Stagione 2013-2014: Ecco il pallone ufficiale

di Luigi Laguaragnella
In attesa della composizione delle rose, è stato presentato il nuovo pallone per la serie A 2013-2014. Il suo nome è Radar ed è prodotto, come ormai da molti anni dalla Nike.
Si chiama Incyte ed è dotato del sistema Radar per permettere una migliore visibilità delle traiettorie,  grazie  alle figure geometriche a gamma di colori.
Inoltre è strutturato in cinque strati che garantiscono un tocco più preciso.
Sarà inaugurato per la prima uscita ufficiale della stagione: la Supercoppa Italiana il 18 agosto che vede i campioni d'Italia della Juve contro la Lazio.

Milan, ecco il primo colpo: El Shaarawy resta, ora però va puntellato l'organico

di Luca Losito. Nel cuore dei tifosi rossoneri sanguina ancora il brutale squarcio aperto dalla dirigenza con la doppia cessione al Psg di Ibra e Thiago Silva un estate fa, proprio per questo, tutti si aspettavano di assistere ad un film già visto. El Shaarawy, il giocatore potenzialmente più appetibile per tutti i ricchi club d'Europa, non è incedibile. Ma come? Sbugiardare una politica societaria, quella dei giovani, dopo soli 12 mesi, cedendo al fascino maledetto della moneta sonante. Sicuro, andrà via. L'abbiamo pensato un po' tutti, diciamoci la verità. Oggi, però, è arrivato finalmente l'atteso incontro tra Galliani ed El Shaarawy e l'esito è stato sorprendentemente positivo: "Niente mercato, niente voci, niente accostamenti", scrive il Milan sul proprio sito. E ancora: "Si è svolto l'incontro fra Adriano Galliani, Stephan El Shaarawy e l'entourage del nostro giovane campione - recita la nota dei rossoneri -. E' andato tutto bene. Stephan, da sempre tifoso del Milan, ha ribadito la sua ferma volontà di continuare a giocare in maglia rossonera. Proposito ricambiato da parte del Milan, con convinzione e fiducia. Milan ed El Shaarawy avanti insieme, come dal Giugno del 2011. Niente mercato, niente voci, niente accostamenti. Il Milan, i colori rossoneri e il Faraone rossonero avanti insieme". Un acquisto, o quasi, dal quale bisogna ripartire e ridisegnare un organico più competitivo di quello attuale: Boateng, Robinho, Flamini, giocatori non proprio centrici nel progetto rossonero targato Allegri, andrebbero sistemati altrove per poi trovare sostituti ancor più validi. Poli, ad esempio, pare un'ottima pedina per rinforzare la mediana rossonera e tutto lascia pensare che l'affare andrà in porto. Honda, invece, sarebbe principalmente un'operazione mediatica, che potrebbe comunque dare un buon contributo dal punto di vista tecnico all'attacco milanista. Dulcis in fundus, c'è la difesa: autentico cruccio dell'ultima stagione, risistemata da Allegri nel girone di ritorno col discreto tandem Zapata-Mexes. In ogni caso, acquistare qualche pedina per rinforzare la retroguardia non sarebbe affatto male. Puntellando l'organico in tutti i reparti, in maniera saggia, si potrebbe davvero tornare a lottare per lo Scudetto, al Diavolo le individualità non mancano: Montolivo, De Sciglio, El Shaarawy, Abate e Balotelli, eroi con la maglia azzurra in Confederations Cup, tutti con richieste di mercato più o meno esorbitanti in giro per l'Europa, sono una solida base sulla quale edificare un futuro a forti tinte rossonere per il calcio italiano. L'importante è non cederli, quanto meno.

F1: Fia autorizzerà test Pirelli con vetture 2013

di Piero Ladisa - Dopo lo spettacolo indecoroso visto domenica scorsa nel GP di Silverstone, dove si è assistito allo scoppio di cinque pneumatici, la FIA è subito corsa ai ripari per risolvere in tempi rapidi questo importantissimo caso gomme. Quando si parla di sicurezza non è possibile tergiversare.

