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Coni, sentenza Juve: tornano i 15 punti. Al via nuovo processo

ROMA - E' arrivato il verdetto del Collegio di Garanzia del Coni: il ricorso della Juventus è stato accolto. Ora si torna alla Corte d'Appello Federale per un nuovo processo e nel frattempo sono stati tolti ai bianconeri i 15 punti di penalizzazione. Restano confermate le condanne per Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene, mentre anche le posizioni di Vellano, Nedved, Garimberti, Grazioli-Venier, Hughes, Marilungo e Roncaglio tornano alla Corte d'Appello.

CONI: Collare d'oro per Massimo Stano


NICOLA ZUCCARO
- La Giunta Nazionale del Coni ha conferito il Collare d'oro (massima onorificenza dello sport italiano) a Massimiliano Stano campione olimpico di marcia di Tokyo 2021. Questo conferimento al marciatore originario di Palo del Colle (Bari) - spiega il Presidente del Coni Giovanni Malagò - è stato motivato anche dalla conquista del titolo mondiale ottenuto il 24 luglio 2022 nella 35 km di marcia dei Mondiali corsi a Eugene, in Usa.

Malagò: "Politica decida se vaccinare atleti olimpici"

ROMA — Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha parlato delle vaccinazioni agli atleti olimpici: ”Gli atleti olimpici dovrebbero essere vaccinati prima degli altri per il Covid? Non lo chiederemo mai e non lo vogliamo - ha detto a Repubblica -. Una persona anziana ha il sacrosanto diritto di essere vaccinata prima di un atleta di vent’anni. Ma forse una persona anziana può stare qualche giorno in più a casa senza uscire. L’atleta è obbligato a muoversi: non va a fare assembramenti, passa da aeroporti, spogliatoi, competizioni, contatti, per difendere la bandiera dell’Italia. La valutazione non deve farla lo sport ma la politica. Ci sono molti Paesi in cui già sappiamo che i nazionali sono in fase di vaccinazione”.

Calcio. Malagò: "Nel breve termine ci sarà un ridimensionamento anche nel valore di qualche cartellino e ingaggio"

(Ansa)

"A Mugello c’era un pubblico accettabile, così come a Misano e come ci sarà a Imola per i Mondiali di ciclismo. Per gli stadi invece non si è trovata una soluzione tra le istanze legittime e doverose da parte del mondo del calcio e le istituzioni: il nodo ruota attorno alle indicazioni del Cts" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. 

"Nel giro di qualche settimana si pensa di poter ottenere qualcosa, ma è difficile fare marketing e sinergia commerciale. I ricavi dei diritti tv non si possono cancellare, e questo aggiunge un problema a un problema. L’eventuale danno economico dei club di vertice per questa vicenda del Covid è stato stimato in 4 miliardi di euro. A cascata, però, si finisce all’associazionismo sportivo, che è la colonna vertebrale del nostro mondo. Se non c’è il mecenate di turno o viene meno la filiera sportiva, il ‘salta il banco’ vale per le società più grandi e piccole. Sono certo che nel breve termine ci sarà un ridimensionamento anche nel valore di qualche cartellino e ingaggio. Lo ritengo indispensabile, siamo figli delle dinamiche dei flussi finanziari che ci sono. Tutto quello che serve per migliorare lo stato delle cose è sempre positivo, discorso da trasportare anche per le proprietà straniere all’interno dei club italiani. E’ una partita che bisogna vedere come va a finire, come si dice oggi: vediamo i ‘decreti attuativi’ di questa materia" ha dichiarato ancora Giovanni Malagò ai microfoni di "Radio Anch’io Sport" su Rai RadioUno, in merito agli stadi di calcio ancora chiusi al pubblico.

Malagò: "Riaprire i cancelli degli stadi soltanto agli abbonati potrebbe essere una soluzione"

(Ansa)
"Riaprire i cancelli degli stadi soltanto agli abbonati potrebbe essere una soluzione. Anche perché con gli abbonati, salvo qualche squadra che ne ha un pò tanti, si può trovare un giusto equilibrio di rapporto con la capienza degli impianti" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine della presentazione del premio internazionale Fair Play Menarini, a Roma. 

