Calcio in lutto: addio a Phil Masinga

Lutto nel mondo del calcio: è morto l'ex giocatore e dirigente Phil Masinga. L'ex giocatore sudafricano di Salernitana e Bari, dove ha militato dal 1997 al 2001, è deceduto nella notte dopo una lunga malattia.

Calcisticamente, con la maglia del Bari Masinga giocò 75 partite in cui segnò 24 gol dal 1997 al 2001. In Italia, inoltre, ha indossato la maglia della Salernitana. Poi, successivamente, esperienze all'estero con il Leeds e l'Al-Wahda prima del ritiro nel 2002.

"Se n'è andato, la nostra leggenda è scomparsa" ha scritto Buddha Mathathe, presidente della South African Masters e della Legend Football Association a 'TimesLive' "Non è giusto. E' una tragica perdita per la sua famiglia e per l'intero Paese, si trattava di una leggenda internazionale".

Serie B: lo Spezia acquista Da Cruz, il Palermo interessato a Paganini

di FRANCESCO LOIACONO - Lo Spezia ha acquistato l’attaccante olandese Da Cruz in prestito dal Parma. Il Palermo è interessato al centrocampista Paganini del Frosinone. Il Venezia che vuole allontanarsi in modo definitivo dalla zona play out, potrebbe ingaggiare l’esterno Lombardi dalla Lazio.

Il Benevento, sesto a 29 punti, vuole contattare il Frosinone per il difensore Ariaudo e il centrocampista Crisetig. Il Padova, deciso ad abbandonare l’ultimo solitario posto in classifica, vorrebbe l’attaccante Monaco dalla Cremonese, e il centrocampista Calvano dal Verona.

Il Livorno quartultimo a 15 è determinato ad acquistare il trequartista Aquilani, svincolato dal Sassuolo. Il Pescara secondo a quota 32, potrebbe mettere a disposizione del tecnico Giuseppe Pillon, il difensore Del Fabro della Cremonese. A Kupisz esterno dell’Ascoli, sono interessati il Venezia il Cosenza e la Cremonese. Il Carpi quintultimo con 17 punti, vuole tesserare il centrocampista Coulibaly dall’Udinese.

Calcio. Muriel: "La Fiorentina è stata la mia prima scelta"

FIRENZE - "Ho scelto la Fiorentina fin dai primi giorni di dicembre quando è nata l’idea di venire qua, con la società viola che ha fatto un lavoro ‘duro’ e un grande sforzo per prendermi. Negli ultimi giorni, quando c’era la possibilità di andare al Milan, la mia idea non era mai cambiata, avevo sempre intenzione di venire qui. Avevo parlato con il direttore Corvino e con il mister Pioli, che mi hanno trasmesso la carica giusta per venire qui, e le giuste motivazioni" ha dichiarato l’attaccante Luis Muriel presentato ufficialmente nella sala stampa dello stadio ‘Franchi’ di Firenze come neo giocatore della Fiorentina.

"Firenze per me rappresenta tanto. Sono in un momento molto importante della mia carriera, con una maturità acquisita dopo tante esperienze, e quindi essere in questa piazza mi permetterà di dare tanto, e la piazza stessa mi può dare tanto. Dal mio arrivo tutti si sono resi conto come sto, negli allenamenti e nell’amichevole che ho fatto. Il mio stato di forma? Girano voci quando le cose non vanno bene. In questi ultimi anni, nell’ultima stagione alla Samp, sono cresciuto tanto in questo senso. Da giovane ho sbagliato tanto ma ho acquisito maturità e le voci sul mio stato di forma rappresentano il passato. Il mio obiettivo qui è fare bene, e se lo farò il mio riscatto ne sarà la conseguenza. Voglio mettermi a disposizione al massimo per i compagni ed il mister. Sono arrivato qui in grande forma e per giocare, voglio dare un grande contributo alla squadra. Il mio sogno ed obiettivo principale è rimanere in una squadra come questa per tanti anni. Sono arrivato in un club con una grande storia, in una città bellissima come Firenze, non posso che voler rimanere qui per tanti anni. Nell’ultimo anno alla Samp e nel primo anno ad Udine, con Quagliarella e Di Natale, che erano punte fisse, ho fatto delle belle cose e sono stati i miei migliori anni della carriera. Io insieme a Giovanni Simeone in attacco? Posso giocare in qualsiasi posizione. La decisione finale spetta al mister, io mi metto a sua disposizione. Non ho obiettivi di gol da voler raggiungere, voglio innanzitutto conquistare il posto. Mi ha colpito, da quando sono arrivato, di aver trovato un gruppo di ragazzi tranquilli che mi hanno accolto benissimo. Fin dai primi giorni mi hanno fatto sentire come se fossi qui da tanti anni. Il paragone con Ronaldo? Sono cose che fanno piacere. Quando c’è un paragone del genere vuol dire che qualcosa stavi facendo bene, e ho sempre preso questa cosa come una motivazione per fare grandi cose. Prendo adesso un paragone simile ma ho i piedi per terra. Il Torino è una delle squadre più aggressive e forti del campionato, che pressa molto bene, è molto fisica e lascia pochi spazi. E' un avversario che ti spinge a fare il massimo per portare una vittoria a casa. In questi giorni ho visto cosa ha fatto dal punto di vista tattico la mia nuova squadra, voglio capire meglio nei prossimi due giorni come posso dare al meglio il mio contributo".