Al termine della gara inglese, Bernie Ecclestone e Jean Todt hanno discusso per trovare una soluzione. I due sarebbero giunti all’accordo di lasciare libera la Pirelli di provare per alcuni giorni, senza limite di chilometraggio.

Lo stesso Ecclestone ha dichiarato che: “Pirelli si è lamentata quando le gomme soffrivano di delaminazione, che non ha nulla a che fare con il problema verificatosi a Silverstone. Loro sono pronti a risolvere la cosa, ma non hanno possibilità di fare test a causa di queste stupide restrizioni che abbiamo. Però ho parlato con Jean Todt che mi ha confermato che li lasceranno testare”.

Il test dovrebbe coinvolgere tutti i team, che utilizzerebbero le monoposto della stagione in corso.

La decisione ufficiale verrà presa domani, quando al Nürburgring si riunirà lo Sporting Working Committee.

Calcio: Juve, ecco Llorente! Lo spagnolo indosserà la maglia numero 14

di Piero Ladisa - “Ho scelto la Juventus perché è un grandissimo club. Un sogno giocare qui. E’ la squadra che mi ha voluto di più”. Queste le prime parole rilasciate da Fernando Llorente ai giornalisti, durante la presentazione avvenuta allo J-Stadium. Lo spagnolo, arrivato pochi giorni dopo Tevez, è in realtà il primo rinforzo della nuova stagione preso a parametro zero dalla società bianconera e bloccato già in inverno. Per lui contratto quadriennale e maglia numero 14.

Il matrimonio tra Madama e il bomber di Pamplona doveva essere già celebrato durante la sessione estiva di calcio-mercato dello scorso anno. La trattativa naufragò per via dell’ostracismo di Urrutia. Il presidente dell’Athletic per cedere il suo gioiello voleva il pagamento dell’intera clausola rescissoria, che ammontava a 37 milioni di euro. Uno sproposito per un giocatore in scadenza nel giugno 2013 e non disposto a rinnovare.

L’ultimo anno di Llorente a Bilbao è stato difficile, vissuto da separato in casa. Poche apparizioni in campo e tanta tribuna. La società bianco-rossa aveva oramai capito che il suo bomber sarebbe approdato in bianconero gratis. Indispettita ha optato per una soluzione che alla lunga non ha giovato a nessuno, se non alla Juventus che si ritrova con un ottimo elemento in rosa.

L’arrivo del “Re Leone”, sbarcato a Torino lunedì all’ora di pranzo, nel campionato italiano non è stato caldeggiato dai media come e’ avvenuto per l’Apache. Ad accoglierlo molti tifosi, che hanno intonato cori nei suoi confronti.

L’ex Athletic non è certo l’ultimo arrivato e vanta un curriculum di tutto rispetto. E’ dotato di un gran colpo di testa e di piedi raffinati. Classico giocatore d’area di rigore che serviva alla Vecchia Signora.

Con la squadra basca ha messo a segno 85 gol in 262 presenze. In nazionale vanta 7 gol in 21 presenze.

Non ha conquistato tantissimi trofei nella sua carriera, pochi ma buoni. Tutti ottenuti con la Roja: terzo posto nella Confederations Cup 2009, Campione del Mondo e d’Europa rispettivamente nel 2010 e 2012.

A livello individuale ha vinto il premio Zarra nel 2012, assegnato annualmente dal quotidiano sportivo Marca al giocatore spagnolo che sigla più reti nella Liga. L’attaccante classe 1985 fece suo quel trofeo, alla pari con Roberto Soldado, realizzando 17 centri.

Con i “Rojiblancos”, sempre nel 2012, ha sfiorato la vittoria in Europa League. Nella finale tutta iberica di Bucarest, la squadra basca dovette arrendersi alle prodezze di un super Falcao, autore di una doppietta. Il 3-0, con gol nel finale dell’ex juventino Diego, fu una punizione eccessiva per gli uomini di Bielsa che disputarono un ottimo torneo.

Oramai quella finale è solo un lontano ricordo. Adesso Llorente dovrà scrivere nuove pagine della sua vita calcistica preferibilmente vincenti, come auspicano i tifosi bianconeri e la società di Corso Galileo Ferraris.