"I tifosi delle squadre in trasferta comunque non possono andare, quindi questo potrebbe essere un punto di equilibrio, ma vediamo che succede. Dipende tutto dal Cts. Penso non sia giusto identificare solo col pianeta calcio questo tipo di problema. E’ una questione centrale per tanti sport di squadra. Senza pubblico è tutta un’altra atmosfera e per certe discipline diventa anche un problema economico. E’ anche vero che bisogna fare di necessità virtù e piuttosto che non fare nulla è meglio adeguarsi. La Federcalcio ha fatto bene a dare il via libera alla ripartenza dei campionati. Tutti i grandi eventi si stanno rincorrendo, dalla Formula 1 al MotoGp, gli Internazionali di tennis, il Golden Gala".

Malagò: "Per la riforma dello sport siamo in fuorigioco, fuori tempo massimo"

(Ansa)

"Sono passati quasi due anni ed è incredibile che siamo ancora in questa situazione. Per la riforma dello sport siamo in fuorigioco, fuori tempo massimo" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò.

"Siamo finiti in mezzo a una diatriba tutta politica. Il Coni in questo contesto è solo un pretesto per la discussione, ma noi non vogliamo e non possiamo stare in mezzo. Il governo precedente aveva promesso che entro pochi mesi, al massimo entro dicembre 2019, le questioni si sarebbero risolte. Questo governo si è impegnato privatamente e pubblicamente per sistemare una situazione non più sostenibile entro il mese di agosto. Finora siamo stati rispettosi di questi impegni, ora però dobbiamo denunciare la situazione. Non è una pressione, ma una precisa disposizione che il Cio ha manifestato già dall’incontro tra il presidente Bach e il presidente Conte il 24 giugno 2019. Alcune funzioni che determinano l’indipendenza del Coni non sono nella disponibilità del Comitato: l’ufficio legale, l’ufficio marketing, l’ufficio statistica, l’ufficio amministrativo. Stiamo scherzando col fuoco: siamo arrivati al limite, anzi il Cio ci ha anche aspettato troppo. Le conseguenze sono sicure e immediate, non c’è alcuna possibilità che il Comitato olimpico internazionale non intervenga. Peraltro l’Italia non sarebbe la prima e neppure l’ultima: molti paesi, malgrado le ammonizioni del Cio, non hanno voluto applicare i dettami della Carta Olimpica e sono stati sanzionati. Per noi sarebbe un motivo di dolore, una grande sconfitta. Quali sanzioni rischiamo? Dovete chiedere ai dirigenti del Cio, ma la Carta è chiara. Il mio auspicio è che tutto possa risolversi con un testo soddisfacente per tutte le parti" ha dichiarato ancora Giovanni Malagò al termine della Giunta nazionale al Foro Italico.

Malagò: "Le Olimpiadi di Milano-Cortina sarà il successo dell'Italia vincente"

(Ansa)
"Al palazzo del Coni, prima del Salone d’Onore c’è un grande video che proietta le cose più importanti dello sport italiano e continuano ad andare in onda le immagini di Milano-Cortina. Le vedo ogni giorno, ma non finisco mai di emozionarmi, quelle grida, quelle esultanze da stadio che sono continuate con inni e canzoni fanno trasparire una grande verità: abbiamo vinto noi, ma se solo 7 voti fossero andati da un’altra parte il risultato finale sarebbe stato diverso. C’era molta incertezza e quando Bach va ad abbracciare i nostri rivali si vede la loro grande delusione" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò.

