Ciccio Brienza, 40 anni da grandi numeri


di NICOLA ZUCCARO - Il 19 marzo 1979 nasce a Cantù Francesco (Ciccio) Brienza. La cittadina lombarda dà i natali ad uno dei giocatori più longevi del calcio italiano per la sua carriera attualmente in corso tra le fila del Bari. Prima di rinnovare con la compagine biancorossa e accettando di scendere in Serie D, Brienza ha disputato 11 campionati di Serie A, 7 campionati di Serie B, nei quali ha collezionato 73 presenze su 692 partite complessivamente giocate, 3 campionati di Serie C. 

Di mezzo 2 presenze con la maglia della Nazionale selezionata da Marcello Lippi e con la quale, se convocato per la spedizione tedesca, si sarebbe potuto laureare Campione del Mondo nella finale di Berlino del 2006. Un curriculum ulteriormente arricchito nei 13 cambi di casacca, dai 92 gol realizzati e che, con la maglia del Bari, sarebbero potuti salire a 12 se Simeri gli avesse cavallerescamente concesso l'onore di eseguire il calcio di rigore concesso ai galletti in Bari-Castrovillari disputatasi 2 giorni fa e terminata 3-1 a favore dei padroni di casa allo stadio San Nicola.

La Juventus trattiene il fiato per Ronaldo: in arrivo la stangata dell'Uefa?

di PIERO CHIMENTI - Cristiano Ronaldo è sotto la lente della Uefa per il suo gesto fatto davanti ai tifosi della Atletico Madrid in cui mostra gli attributi a termine degli ottavi di finale, vinti 3 a 0 dalla Juventus grazie alla sua tripletta. Da Nyon prendono tempo fino a giovedì 21 marzo per valutare se la condotta impropria del portoghese gli possa costare la squalifica, tanto invocato in Spagna, che gli comprometterebbe anche la partecipazione ai quarti di Champions League contro l'Ajax.

Calcio a 5: l'Olympique Ostuni vince, l'Editalia pareggia e tutto si riapre

OSTUNI (BR). Sembrava che il finale fosse scontato, che ormai si sapesse già chi sarebbe stato destinato a tagliare il traguardo, ad essere proclamato vincitore. Tutto pareva deciso, ma il campo ha deciso di aggiungere altro sale a questo campionato così avvincente.

L’Olympique deve dimostrarsi in grado di recuperare quattro punti rispetto all’Editalia, capolista solitaria a 56 punti. A fronteggiare i gialloblu, il temibile Futsal Andria, in stato di grazie, in grado di mettere in fila quattro vittorie consecutive. La partita si fa sin dalle prime battute ardua per i gialloblu i quali, tuttavia, attraverso una ripartenza magistrale, riescono a portarsi avanti al 5’ con Ricky Ferri. A fare la partita è l’Ostuni che sfoggia un Lisi scatenato e un Fiorentino che non di rado tenta la soluzione dalla distanza. Il pareggio, infatti, è alquanto inaspettato, ma arriva e a firmarlo è il capitano degli ospiti, De Feo, in seguito ad una bella conclusione da posizione defilata. Però, si sa, quando la questione si complica a salire in cattedra è un certo Danilo Salamida che, sugli sviluppi di un corner, attacca il primo palo anticipando tutti e sorprendendo stasi per il nuovo vantaggio dei Warriors.

L’Andria tenta di ritornare alla ribalta, ma trova davanti alla sua strada la solida difesa dell’Ostuni e un Bussunda, come al solito, praticamente impeccabile. La seconda frazione è colma di tensione e di prudenza. L’Olympique difende il risultato con le unghie e con i denti. L’Andria pare molto più propositivo ed incisivo. Il palo colpito da Calabrese al 31’ fa sì che il cuore degli ostunesi presenti al PalaGentile salga per un secondo in gola. A questo i gialloblu rispondono con Lisi che centra un legno clamoroso al 17’. Nel finale, gli ospiti inseriscono il quinto di movimento, che permette a Ferri di siglare la sua doppietta personale tirando praticamente dalla sua area, rendendo vana la rete dell’Andria sulla sirena.

Nella gara casalinga contro il Monopoli, invece, l’Editalia raccoglie solo un punto. Ecco il pertugio che riapre tutto. E’ difficile, ma la matematica non ha ancora dato la sua dura sentenza. L’Olympique per ottenere la promozione diretta ha solo un risultato a disposizione e dovrà centrarlo in casa della cugina della capolista, il Futsal Barletta, per poi arrivare al meglio allo scontro diretto decisivo dell'ultima giornata contro la stessa Editalia.

SSC Bari: Cornacchini spiega il 3-1 al Castrovillari

di NICOLA ZUCCARO - "Una partita complicata. Se ti sbilanci troppo, alla fine perdi". E' l'analisi a caldo attraverso la quale Giovanni Cornacchini ha evidenziato in sala stampa dopo Bari-Castrovillari la scarsa attenzione assunta dai suoi uomini nel confronto vinto per 3-1 sui calabresi e in virtù del quale i galletti tornano a vincere in casa a distanza di un mese.