Wimbledon, niente impresa per gli atleti azzurri: anche Serena Williams eliminata

di Stella Dibenedetto - Nessuna impresa per gli atleti italiani impegnati al Torneo di Wimbledon. Nessun Azzurro, infatti, accede ai quarti di finale. Dopo le tre ragazze, anche Andreas Seppi si è dovuto arrendere alla superiorità di Del Potro. La giornata sui prati di Wimbledon era iniziata male con l’eliminazione di Flavia Pennetta per mano della belga Kirsten Flipkens, e proseguita con Roberta Vinci battuta dalla Li Na.

Niente impresa anche per Karin Knapp, battuta dalla francese Marion Bartoli numero 15 del tabellone. Andrea Seppi che nei precedenti tre incontri con Del Potro non aveva mai vinto, non è riuscito ad imporsi neanche questa volta. L’argentino si è imposto in tutti e tre i set vincendo per 6-4 7-6 6-3. L’argentino, nonostante un problema al ginocchio per il quale sembrava non essere in grado di proseguire il torneo, ha imposto sin dall’inizio il suo gioco con Seppi che non è riuscito ad arginarlo. Ai quarti di finale, Del Potro affronterà David Ferrer.

Anche in campo femminile è stata una giornata amara per i colori azzurri. L’unica che avrebbe potuto tentare l’impresa è stata Flavia Pennetta che contro la belga Kirsten Flipkens ha avuto per due volte la possibilità di servire per vincere il parziale. La brindisina, però, non è riuscita ad imporsi lasciando la vittoria alla belga. Escono a testa bassa anche Roberta Vinci e Karin Knapp: se quest'ultima era già stata brava ad arrivare agli ottavi, ci si aspettava decisamente di più dalla tarantina che si arrende alla cinese Li Na in meno di un’ora di gioco.

Dopo l’eliminazione della Sharapova e Azarenka viene eliminata anche la campionessa in carica Serena Williams sconfitta dalla tedesca Sabine Lisicki in tre set: 6-2 1-6 6-4. Il quadro dei quarti di finale è ora completo: l'estone Kanepi affronterà la Lisicki. Radwanska se la vedrà con la cinese i Na. Nell'altra metà, invece, si qualicano Sloane Stephens ai danni della portoricana Puig e Marion Bartoli che ha sconfitto Karin Knapp. L'ultimo quarto vedrà opposte la vincitrice dell'edizione 2011 Petra Kvitova e la belga Kirsten Flipkens.

In campo maschile, si qualifica ai quarti di finale David Ferrer che affronterà l’argentino Juan Martin Del Potro giustiziere di Andreas Seppi. Bene anche i polacchi Janowicz e Kubot. I due tennisti daranno vita a un inedito derby polacco nei quarti. Avanza anche Novak Djokovic, n.1 al mondo e del torneo che affronterà il ceco Tomas Berdych.

Tour de France 1998, revoca in vista per il "Pirata" Marco Pantani

di Nicola Zuccaro - La notizia ha incominciato a prender piede durante la scorsa settimana ma, nelle ultime ore, ha assunto per metà il crisma dell'ufficiosità in vista di prossime conferme. Al compianto Marco Pantani potrebbe essere revocato il Tour de France vinto nel 1998. Se l'Uci ( Unione Ciclistica Internazionale) dovesse accertare mediante gli organi competenti che all'epoca dei fatti il corridore romagnolo fosse risultato dopato, potrà procedere a questa revoca.

Perchè si interviene adesso e non quando il Pirata era ancora in vita sino al 14 Febbraio 2004, data del suo tragico decesso? E' giunto il momento per i vertici del ciclismo sia italiano che internazionale di combattere lealmente questa atavica piaga di cui a tutt'oggi è vittima. Senza caccia alle streghe ma con equilibrio e obbiettività e senza faziosità.

La persistenza di essa condurrebbe ad annullare anche la denominazione di una Cima Montuosa a lui riservata. Per Pantani, è proprio il caso di scrivere, non c'è pace neanche da morto!