"La Svezia era convinta di vincere, era l’ottava volta che si candidava per le Olimpiadi invernali e hanno perso, nonostante sia il Paese più assimilabile al ghiaccio e alle neve. La verità è che noi abbiamo costruito un dossier strepitoso che ha fatto storia nella recente letteratura delle candidature olimpiche, abbiamo avuto il coraggio, forse l’incoscienza, di presentare una candidatura con due città, due regioni, è stato uno spartiacque tra prima di Milano-Cortina e tutto quello che verrà dopo. Le prove della mattina non erano andate bene, non ero convinto, abbiamo ribaltato tutta la scaletta della presentazione mandando i dirigenti all’inizio e le ragazze nel finale, sono state spettacolari, mi hanno chiesto di fidarsi di loro, anticipandomi solo che avrebbero fatto uno sketch provato in bagno. Se Sofia non gareggia nel 2026 la vado a prendere in braccio a Bergamo e la porto a Cortina, sento lei e Michela quasi tutti i giorni, c’è un rapporto fantastico, loro sono state il migliore spot di un’Italia vincente che ha messo d’accordo tutti: partiti, istituzioni, federazioni, atleti, tecnici, c’è un sondaggio di un’importante società che dice che per oltre il 10% degli italiani, l’assegnazione di Milano-Cortina è la notizia più bella degli ultimi 20 anni e, dopo tutto quello che è successo, ci porta a qualcosa di positivo che ci dà energie in un momento in cui ne abbiamo davvero tanto bisogno. La legge Olimpica è arrivata, la tempistica conta poco, quel che conta è che è un’ottima legge, siamo soddisfatti e anche il Cio è molto contento, è una legge che va nella giusta direzione. Per conto del comitato organizzatore che ho l’onore di presiedere, posso dire che la macchina sta andando avanti, ci sentiamo quotidianamente con l’ad Novari che lavora 24 ore al giorno, in questo momento lui, la Bianchedi e tutto il gruppo, sono a Livigno e a Bormio per i sopralluoghi, siamo molto sul pezzo, anche la questione marketing è stata brillantemente risolta, visto che essendo slittata Tokyo a cascata tutti i diritti e le licenze sui 5 cerchi devono essere riposizionati. Sono un ottimista di natura e non vedo particolari criticità. Nel nostro dossier la cerimonia inaugurale è a San Siro, ma io ho sempre sostenuto la tesi, accettata e avallata dal Cio, va benissimo sia l’impianto vecchio che eventualmente quello nuovo. Sono molto contento che si sia trovato un equilibrio sulle cubature e sui progetti, si conserva per certi versi la parte romantica del vecchio stadio e si crea il presupposto di un impianto più in linea con le esigenze che oggi hanno le società di calcio e non solo. Si parte da un concetto sbagliato, semplificare non vuol dire avere dei privilegi, o bypassare norme e leggi. Nel mondo dello sport, nessuno si offenda, non possono esserci determinati tempi, se c’è un impianto che deve essere pronto non si possono aspettare 7 anni per chiudere un progetto peraltro sulla carta già approvato. Voglio mandare un abbraccio forte ad Alex Zanardi, è il simbolo di tutto lo sport e non solo di quello italiano. Ho letto il messaggio che ha scritto il Papa per lui sulla Gazzetta dello Sport, è stato commovente, pazzesco, eccezionale" ha dichiarato ancora Giovanni Malagò in collegamento con Sky Sport 24.

Malagò: "Contrario alla ripresa del campionato di calcio? Solo fantasie"

(Ansa)
"C’è un’attesa spasmodica da parte dei tifosi perché c’è stato un periodo di astinenza da record nella storia del Paese. Penso si sia fatto il meglio, tenendo presente la complessità della situazione: è tutto ancora in fase di evoluzione e dal lato delle normative mi sembra ci sia un bel lavoro di squadra" ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò salutando così il ritorno della Serie A di calcio. 

"Io contrario? È una ricostruzione completamente fantasiosa fatta da qualche giornalista. Ho sempre detto che il calcio aveva non solo il diritto, ma anche il dovere di ripartire, e che al contempo non doveva avere dei canali diversi rispetto agli altri sport. Mi sembra che i fatti mi abbiano dato ragione. Alla fine il calcio ha accettato le regole di tutti. Il mio pensiero è sempre stato lo stesso del Governo. La riapertura degli stadi in estate? Non lo so e non lo sa nessuno se sarà possibile. Sono valutazioni che devono essere fatte anche in base alla curva epidemiologica. Peraltro non si può fare un discorso uguale per tutti gli sport. Bisogna valutare la capienza dello spazio e la distanza tra le persone per capire quanta gente poter far entrare. E ancora la difficoltà di gestione di un evento perché da una parte ci sono oneri come la sanificazione e i controlli, mentre dall’altra non c’è il beneficio di poter riempire gli stadi e avere ricavi pieni. Un Coni depotenziato? È vero se consideriamo le cose che tratta il Comitato olimpico nazionale. Ma sotto il profilo della chiarezza, della determinazione e dell’indipendenza, elementi che nessun Paese al mondo può negare, da un anno e mezzo il Coni è sospeso in una situazione che deve essere chiarita dalla legge delega" ha dichiarato ancora Giovanni Malagò durante l'intervista a RTL 102.5.