Andy Murray dice addio al tennis

di PIERO CHIMENTI - Annuncio choc di un commosso Andy Murray che ha annunciato la possibilità di appendere la racchetta al chiodo, a causa di un problema all'anca che lo affligge ormai da tempo e gli impedisce di esprimersi ai massimi livelli. L'ex n. 1 del mondo ha parlato poi del suo tentativo di arrivare a Wimbledon, ma non ha escluso che l'addio possa arrivare già all'Australian Open, per permettergli di sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico che gli garantirebbe una qualità di vita migliore.

Calcio. Mertens: "A Napoli sono cresciuto, amo la città e mi sento a casa mia"

NAPOLI - "A Napoli sono cresciuto, amo la città e mi sento a casa mia" ha dichiarato Dries Mertens, giocatore del Napoli, intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss.

"Sono qui da 6 anni, la gente mi ha dato un affetto enorme e mi ha adottato come un napoletano vero. Sono felice di tutto questo amore che mi ha aiutato a maturare soprattutto come uomo. Per me Napoli oggi è una casa. Oltre a questo, sono cresciuto anche sotto il profilo tecnico. Ricordo che nei primi anni giocavo di meno, poi gradualmente mi sono inserito ed affermato sempre di più fino a disputare gli ultimi due anni davvero alla grande. Io penso che in questi 6 anni sia cresciuta tutta la società, la rosa e il gruppo. Abbiamo in squadra talenti assoluti e sono convinto che su questa strada potremo tagliare traguardi importanti in futuro. L'eliminazione dalla Champions fa ancora male: non siamo stati fortunati, abbiamo disputato un girone bellissimo, abbiamo giocato un gran calcio e siamo usciti per un soffio affrontando a testa alta avversari fortissimi. Adesso punteremo alla Europa League perché possiamo arrivare lontano. la Juventus ha una grande potenza economica ed è difficile per tutte poter competere. Noi dobbiamo pensare al nostro cammino cercando di vincere quante più partite sarà possibile. Di certo manca un intero girone e proveremo ad avvicinarci alla Juventus. La scorsa stagione abbiamo dato battaglia fino alla fine e ci proveremo anche quest'anno. In Coppa Italia, il Sassuolo è un avversario difficile e dovremo subito riprendere al massimo perché ci teniamo ad andare avanti".

A Milano va in scena il rebus Higuain-Icardi

di PIERO CHIMENTI - Milano tiene il fiato sospeso per il destino dei bomber di Inter e Milan che rischia di essere lontano anche dalla Serie A. Il capitano nerazzurro, a cui è stata comminata una multa da 100 mila euro dalla società per essere arrivato in ritardo alla ripresa degli allenamenti, non ha ancora accettato per voce della moglie-agente Wanda Nara il rinnovo da circa 6,5 milioni a stagione con scadenza 2023. Dall'altra parte del Naviglio tiene banco invece la voglia di Higuain di provare l'esperienza al Chelsea sotto la guida di Sarri.

All'operazione però arriverebbe l'ok della Juventus solo se il club inglese acquistassi il Pepita a titolo definitivo. Il club bianconero guarda sempre a Londra per rafforzare il centrocampo, dando appuntamento agli agenti di Ramsey dopo la Supercoppa italiana in programma il prossimo 16 gennaio. Da Genova va in scena l'operazione nostalgia, con il ritorno di Gabbiadini alla Samp, mentre a Genova sono ad un passo i ritorni di Sturaro e Bertolacci.