Confederations Cup, il Brasile travolge la Spagna per 3-0: sua la vittoria finale

di Stella Dibenedetto - Allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, la festa finale è stata tutta verdeoro. Il Brasile ha travolto e umiliato i campioni del mondo e d’Europa in carica della Spagna per 3-0 grazie alle reti di Fred, autore di una doppietta, e di Neymar. Il Brasile vince così la sua quinta Confederations Cup. Determinati, combattivi e grintosi come non mai, gli uomini di Scolari hanno subito messo le cose in chiaro passando in vantaggio dopo appena due minuti grazie al solito Fred. Al 44' è Neymar a trovare il 2-0. Al 2' della ripresa, infine, ancora Fred fa 3-0 e chiude i conti. La Spagna prova a reagire ma deve arrendersi allo strapotere dei brasiliani chiudendo anche in 10 per l'espulsione di Piqué dopo aver fallito un rigore con S. Ramos al 54'. E pensare che solo quattro giorni fa, contro la nostra Nazionale, avrebbero potuto tirare diecimila rigori e sarebbero entrati tutti. Ieri sera, però, la storia è andata diversamente. La Spagna non è riuscita ad impensierire la difesa brasiliana neanche una volta. Quella difesa, che unita al talento dei centrocampisti e degli attaccanti, rende la formazione verdeoro una della candidate a vincere il titolo mondiale il prossimo anno. Una brutta sconfitta per le Furie Rosse che, oggi, devono interrogarsi sul da farsi. E allora, la domanda sorge spontanea: ad un anno dal Mondiale è la fine di un ciclo? Forse sì perchè quella vista ieri sera non era la Spagna che ha incantato il mondo con il suo meraviglioso tiki-taka. In uno stadio pieno di gente, pronta ad applaudire il successo della sua Selecao che per il popolo brasiliano è un credo, le Furie Rosse non si sono mai rese pericolose. C’è l’alibi del gran caldo e dell’umidità ma questa Spagna ha perso smalto, lucidità, l’effetto sorpresa e forse, anche, la voglia di vincere. Quella voglia che, invece, il Brasile ha avuto sin dal momento degli Inni Nazionali perché era troppo tempo che il popolo brasiliano non festeggiava un trofeo. Forse la Spagna riuscirà a riprendersi da questo brutto colpo inserendo giovani talenti che all’Europeo under 21 hanno dimostrato di poter prendere il posto dei big. Il Brasile, però, con le sue armi migliori che sono passaggi precisi e dribbling, colpi di tacco e verticalizzazioni, ha dimostrato al mondo che la Selecao è pronta a riscrivere la storia del calcio perché il Brasile, al contrario della Spagna ha tanti giovani talenti che sono già campioni. E allora che la festa verdeoro abbia inizio.

Confederation Cup: terzo posto all'Italia dopo i calci di rigore. Buffon ne para tre