Malagò: "Per il calcio serve un piano B, come ha fatto la Germania"

(Ansa)
"Se le posizioni dei presidenti di Serie A sulla ripartenza del campionato sono condizionate dalla classifica dei loro club? Sì, penso che praticamente tutti hanno in qualche modo un condizionamento dalla posizione di classifica. Non ci sono i buoni o i cattivi, è nella natura umana che ci siano delle spinte in questo senso" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò sulle differenti posizioni che ancora caratterizzano i club di Serie A in merito alla ripartenza del campionato. 

"In Italia quattordici sport di squadra su quindici hanno deciso di fermare i tornei senza assegnare lo scudetto. È rimasto solo il calcio, perché il calcio è diverso, ha interessi differenti. Benissimo, mi permetto solo di dire che anche la Virtus Bologna, per esempio, avrebbe voluto vincere il campionato di basket visto che era in testa alla classifica. In ogni caso c’è un rischio, piccolo o grande che sia, che i tornei calcistici non ripartano. Ma soprattutto c’è la possibilità che non possano concludersi. Per questo dico da tempo che serve un piano B, come ha fatto la Germania mettendo in sicurezza il sistema con un accordo con le televisioni. Da noi invece non c’è ancora nulla. Ipotesi play-off e play-out? Questo lo decide la Federcalcio, non possiamo dirlo noi. Ci sono delle situazioni in evoluzione e noi prendiamo il lato positivo: c’è la volontà di investire nel nostro mondo. Devo dire con onestà che da parte del Governo e del ministro Spadafora c’è sempre stato anche l’impegno a sistemare la situazione di totale incertezza in cui si trova il mondo dello sport dalla fine del 2018, da quando cioè è stata approvata una legge che ha stravolto la situazione lasciando lo sport in italiano in mezzo al fiume. Mancano i decreti attuativi, la metta a terra di una norma che, a detta anche di chi l’ha votata, è totalmente incompleta" ha dichiarato ancora Giovanni Malagò ai microfoni di Radio Incontro Olympia.

Calcio. Malagò: "Sono il primo a fare il tifo perché il calcio riprenda"

(Ansa)
"Ribadisco quanto vado dicendo dall’inizio del Covid-19. In Italia ci sono almeno 15 sport di squadra. A torto o a ragione tutti, nel giro di poche settimane, hanno chiuso i battenti e deciso di non assegnare gli scudetti. Il calcio, un po’ perché è un mondo a parte e un po’ per interessi economici, ha voluto continuare la sua partita e chiudere i campionati" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, 

"È un suo diritto e un dovere: conosco le carte, le deleghe, l’autonomia della Figc e il rimando della Federazione alla Lega dell’organizzazione dei campionati. E dico, bene, benissimo: sono il primo a fare il tifo perché il calcio riprenda. Ma dopo pochi giorni alla parola calcio si è sostituita la parola Serie A. Dilettanti e Lega Pro hanno capito abbastanza presto che con certe dinamiche di protocollo non erano in condizioni di riprendere. La Serie B ha votato da poco per ricominciare. Da mesi insisto: puntiamo a ripartire ma non essendo possibile fare previsioni di lunga scadenza, viste tutte le variabili esistenti, deve esistere anche un piano B. Non averlo è un errore. La A vorrebbe riprendere il 13 giugno, ma il governo ha bloccato tutto fino al 14: se la curva dei contagi manterrà un indice basso, credo non ci sarà problema a partire un paio di giorni prima. La Figc pare stia studiando un’ipotesi di playoff e playout? Lo leggo, ma mi risulta che non tutti siano d’accordo. Voglio sia chiaro che il Coni ha solo interesse se il calcio, o meglio la Serie A, riesce a risolvere i problemi. Le mie non sono invasioni di campo come qualcuno le ha definite: ho un atteggiamento propositivo, non critico. Un piano B avrebbe richiesto di mettere intorno a un tavolo tutti i soggetti coinvolti: la Figc, la Lega di A, il Coni se ci avessero invitato, i calciatori, gli allenatori, gli arbitri, i medici sportivi, magari un rappresentate dell’Uefa, i broadcaster. Tutti in una stanza per trovare soluzioni e accordi in caso fosse impossibile ripartire o fosse necessario fermarsi di nuovo. Classifiche, tagli di stipendi, date, rate di diritti tv. Perché non è stato fatto? Certo è difficile, magari sarebbe servito stare chiusi come in certi vecchi tavoli di concertazione. Ma non saremmo oggi in una situazione dove ogni categoria difende il proprio punto di vista e non ci sono accordi" ha dichiarato ancora Giovanni Malagò in un’intervista a ‘La Gazzetta dello Sport’.