Calcio, Monchi: "Di Francesco resta alla Roma. Zaniolo è il futuro"

ROMA - "I bilanci si possono fare quando finisce un progetto e il mio è ancora lungo. Se penso alla stagione scorsa è positivo, mentre questa finora non è buona. Ma non saranno alcuni risultati a cambiare il mio modo di pensare e a farmi passare l’entusiasmo di lavorare nella Roma" ha dichiarato il direttore sportivo della Roma, Monchi, in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

"Ogni giorno - prosegue Monchi - sento che mi dimetto o che mi mandano via. No, l’ho già detto, resto alla Roma. Il mio obiettivo è arrivare al successo in modo graduale, ma continuo. Capisco che ora la prima necessità del tifoso sia vincere, ma è importante anche essere sempre competitivi, di alto livello e vicini al successo. Meglio così, piuttosto che vincere solo una volta e poi nulla. Vorrei che si raccontasse meglio e a 360° che cos’è questo club, e penso che questo non venga fatto. Al di là di qualche risultato o di un acquisto giusto o sbagliato, per me la nostra è una società modello e mi dispiace che a volte rimanga in secondo piano rispetto ai giudizi su Monchi o Di Francesco. La Roma è di più di quello che si legge o si sente Di Francesco non è stato difficile difenderlo perché c’era fiducia al 100% nella mia idea di tenerlo. E tutti l’hanno condivisa. Quando siamo andati a Boston da Pallotta, di Eusebio abbiamo parlato 15-20 secondi. La Roma ha un presidente e un management importante. Io sono il responsabile della mia area e se Monchi è convinto, non si discute. Dopo si farà il bilancio a fine stagione. Certo, poi ci sono i momenti. Si perde a Udine o a Bologna o si pareggia in quel modo a Cagliari, e vorrei uccidere il mister e me stesso. Ma lì prevale il tifoso. La mia fiducia in lui era grande quando l’ho preso, oggi che ci lavoro insieme è ancora più forte. Non posso perdere fiducia in lui ora per qualche risultato negativo. Posso farlo se cambia l’atteggiamento, il modo di lavorare o lui perde la fiducia della squadra. Nella mia carriera ho sempre fatto fatica a licenziare un tecnico. Si fa solo se perde la testa. Ma a Trigoria io arrivo la mattina alle 7.30 e me ne vado alle 20, ho la percezione di ciò che capita. Conoscendo Daniele De Rossi e il suo romanismo, neanche a lui adesso fa bene parlare del futuro. Tutti dobbiamo sperare nel suo recupero. Per fortuna abbiamo avuto notizie buone dal punto di vista radiologico, ora bisogna capire cosa succederà quando tornerà ad allenarsi sul campo. Daniele due giorni fa per la prima volta l’ho visto diverso, ottimista, positivo, perché non ha dolore. Zaniolo, visto il rendimento, forse sarà il primo rinnovo che affronteremo. Non me l’aspettavo che facesse così bene da subito. Il merito di questa crescita è suo e dell’allenatore, che è stato bravo a crederci. L’Inter non voleva inserirlo nella trattativa per Nainggolan, Ausilio aveva alzato un muro, però volevano Radja e alla fine hanno ceduto. Pensavo che Nicolò fosse uno di prospettiva, ma più a lungo termine. All’inizio volevamo mandarlo in prestito in A visti i tanti centrocampisti in rosa, ma una volta ceduto Strootman abbiamo capito che era il momento perfetto per tenerlo. Zaniolo sta stupendo tutti e so che a livello calcistico in questo momento l’Italia ha bisogno di eroi per ricostruire la fiducia, ma con Nicolò dobbiamo essere più tranquilli, per il suo bene. Ha solo 19 anni. Oggi la nostra idea è costruire una grande squadra, per questo dico che Zaniolo è il futuro della Roma non sarà venduto. Avrà un percorso lungo e importante in questa società. Lui è come un palazzo che stiamo costruendo piano piano, ma se non lo facciamo bene poi può crollare in un attimo. Ne ho visti tanti di talenti che si sono persi. Nainggolan? Mi dispiace se sta avendo problemi. Noi intendevamo cederlo al di là di Zaniolo. Radja è forte, il problema è gestirlo. Schick? Credo che Patrick sia un frutto e bisogna ancora spremerlo fino alla fine e spendere tempo ed energie su di lui. Il campionato italiano è ai massimi livelli. Dal punto di vista tattico da nessuna parte si lavora meglio. Bisogna sfruttare i vivai e avere il coraggio di lanciare i giovani: Barella, Tonali, Mancini, Zaniolo, Cristante, Pellegrini... Ce ne sono di fortissimi e saranno il futuro del calcio italiano, che sta migliorando. Poi c’è la Juve, certo, che vince sempre: ma che fattura anche il doppio di noi. Dove non arriviamo con i soldi, dobbiamo arrivare con le idee e il lavoro. Lo stadio? In un momento di crisi economica, un progetto che muove un miliardo di euro ed è ancora fermo mi sembra poco logico. Potrebbe dare tanto non solo alla Roma, ma alla città. Vogliamo accorciare il gap non solo con la Juve, ma con tutto il calcio europeo, e per farlo questo progetto è fondamentale. Se potessi scegliere fra Mbappé e Neymar? Mbappé, perché è più giovane e più forte".