Quanto esposto da Cornacchini è stata la premessa dell'invito alla pazienza e alla serenità che ha rivolto ai suoi e principalmente motivato dalla fisicità applicata dal Castrovillari in una gara dall'elevato indice di fallosità. Se è vero come è vero che si vince pur giocando male, è altrettanto vero che a questo Bari manca ancora quella cattiveria utile nel chiudere al più presto la gara a proprio favore.

Una mancanza, come ha ulteriormente rilevato Cornacchini, resa necessaria dalla lunghezza delle partite. In esse rientra anche quella disputata nel pomeriggio di domenica 17 marzo 2019 e diretta da una delle peggiori terne arbitrali fin qui visionate al San Nicola nella Serie D 2018-2019. 

Serie A: nel derby delle emozioni il Milan si deve piegare all'Inter

(credits: Fc Inter)
di PIERO CHIMENTI - L'Inter espugna San Siro con la vittoria nel derby per 2 a 3, conquistando il verso posto in classifica ai danni dei cugini rossoneri. Pronti via: l'Inter passa in vantaggio dopo appena tre minuti con Vecino che, su assist di Lautario Martinez, scarica il pallone in rete. 

Nella ripresa sono ancora i nerazzurri a trovare la via del gol con De Vrij, che da calcio d'angolo al 51' di Positano incorna di testa per lo 0 a 2. Pochi minuti più tardi il Milan accorcia le distanze con Bakayoko bravo a trasformare in rete il cross su punizione di Calhanoglu al 57'. 

Il match non smette di regalare emozioni ai tifosi sugli spalti, con il rigore fischiato a favore dell'Inter per il fallo di Castillejo su Politano. Dal dischetto Lautaro Martinez calcia centrale per 1-3. Il definitivo 2-3 è firmato Musacchio che, da un'azione di calcio d'angolo, realizza il tap  in vincente. 

Sul finale di gara, Handanovic sfoggia una parata salva risultato su colpo di testa di Castillejo. A bordo campo scintille tra Kessie e Biglia, con i compagni della panchina che riportano la calma tra le parti.

Il Trap compie 80 anni


di NICOLA ZUCCARO - Compiere gli 80 anni di domenica, ovvero nella giornata che lo ha visto protagonista prima da calciatore nelle file del Milan dal 1957 al 1971 e poi da allenatore. E' il privilegio del quale godrà Giovanni Trapattoni (soprannominato Trap), che ha spento domenica 17 marzo 2019 le ottanta candeline, dopo averne spente più della metà fra le panchine di Milan, Inter e Juventus e della Nazionale italiana dal 2000 al 2004. Ottanta primavera scandite da quel fischio con il quale ha richiamato i suoi uomini da bordocampo al rispetto del suo credo tattico, costituito da quella rigida applicazione del catenaccio non solo letto nell'ottica difensiva ma anche e sopratutto in quella offensiva e che gli è valso la conquista di una Coppa Uefa nel 1977 di una Coppa delle Coppe e dei Campioni nel 1984 e nel 1985 e di uno Scudetto, conquistato con l'Inter. 

Una carriera di respiro internazionale, segnata dal suo ruolo di terzino, in virtù della marcatura al mitico Pelè in un Italia-Brasile giocatasi a Milano il 12 maggio 1963 e successivamente proseguita come allenatore sulle panchine del Bayern Monaco e della Nazionale dell'Irlanda del Nord. Una lunga e ricca carriera tecnica che, accompagnata dal proverbio "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco",  ha rappresentato un massima della letteratura calcistica e al tempo un saggio invito alla prudenza e al realismo, rivolto ai cronisti di calcio, prima del raggiungimento di un obiettivo e/o un risultato importante nel corso di una delle tante stagioni sportive che lo ha visto fra i protagonisti del giuoco del pallone, in ambito nazionale ed internazionale.

Serie A: la Juventus cade a Genova

di ANTONIO GAZZILLO - Dopo la fantastica rimonta all'Altletico Madrid, la Juventus, orfana di Ronaldo, non convocato, è caduta a Genova perdendo 2 a 0 contro i rossoblù di Prandelli. I bianconeri sono apparsi stanchi e hanno sofferto l'organizzazione e la compattezza dei padroni di casa. 

Il gol annullato a Dybala per fuorigioco iniziale di Emre Can è stato il preludio dell’impresa genoana. Al 72' ci ha pensato l'ex bianconero Sturaro a sbloccare il match con un tiro che ha sorpreso Perin. Il raddoppio è arrivato all'81' con Pandev che ha finalizzato, con un diagonale preciso, un contropiede magistralmente condotto da Kouamè.