Calcio. Malagò: "Quante possibilità ci sono che la Serie A riparta il 13 giugno? Secondo me il 99 per cento"

(Ansa)
"Quante possibilità ci sono che la Serie A riparta il 13 giugno? Secondo me il 99 per cento" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, parlando della possibile data di ripartenza del campionato di Serie A, fissata dalla Lega al 13 giugno. 

"Si sta facendo di tutto per ricominciare, per mettere il sistema in condizione di ripartire. Per sapere poi quante chance ci sono che il campionato finisca bisognerebbe avere la palla di vetro. E’ il vero rischio, l’ho detto già due mesi fa con serenità: in Germania hanno fatto un accordo con i calciatori se le cose non riescono a chiudersi, nel caso italiano l’obiettivo unico è quello di cominciare. E’ un questione culturale, questa mentalità per ‘partiamo e poi vediamo’ io non ce l’ho" ha dichiarato sempre Giovanni Malagò in collegamento con la trasmissione "Non è un Paese per Giovani" su Rai Radio2. 

Malagò: "Sulla ripresa del calcio, nulla verrà lasciato al caso"

(Ansa)
"Non entro nel merito di una decisione che necessita di approfondimenti tecnici e scientifici, attualmente al vaglio degli organismi preposti. Il ministro Spadafora e il Governo assumeranno l’orientamento che riterranno più idoneo in base all’elaborazione delle risultanze ottenute. Credo comunque che niente sia escluso a priori e nulla verrà lasciato al caso" ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò, a proposito della eventuale ripresa del calcio. 

"Stiamo vivendo un momento di emergenza mondiale che ha i crismi dell’eccezionalità. Lo testimonia il rinvio dei Giochi Olimpici di Tokyo, che, fino a oggi, si erano fermati solo in occasione di eventi bellici. Gli atleti, dopo un giustificato momento di disorientamento, hanno rimodulato i programmi e focalizzato il nuovo obiettivo. Spero che i nostri sappiano trarre il meglio da questa situazione: per i giovani è un’opportunità per presentarsi all’evento ancora più forti: per i campioni affermati, l’occasione per chiudere la carriera nel modo migliore. Rispetto ruoli e competenze, ma credo che l’impegno generale sia attualmente finalizzato a contenere gli effetti della pandemia. In assoluto, al di là dello sport, certe emergenze possono far emergere criticità e stimolare riflessioni da riconsiderare in un momento successivo. Prima del lockdown abbiamo scritto la storia grazie a tre fantastiche campionesse degli sport invernali, che hanno alzato al cielo la Coppa del Mondo nelle loro rispettive discipline: Michela Moioli nello snowboardcross, Dorothea Wierer nel biathlon e Federica Brignone, prima azzurra di sempre a conquistare l’ambiziosa sfera di cristallo nello sci alpino. E ci stavamo avvicinando ai Giochi di Tokyo forti di un percorso di qualificazione olimpica da record. Un buon motivo per ripartire di slancio. Credo sia necessario procedere per gradi, senza fare fughe in avanti. Servono riscontri scientifici, valutazioni approfondite e, per il momento, la capacità di mettere in campo un nuovo modo di intendere, di vedere e vivere lo sport. Sicuramente ci impegneremo tutti, con senso di responsabilità e rigore, per contribuire a un progressivo ritorno alla normalità" ha dichiarato ancora Giovanni Malagò in un’intervista all’Unione Sarda nella quale ha anche annunciato l’attribuzione del collare d’oro 2020 al Cagliari Calcio.