Andrea Stano. La finale 3/4 posto di questa nona edizione della Confederation Cup è stata vinta dall'Italia dopo una lunghissima partita decisa dalla lotteria dei calci di rigore. Decisivo Buffon che ne para addirittura tre (per la verità calciati malissimo) esorcizzando la fama di portiere non-pararigori.
Confermate le sensazioni della vigilia per quanto riguarda la formazione dell'Uruguay con Gargano che prende il posto del Tata Gonzalez.
Prandelli ripropone invece la difesa a quattro richiamando trai titolari De Sciglio e offrendo una chance per il cagliaritano Astori al fianco di Chiellini, dunque, recuperato. In attacco per la prima volta titolare il faraone El Shaarawy alla ricerca del riscatto nonostante una posizione a lui poco congeniale, quella di seconda punta. Accanto al milanista gioca Gilardino con Diamanti nel ruolo di trequartista.
Al nono minuto prima occasione per gli Azzurri. Cross teso e tagliato di Diamanti da calcio piazzato, tutto solo arriva Chiellini ma la sua spizzata di testa esce non molto distante dal secondo palo.
Al quindicesimo gran palla di De Sciglio, imbeccato da un sublime De Rossi, per Antonio Candreva, bravissimo nell'inserimento ma poco deciso nella conclusione a rete. Muslera blocca con facilità.
L'Italia gioca un gran calcio e passa in vantaggio al 24'. Da posizione a dir poco defilata, Diamanti sfrutta un calcio di punizione calciando direttamente in porta cogliendo impreparato il portiere Muslera. La palla sbatte sulla traversa per poi carambolare sulla schiena dell'ex laziale e finire tra le grinfie di Astori che a porta sguarnita realizza il tap-in vincente. Gol meritatissimo per gli Azzurri.
Al 33esimo si sente finalmente El Shaarawy dopo aver sonnecchiato per gran parte del primo tempo. Eccellente sponda di Gilardino e botta volante dalla distanza del faraone. Muslera devia in angolo. Si avverte in campo la delicata situazione dell'attaccante del Milan, psicologicamente frustrato e insicuro in questo particolare periodo della sua carriera.
Sul finire dei primi 45 minuti di gioco l'Uruguay esce la testa dal guscio sfiorando il pari in un paio di occasioni ma tutto sommato Buffon non viene impensierito esageratamente. Poco incisivo per adesso Edinson Cavani. Trai più brillanti il solito Luis Suarez. Bella partita e primo tempo sull'1 a 0 per l'Italia.
La ripresa ha il vento a favore per l'Uruguay. Al minuto 58 pasticciano Astori e De Rossi a centrocampo e in ripartenza Gargano ne approfitta: cavalcata e assist intelligente che premia l'inserimento di Cavani in aria di rigore. L'attaccante del Napoli d'interno destro e di prima intenzione trafigge Gianluigi Buffon. L'Italia va in tilt e l'Uruguay ne risulta visibilmente avvantaggiato. Sudamericani fisicamente avanti rispetto agli Azzurri sfiancati dall'impegno con la Spagna in semifinale. I nostri uomini sono poco attenti e altrettanto determinati.
Uruguay vicino al raddoppio al 68esimo. Ancora una palla persa in mezzo al campo che innesca il contropiede della Celeste. Buffon si supera con un doppio intervento su Forlan.
Ma proprio nel momento di massima difficoltà, l'Italia ritrova il vantaggio. Fiammata di El Shaarawy che si procura un fallo dal limite.La punizione di Diamanti è un cioccolatino. Italia sopra 2 a 1.
Passano appena 4 minuti e un'altra punizione stupisce gli spettatori. Questa volta è Cavani l'autore della prodezza balistica. Buffon non è impeccabile ma il gesto tecnico del matador, doppietta per lui, è comunque da applausi a scena aperta. 2 a 2 e tempi supplementari, per la seconda volta consecutiva per la selezione di Prandelli. Negli extra-time nulla da rilevare eccezion fatta per l'espulsione di Montolivo che rimedia con un fallo all'errore di Aquilani, mai entrato in partita. Il centrocampista rossonero si becca il secondo giallo e lascia i compagni in inferiorità numerica per gli ultimi dieci minuti della gara. Si va ai calci di rigore.
Buffon para su Forlan e segna Aquilani; segna Cavani e risponde El Shaarawy; Non sbaglia Suarez, lo fa De Sciglio (ma che personalità); secondo errore per la Celeste con Caceres che ciabatta il pallone, para Buffon, noi segniamo con Giaccherini; l'interista Gargano fallisce l'appuntamento finale, ancora eccellente il portiere della Juventus.
Finisce qui la Confederation Cup per la nazionale azzurra. Un meritatissimo terzo posto che avrebbe potuto essere qualcosina di più se la buona sorte in semifinale con la Spagna fosse stata a nostro favore.

F1: Rosberg vince un 'pazzo' Gp, gomme Pirelli sotto accusa

di Piero Ladisa - La corsa di Silverstone ha riservato un’altalena unica di emozioni e colpi di scena.

Sotto accusa finisce la Pirelli e i suoi pneumatici. Nella domenica del battesimo delle gomme con il nuovo collante anti-delaminazione, si è assistito all’esplosione di quattro pneumatici posteriori sinistri sulle monoposto di Lewis Hamilton, Felipe Massa, Jean-Eric Vergne e Sergio Perez. Lo stesso problema si è verificato sulla macchina di Esteban Gutierrez, ma all’anteriore sinistra.

