risultato finale viene dal corridore stesso. La mia condizione è buona e ogni ho provato una buona sensazione pur avendo bucato il primo giro».
C’era soltanto un modo per vincere la maglia rosa in casa Eurobike: con un gioco di squadra impeccabile. In fondo Loconsolo partiva con uno svantaggio di 17 punti, molto difficili da recuperare perché non sarebbe stato sufficiente vincere. E così sin dal primo giro tutti gli alfieri del team Eurobike erano in testa a tirare: nessuno si è risparmiato tra Vittorio Carrer, il fratello Ivan, lo stesso Loconsolo, Alessandro Ricchiuti e Fabio Di Stefano. Chiaro l’obiettivo, tenere compatti gli avversari per cercare di mettere più atleti possibili tra Loconsolo e Solenne per poi approfittare di un attacco decisivo. È avvenuto tutto nell’ultimo giro e nello spazio di pochi secondi, si crea un vuoto, Solenne resta indietro e Loconsolo ne approfitta con una volata magistrale, salvo poi fermarsi dopo l’arrivo e contare gli avversari: per riuscire nell’impresa era necessario che Solenne arrivare almeno sesto, e così è stato. Il copione è lo stesso identico dello scorso anno, arrivo allo sprint nella classifica generale e ex-aequo e ad annunciare la vittoria sono tutti i compagni di squadra che esultano sul traguardo, una scena memorabile per lo sport e per il Giro d’Italia Ciclocross. Lo racconta lo stesso Loconsolo, fresca maglia rosa strappata a Gioele Solenne dopo una rincorsa lunga una stagione: « Abbiamo vinto dopo una gara tiratissima, al limite della tensione. Avevamo previsto le posizioni con il gioco di squadra, con un percorso così veloce si rimane in gruppo. Questa maglia rosa l’ho inseguita in una stagione iniziata nel cuore di un tunnel, dal quale sono uscito circa a metà stagione». Al suo fianco molto più analitico Vittorio Carrer, secondo al traguardo e impeccabile scudiero: « All’inizio cercavamo di tenere gli avversari insieme per mandare in difficoltà Solenne, che aveva la maglia, cercando di tenere uniti anche i ragazzi del team. Strategia perfetta». Così come già l’anno scorso a Barletta, Loconsolo chiude a 147 punti, in ex aequo con Solenne, battuto per il maggior numero di vittorie (3 a 2, rispettivamente Ferentino, Gallipoli, Roma contro Senigallia e Lignano). Terzo gradino del podio generale per Vittorio Carrer.

ESORDIENTI – Gara estremamente tattica, caratterizzata a lungo da una interminabile fila indiana. Quasi la fotocopia della corsa che 364 giorni fa ha assegnato i tricolori: stessa dinamica, stessa disarmante incertezza sino alle ultime curve. Nel corso dell’ultimo passaggio è il toscano Biagi a provare un affondo, ma la sua azione si rivela un assist per il tricolore Anthony Montrone. Pugliese di Andria, il giovane pupillo di DS Luigi Tortora va a nozze in queste situazioni. Poderosa la sua sferzata sul controviale in sabbiolina, grintosa la sua vittoria che giunge dopo una stagione molto tribolata e altalenante. Alle sue spalle avvincente sprint vinto dal meritevole Nico Biagi (GS Borgonuovo) sulla maglia rosa Alessandro Mario Dante (GS Cicli Fiorin), sicuro detentore del simbolo del primato. « Stesso copione dell’anno scorso, è stato un percorso duro, lungo, questo era molto più corto ma ugualmente tecnico, perfettamente calato sulle mie caratteristiche – ha spiegato il vincitore Montrone - Ce l’ho messa tutta, sono stato in crescita in questo Giro, spero di fare bene anche a Milano». « Abbiamo interpretato la tappa cercando di stare davanti, poi ci sono stati vari attacchi e tentativi di fuga – gli fa eco la maglia rosa Dante - Questa maglia rosa vuol dire tanto, perché la desideravo».
Tra le ragazze splendida affermazione della maglia rosa Federica Venturelli (GS Cicli Fiorin), ancora una volta più veloce di molti ragazzi e seconda Gaia Santin (ASD DP 66) su Aurora Pallagrosi (Team Bike Race Mountain Civitavecchia). « Era proprio il mio percorso, mi sono divertita e ho dato il massimo – il parere col sorriso dell’alfiere Fiorin - Spero di mantenere la condizione sino a Milano».