Malagò: "Riguardo il calcio Gravina sta vivendo una situazione complicata"

(Ansa)
"Il calcio presenta il suo protocollo al Governo, l’unico fuori dalla tutela della Federazione medico sportiva italiana. Magari è un protocollo migliore, non lo so, ma così vi rendete conto dello stato dell’arte: il calcio sta giocando la partita da solo ed è legittimo, il calcio è questo" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. 

"Il Governo ha chiesto al Coni e al Cip di raccogliere le istanze di tutto il mondo dello sport. Abbiamo preso l’impegno di consegnare entro fine settimana, o al più tardi all’inizio della prossima, un documento complessivo con tutte le risposte richieste. Il calcio ha deciso invece di giocare la partita da solo. Gravina non vuole essere il becchino del calcio italiano e ha ragione. Non lo invidio, sta vivendo una situazione complicata, con delle responsabilità importanti. Ho letto le riflessioni del ministro della Salute. Immagino che le pressioni, che mi sono arrivate alle orecchie, fatte sull’Esecutivo e indirettamente sul ministro, che ha l’interlocuzione con il Comitato tecnico scientifico, siano state importanti. Forse da lì nasce una battuta che io non mi permetto di commentare" ha dichiarato lo stesso Giovanni Malagò in collegamento con Sportitalia.

Malagò: "Una cosa è allenarsi, un’altra cosa è giocare una partita"

(Ansa)
"Una cosa è allenarsi, un’altra cosa è giocare una partita. Io sono felice se il 4 maggio potranno riprendere gli allenamenti delle squadre di calcio perché vorrà dire che anche gli atleti di vertice degli sport individuali potranno tornare ad allenarsi. Muoversi in Italia o all’estero per fare una competizione, con tutto ciò che implica, tutto lo staff a seguito delle squadre, implica però aspetti differenti" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò in merito alla discussa ripartenza del campionato di calcio. 

"La Figc, in piena legittimità, ritiene che i tornei si debbano completare. Non mi sono mai permesso di dire che questa scelta sia giusta e sbagliata: spetta alla federazione. Ho semplicemente detto che soltanto il calcio, per aspetti economici, sociali e sportivi, ritiene che la stagione si debba completare, con tutto ciò che questo comporta, oneri e onori. Ho sentito il numero uno della Figc Gabriele Gravina anche stamattina. Ci sentiamo tutti i giorni, anche per gli auguri di Pasqua. Voi parlate della ripartenza del calcio, ma di quale calcio? Non c'è solo la Serie A. Mi risulta che a breve la Figc si riunisca per stabilire le regole di ingaggio, le norme sanitarie da rispettare. E’ chiaro che ciò che potranno fare le grandi società della Serie A non sarà possibile per alcuni club di Serie B o Lega Pro, ma é altrettanto chiaro che la salute di tutti i calciatori andrà sempre messa sullo stesso piano. Questo é un tema che la Figc dovrà affrontare: vediamo cosa deciderà, magari permetterà di ripartire a chi potrà rispettare i dettami medici e sanitari" ha dichiarato lo stesso Malagò a Radio Kiss Kiss Napoli.

Calcio. Carraro: "Necessario darsi un ampio respiro e terminare la stagione calcistica entro il 20 ottobre"

(Ansa)
"Sono convinto che il calcio sia socialmente ed economicamente importante. Capisco l’affanno con cui si ha fretta di chiudere la stagione, le esigenze di Federcalcio e di Uefa, di Gravina e di Ceferin. È giusto che si faccia l’impossibile per far ripartire il pallone e le sue competizioni, ma il calcio non può costruirsi e isolarsi sotto una maxi campana di vetro. Ci vuole logica e sensibilità. Se Ursula von der Leyen, presidente della commissione Ue, invita i tedeschi a non prenotare la vacanze estive, significa che non c’è Paese che non si faccia condizionare dal virus. E la Germania è tra le nazioni che hanno ripreso a lavorare" ha dichiarato l’ex presidente della Figc e del Coni, Franco Carraro, riguardo la possibilità che il calcio riparta dopo il lockdown dovuto all’emergenza sanitaria legata dalla pandemia di Covid-19. 