Una situazione non certo idilliaca per la casa di pneumatici milanese che dovrà affrontare l’argomento sicurezza insieme ai team e alla FIA.

Questo “pazzo” GP è stato vinto da Nico Rosberg. Per il tedesco della Mercedes si tratta della seconda vittoria stagionale, la terza in carriera. Il team di Stoccarda sembra aver risolto i problemi di usura gomme.

Completano il podio Mark Webber e Fernando Alonso. L’australiano partito molto male, quindicesimo dopo le prime curve, è giunto sotto la bandiera scacchi a soli 7 decimi dal leader, compiendo un’ottima rimonta. Gara sfortuna per l’altro pilota del team di Milton Keynes. Sebastian Vettel ha alzato bandiera bianca al 42˚ giro, quando era in testa. Il talento classe 1987 è stato tradito dal cambio della RB9.

Ancora una volta impeccabile la prova del ferrarista. Lo spagnolo è riuscito ad ottenere un terzo posto, impensabile dopo le qualifiche. In terra inglese la F138 ha deluso, serve un’inversione di rotta immediata.

Hamilton e Massa, nonostante i problemi alla posteriore sinistra, sono riusciti nell’impresa di ottenere punti importanti. L’anglo-caraibico è giunto quarto e il brasiliano sesto.

Tra i due si è inserito Kimi Raikkonen. Il finlandese ha perso il podio per un errore di strategia. La Lotus, durante il secondo ingresso della Safety Car, ha lasciato in pista il suo scudiero al contrario delle altre scuderie che hanno richiamato immediatamente ai box i loro piloti. Ripresa la gara, il campione del mondo 2007 è stato superato agevolmente dai colleghi che lo seguivano.

Ottima la prestazione della Force India. Il team indiano centra la zona punti con entrambe le vetture. Adrian Sutil ha tagliato il traguardo in settima posizione e Paul Di Resta in ottava. Tra i due la Toro Rosso di Daniel Ricciardo.

A chiudere la Top Ten la Sauber di Nico Hulkenberg.

Ennesimo GP da dimenticare per la McLaren. Jenson Button ha chiuso tredicesimo, peggio di lui Sergio Perez. Il messicano ha dovuto ritirarsi, nel corso del 47˚ giro, dopo l’esplosione della posteriore sinistra.

Grazie allo zero ottenuto da Vettel il mondiale piloti si è riaperto, con grande gioia dei suoi inseguitori, Alonso in primis. Adesso per lo spagnolo i punti di svantaggio dalla vetta sono “solo” 21. Al terzo posto c’e’ Raikkonen. “Iceman” dovrà incominciare a guardarsi le spalle: il duo Hamilton-Webber è lontano solo 13 lunghezze. A quota 82 Rosberg. La classifica costruttori sorride ancora alla Red Bull. La scuderia anglo-austriaca vede tutti dall’alto in basso con i suoi 219 punti. In seconda posizione c’e’ la Mercedes. Terza la Ferrari.

Il prossimo GP è in programma sul circuito del Nürburgring domenica prossima.


CLASSIFICHE MONDIALI DOPO IL GP DI GRAN BRETAGNA:



PILOTI                        COSTRUTTORI          

1.  Vettel        132        1.  Red Bull-Renault          219

 2.  Alonso        111        2.  Mercedes                  169

3.  Raikkonen     100        3.  Ferrari                   168

4.  Hamilton       87        4.  Lotus-Renault             126

5.  Webber         87        5.  Force India-Mercedes       59

6.  Rosberg        82        6.  McLaren-Mercedes           37

 7.  Massa          57        7.  Toro Rosso-Ferrari         24

8.  Di Resta       36        8.  Sauber-Ferrari              6

9.  Grosjean       26    

10.  Button         25    

11.  Sutil          23    

12.  Vergne         13    

13.  Perez          12    

14.  Ricciardo      11    

15.  Hulkenberg      6

MotoGp, Assen: il grande ritorno di Valentino Rossi

di Stella Dibenedetto - Valentino Rossi, dopo due anni e mezzo di digiuno e di sconfitte, torna a vincere con un vero capolavoro. Il Valentino Nazionale non solo precede Marquez e Crutchlow ma aiuta anche il compagno Jorge Lorenzo, in pista a meno di 36 ore dall’operazione per la frattura della clavicola che conquista così 11 punti e ne perde solo 2 da Pedrosa (4°) nel mondiale. Da 993 giorni, Valentino Rossi non assaporava il dolce gusto della vittoria: 44 gare senza trionfi dal lontano 10 ottobre 2010, in occasione del suo ultimo urrà, in Malesia. Eroe anche Jorge Lorenzo che conquista il 5° posto al termine di una vera e propria impresa: caduto nelle libere del giovedì mattina, operato nella notte successiva a Barcellona tornato ad Assen il venerdì pomeriggio e risalito in sella per il warm up del sabato mattina a sole 30 ore dalla fine dell'intervento. “Sono un po' incredulo, sono abbastanza contento, non dico che non ci credo, ma dopo così tanto tempo è una soddisfazione incredibile - ha detto Valentino Rossi dopo la vittoria di Assen -. Ringrazio tutti, la squadra e chi mi è stato vicino. Ora riesco a guidare meglio la moto, mi trovo con la frenata, se voglio passare qualcuno ce la faccio e riesco a essere più costante". L'emozione è tanta: "Ho vinto una gara vera, senza colpi di fortuna, essere tornati a vincere è una cosa che ancora non ho realizzato. Prima del via mi sono detto che dovevamo partire per provare a vincere. Pedrosa era attaccato, ma sapevo che se martellavo potevo staccarlo e nel finale ho spinto davvero tanto". Dopo tanto tempo, tanti dubbi non ci sono più: “Ne ho avuti, sì, anche su me stesso, ma non ho mai mollato, sono stati anni difficili, ho lottato, ma da quando la Yamaha mi ha dato un'altra possibilità sapevo che dovevo farmi trovare pronto. Adesso spero di poter stare a questo livello sempre: qualche volta andrà bene, altre meno, ma l'importante è stare lì perché la velocità ce l'ho sempre. Molto dipende da un discorso tecnico : quando c'è il potenziale, io sento di poter vincere e mentalmente mi sento pronto".

Wimbledon si tinge d’azzurro: Seppi e Vinci agli ottavi

di Stella Dibenedetto - L’Italia del tennis diventa sempre più grande e tinge d’azzurro il torneo di Wimbledon. Dopo tredici anni, Andreas Seppi conquista gli ottavi di finale di Wimbledon dopo aver battuto in cinque set il giapponese Kei Nishikori, testa di serie numero 12, con il punteggio di 3-6 6-2 6-7 (4) 6-1 6-4 in tre ore e quattro minuti di gioco. L’ultimo italiano a raggiungere gli ottavi di finale di Wimbledon era stato Gianluca Pozzi nel 2000. Dopo una brutta partenza, Andreas Seppi è riuscito a recuperare il match e a conquistare uno storico traguardo. Negli ottavi Seppi affronterà l'argentino Juan Martin Del Potro. Il numero 8 del tabellone ha battuto lo sloveno Grega Zemlija 7-5 7-6(2) 6-0. Tre i precedenti, tutti favorevoli all'argentino. L’Italia del tennis sorride anche nel tabellone femminile dove Roberta Vinci conquista gli ottavi di finale e raggiunge Flavia Pennetta e Karin Knapp. Eguagliato così il primato di un anno fa, quando oltre alla stessa Vinci, erano approdate alla seconda settimana dello Slam londinese Sara Errani e Camila Giorgi. Roberta Vinci è stata assolutamente perfetta contro la slovacca Dominika Cibulkova vincendo per 6-1 6-4. Un successo storico per Roberta Vinci che grazie a questo risultato entrerà tra le prime dieci del mondo. Negli ottavi di finale, la Vinci affronterà la cinese Na Li, testa di serie numero 6, e la ceca Klara Zakopalova, numero 32 del tabellone.