CATEGORIE AMATORIALI – Alla partenza della prima gara di giornata il sole si riflette sul terreno duro dell’Ippodromo delle Capannelle: è infatti la brina ghiacciata ad accogliere i cicloamatori della prima fascia. Pronti via la maglia rosa di Massimo Folcarelli s’invola in una lunga cronometro solitaria, così che la gara vera avviene alle sue spalle con un drappello formato da Maurizio Carrer (team Eurobike), Marco Gorietti (UC Petrignano), Pierpaolo Pascucci (Bici Adventure team), Marco Fortunati (Bike Lab) e Paolo Innocenzi (UC Petrignano). A tentare la sorte il pugliese Carrer, che dopo essere stato ripreso ha giocato tutte le sue carte all’ultimo giro, precedendo Marco Gorietti, terzo in volata. Pesante l’assenza di Gianni Panzarini, che accende semaforo verde alla maglia rosa di Maurizio Carrer tra i Master 5. « Rivincere il Giro e farlo in casa è sempre un’emozione – confida Folcarelli - Capannelle è un percorso bellissimo, complimenti a tutta la famiglia Scotti e a tutta l’organizzazione, che porta questi eventi nella Capitale. Faccio un grande in bocca al lupo per il futuro».

CAMPIONATO ITALIANO SOCIETÀ – Lo scudetto è stato vinto dalla squadra friulana dell’iridato Daniele Pontoni, la ASD DP 66 Giant Rigoni SMP, che ha battuto lo storico GS Cicli Fiorin 822 a 698. Nelle primissime posizioni della classifica, che prevede ben 102 team agonistici, anche il team Eurobike, che ha concluso al sesto posto con 260 punti. Un risultato di spessore se si considera che il bottino è stato raccolto quasi esclusivamente nella categoria allievi, inserendo il sodalizio coratino nel gotha del ciclocross italiano, precedendo squadre storiche come il Jam’s Bike Buja, la Selle Italia Guerciotti Elite, la Pro Bike e tante altre.

Calcio. Malagò: "Sulla Supercoppa Italiana in Arabia Saudita c’è il trionfo dell’ipocrisia"

ROMA -"Ho letto e ascoltato tutti sul discorso della Supercoppa Italiana in Arabia Saudita, ma c’è il trionfo dell’ipocrisia da parte di tante persone" ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò, ai microfoni di Radio anch’io Sport su Rai Radio 1, commentando la discussione in atto sull’opportunità di disputare la finale della Supercoppa italiana tra Juventus e Milan, in programma la prossima settimana a Gedda, in Arabia Saudita, dove ci sono delle restrizioni per l’ingresso delle donne allo stadio.

"La Lega di Serie A - prosegue Malagò - è un soggetto privato e dunque tutela l’interesse di società per azioni con scopo di lucro. La Lega ha fatto un bando chiedendo quale posto potesse ospitare nei prossimi cinque anni la finale di Supercoppa e la migliore offerta è arrivata dall’Arabia Saudita, un Paese che vuole promuovere lo sviluppo del calcio. Il bando è stato è stato aggiudicato nell’estate del 2018, ma solo ora con la pausa natalizia è uscito il discorso del ticketing. Mi dicono che in Arabia la donna, che prima non poteva proprio andare allo stadio, può finalmente acquistare un biglietto pur recandosi in un settore dedicato. Sicuramente tutto quello che succede in Arabia non mi vede d’accordo ed è da criticare, ma noi abbiamo governi che fanno accordi con questo Paese, con il quale facciamo scambi commerciali. E ricordo anche  che con la nazionale di calcio, dopo la mancata partecipazione a Russia2018, stiamo sperando di andare a giocare il Mondiale in Qatar, le cui leggi sono decisamente peggiori rispetto a quelle dell’Arabia Saudita. Quindi se si vuole si prende una linea chiara, forte, che personalmente non condivido, ma in ogni caso tutto questo non si può fare quando i cavalli sono scappati".