"Meglio aspettare? Il contesto è complesso. Lo sport è per definizione promiscuo, quella che era la sua forza ora è diventata la sua debolezza. Nessuno può dichiarare che Atalanta-Valencia a porte aperte abbia avuto conseguenze nefaste sul contagio o sia stata una bomba biologica, ma nessuno può nemmeno dichiarare il contrario. È bellissimo che il calcio ricominci, ha il dovere di provare tutte le strade, ma le raccomandazioni scientifiche della federazione dei medici sportivi per la riapertura delle attività e del campionato, che prevedono controlli e negatività di tutti, sono sostenibili solo da una decina di squadre, in più mi sembrerebbe molto incauto staccare la Serie A dalla B e snaturare così lo spettacolo. Meglio prendere tempo anche perché l’umanità con il virus dovrà conviverci. A Roma è morto un ginecologo perché non aveva avuto la possibilità di fare un tampone. Credo debba esistere una sensibilità pubblica. C’è una priorità dei bisogni, il calcio non può passarci sopra e chiedere privilegi e forzature che non sono concessi agli altri cittadini. Lo dico da uomo che è nato e cresciuto nel mondo del calcio. Se tutti quelli che ne hanno bisogno avranno accesso allo screening allora la ripartenza sarà giustificata. Chiaro che la stagione deve finire, ma non affannarsi a farsi guidare dalla voglia del pallone di rotolare subito in porta. Nel mondo si stanno cercando altri mezzi che diano risposte rapide su chi è infetto e infettante e più passa il tempo e più la medicina avrà nuove armi e nuovi farmaci rispetto a un mese fa. La mia proposta è questa: darsi un ampio respiro e terminare la stagione calcistica entro il 20 ottobre, a seguire le competizioni internazionali. Iniziare il prossimo campionato nel dicembre 2020, giocare anche d’estate, chiedere al presidente Ceferin, che è stato molto bravo e tempestivo nello spostare il campionato europeo all’anno prossimo, di posticiparlo a novembre, stesse date del Mondiale. Approfittare del fatto che il Mondiale in Qatar nel 2022 sarà d’inverno. Ormai le nostre città non si svuotano a luglio e ad agosto, il mio parere personale è che assistere a partite serali d’estate è piacevole, sarebbe una rivoluzione più radicale, ma anche la soluzione meno complicata e rischiosa. E ci sarebbe anche spazio per la Nazionale, che è nei cuori di tutti" ha dichiarato ancora Franco Carraro in un'intervista al giornale 'La Repubblica'.

Malagò: "L’Oms ha rivestito un ruolo fondamentale per il rinvio dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020"

(Ansa)
"La decisione di rinviare le Olimpiadi poteva arrivare prima? Sono convinto del contrario e parlo con cognizione di causa. Le cose, viste da fuori, sono più facili e immediate di quanto lo siano nella realtà" ha dichiarato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’, riguardo la decisione del Cio di far slittare i Giochi di Tokyo2020 al 2021. 

"Serviva dare un messaggio chiaro e univoco, tenendo conto di diverse situazioni. La posizione del governo giapponese, che controlla gli enti locali e il comitato organizzatore e gli aspetti contrattuali con le televisioni americane. Eppoi, bisognava fare i conti con il convitato di pietra, cioè il virus. Che ruolo ha avuto l’organizzazione mondiale della sanità? In un certo senso ha rappresentato il virus, che nessuno conosce. L’Oms ha rivestito un ruolo fondamentale: prima ci ha spiegato che i Giochi andavano rinviati e poi quali potevano essere i rischi di spostarli a ottobre. Alla fine, infine, si è optato per il 2021. Con una formula geniale, aperta: dal primo gennaio all’estate. Questo significa che se nel prossimo autunno la situazione si normalizzerà, e l’Oms desse il via libera, l’Olimpiade si potrebbe fare a fine maggio o a inizio giugno, in condizioni climatiche favorevoli e senza dover stravolgere altri grandi avvenimenti (Mondiali di atletica e di nuoto per esempio, ndr) già in calendario. Non dobbiamo però aspettare una nuova data in tempi brevi: No, perché non possiamo ragionare solo pensando all’Italia, ma capire quale piega prenderà la pandemia" ha dichiarato ancora il numero uno dello sport italiano.

Coni stoppa lo sport in Italia sino al 3 aprile

di NICOLA ZUCCARO - Stop a tutte le attività sportive fino a venerdì 3 aprile 2020. E' quanto stabilito nel pomeriggio di lunedì 9 marzo dal CONI per voce del suo presidente Giovanni Malagò. In attesa di un Decreto del Governo nazionale che ratifichi questa decisione, la scelta intrapresa dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano inciderà su quella che adotterà il Consiglio Federale della Figc convocato alle ore 14.00 di martedì 10 martedì, presso la sede di via Allegri in Roma.

A precedere il pugno duro di Malagò, la decisione del Consiglio nazionale della Lega Dilettanti che ha confermato la stessa data individuata dal CONI e in linea con il Decreto Ministeriale reso noto nella giornata di domenica 8 marzo 2020.

Malagò: "Il calcio si deve adeguare a quella che è la realtà: non può andare avanti da solo"

(Ansa)
"Il calcio si deve adeguare a quella che è la realtà sotto gli occhi del paese, non può andare avanti da solo. Si deve navigare il più possibile a vista cercando di fare una programmazione" ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò a Tgcom24 riguardo lo sconvolgimento del calendario legato all'emergenza coronavirus.

"Su questo tema ho già espresso un’opinione. Il calcio non può pensare di giocare una partita per conto suo, ci si deve adeguare a quelle che sono delle realtà oggettive del Paese e si deve navigare il più possibile a vista e al tempo stesso cercando di fare una programmazione che se non si può fare col pubblico, non se in alcune zone d’Italia o ovunque, lo preveda. Questa è la realtà. Io non ho titolo per parlare del calcio, penso di averlo sullo sport, non posso fare un discorso per una sola disciplina anche se è la più importante e la più ricca, e non considerare gli altri sport".

"Olimpiadi Tokyo 2020? Ho un unico riferimento, che è il Cio" ha dichiarato ancora Malagò "Parlo quotidianamente con Losanna, non c’è nessuna controindicazione da parte del Cio. Poi se gli organi istituzionali del Giappone dicono altro io, come Presidente del Coni, devo comunque basarmi su quello che mi dice il Cio. Non posso fare un discorso solo su una disciplina e non tener conto delle altre. Credo che tutte le discipline debbano avere la stessa considerazione".

Cio a Malagò: "Si trovi una soluzione per le possibili sanzioni conseguenti al ddl sullo sport"

"Sfortunatamente, notiamo che i pochi problemi specifici che abbiamo evidenziato ieri nella nostra lettera autoesplicativa non potevano essere presi in considerazione in questa fase" scrive il comitato olimpico internazionale in una lettera indirizzata al presidente del Coni, Giovanni Malagò, in merito a un incontro congiunto a Losanna con il governo italiano per le possibili sanzioni conseguenti al ddl sullo sport votato in via definita al Senato "Tuttavia, ribadiamo la nostra proposta di organizzare una riunione congiunta con il Coni e le autorità governative a settembre a Losanna per riesaminare attentamente la situazione e trovare una soluzione reciprocamente accettabile per garantire che il nuovo quadro legislativo sia pienamente compatibile con i principi e le regole basilari della Carta olimpica, come menzionato nella nostra precedente lettera. Grazie per la collaborazione e restiamo a disposizione per aiutare a risolvere senza problemi questa situazione".

Malagò: "Sulle date della serie A 2019-2020 dobbiamo rispettare gli accordi Uefa"

ROMA - "Le date della prossima Serie A? Non possiamo permetterci di trasgredire l’impegno contrattuale sottoscritto con la Uefa per la consegna dello stadio Olimpico in vista degli Europei del 2020" ha dichiarato il presidente del Coni Giovanni Malagò commentando le date indicate dalla Lega di A per il prossimo campionato, che dovrebbe finire il 24 maggio 2020.

"Anche io sono rimasto stupito dalla decisione della Lega di A: c’è qualcosa che non quadra, magari c’è una stata mancanza di comunicazione. Quello che è sicuro è che noi non possiamo permetterci di trasgredire l’impegno contrattuale sottoscritto con la Uefa".