F1: Gp Germania, Hamilton in pole

Redazione - Lewis Hamilton partirà in pole position sul circuito del Nürburgring. Con il tempo di 1:29.398, l'inglese della Mercedes (alla terza pole stagionale, la seconda consecutiva e la ventinovesima in carriera) ha beffato nel finale Sebastian Vettel per 103 millesimi. Terzo tempo per l’altro pilota della Red Bull, Mark Webber. In quarta, quinta e sesta posizione Kimi Raikkonen, Romain Grosjean e Daniel Ricciardo. Solamente settima e ottava piazza per Felipe Massa e Fernando Alonso.  Sul finire della Q3 entrambi sono scesi in pista con le gomme più dure. Chiaro l’obiettivo del team di Maranello: avere su entrambe le monoposto pneumatici più consistenti al via e cercare di allungare quando gli altri saranno costretti a fermarsi ai box. Completano la Top Ten Jenson Button e Nico Hulkenberg.

Solo undicesimo Nico Rosberg. Il pilota della scuderia di Stoccarda è stato eliminato nella Q2 per un errore strategico.

La pista tedesca presenta curve a bassa e media velocità, in cui occorre un anteriore preciso ed una trazione ottimale.

Per questo evento la Pirelli ha portato le PZero Yellow Soft e le PZero White Medium.

Il DRS potrà essere utilizzato in due zone. La prima con punto di attivazione alla curva 11 e la seconda lungo il rettilineo principale.

Wimbledon: la finale maschile è Djokovic-Murray

di Stella Dibenedetto - Nonostante l’eliminazione impensabile di Roger Federer e Rafael Nadal il torneo di Wimbledon non ha perso i primi due giocatori al mondo, che si giocheranno la finale come da pronostico. Domenica, dunque, a giocarsi la vittoria del torneo di Wimbledon saranno Andy Murray e Novak Djokovic. Il tennista britannico, idolo del pubblico di casa, ha battuto in 4 set il polacco Jerzy Janowicz. Prima dello scozzese, a conquistare la finale era stato il serbo Novak Djokovic battendo l’argentino l'argentino Juan Martin Del Potro per 7-5 4-6 7-6 6-7 6-3 al termine di una battaglia infinita durata 4 ore 43 minuti in quella che passerà alla storia come la semifinale più lunga nella storia di Wimbledon. Al termine del match, Djokovic ha voluto lasciare il campo insieme a Del Potro per sottolineare che l'epica battaglia ha avuto due protagonisti, entrambi meritevoli della vittoria. L’argentino lascia il torneo a testa alta dimostrando di aver dato filo da torcere al serbo e riuscendo a conquistare anche gli applausi e il sostegno del pubblico inglese. Dopo la vittoria del 2011 domenica il campione serbo avrà la possibilità del bis sui prati di Church Road, che varrebbe il settimo Slam in carriera. «È stato uno dei match migliori e più emozionanti della mia carriera - le parole a caldo di Djokovic - Dal primo all'ultimo punto entrambi abbiamo giocato davvero bene. È un privilegio essere uscito vincitore da un simile incontro». Grande attesa per scoprire la regina di Wimbledon: oggi, infatti, a battersi saranno la Lisicki e e la Bartoli. Nella tarda mattinata fari puntati sull'italiano Gianluigi Quinzi, che giocherà una prestigiosa finale nel torneo Junior. Il diciassettenne mancino se la vedrà con il coreano Chang.

Luca Toni dice sì all'Hellas Verona

di Nicola Zuccaro - "Sono caricatissimo, non vedo l'ora di iniziare". Si presenta così Luca Toni alla stampa poco dopo aver dettò sì all'Hellas Verona. Classe '77 e Campione del Mondo a Berlino 2006 con la Nazionale selezionata da Marcello Lippi, Toni ha firmato un contratto che lo legherà per una stagione al club scaligero. Un termine contrattuale che stride con l'elevata motivazione sopra menzionata ma che potrà rivelarsi determinate perchè con un attaccante di spessore come Toni per il Verona tornato in A non dovrà essere difficile restarci; fiuto del goal permettendo.

Cavani saluta. Chelsea o Psg?

Redazione. I tifosi del Napoli ormai se ne devono fare una ragione. Il beniamino degli ultimi anni, quel bomber che tanti gol ha realizzato e che difficilmente potrà essere sostituito, è pronto a lasciare il capoluogo campano per altri lidi e progetti più ambiziosi. Edinson Cavani, 26 anni, ha già fatto i bagagli. Bisogna, adesso, capire dove il matador giocherà nella prossima stagione, se in una delle città più belle del mondo, a Parigi nel Psg, o nella marea blu dello Stamford Bridge a Londra per il Chelsea di Josè Mournho.
Dopo il bliz di Blanc e Leonardo a Roma, dove è avvenuto l'incontro col presidente De Laurentiis, la squadra degli sceicchi avrebbe raggiunto l'accordo per l'acquisto dell'uruguayano per la vertiginosa cifra di 64 milioni di euro, uno in più della stessa clausola rescissoria (sarebbe la terza cessione più costosa della storia della serie A dopo quelle di Zidane e Kakà).
Tutto sarebbe sistemato, per la gioia del patron del Napoli che realizzerebbe una plusvalenza non di poco conto (Cavani venne comprato dal Palermo per soli 17 milioni), e per quella di Laurent Blanc, allenatore del Paris Saint Germain e grande estimatore dell'attaccante di Salto (nella scorsa settimana dichiarò per l'appunto in conferenza stampa "J'adore Cavani") se non fosse per l'intesa sull'ingaggio del giocatore.
Il matador, allettato dal vestire la casacca dei "blues", avrebbe un'intesa di massima col club di Abramovich per un contratto da circa 8,5 milioni annui. Spetta adesso alle doti manageriali di Leonardo, ben sostenute dalle ingenti finanze dei petrodollari, rilanciare e proporre un ingaggio più sostanzioso, magari intorno ai 10 milioni tondi tondi, per convincere Cavani a raggiungere l'ex compagno Lavezzi a Parigi.
Sarà senza dubbio curioso, inoltre, capire come la dirigenza partenopea deciderà di reinvestire la somma sul mercato. Dzeko e Jovetic sono gli indiziati numero unoper il reparto offensivo.
Intanto i tifosi parigini già sognano la coppia stellare Ibrahimovic-Cavani per non rimanere atterriti ed inermi dinanzi al duo fenomenale del Barcellona composto da Messi e Neymar.
I più maliziosi, tuttavia, muovono le prime perplessità sull'affare. Come faranno Lavezzi, Cavani, Ibra, Pastore, Lucas e Menez a convivere serenamente? Se qualcuno arriva, qualcuno parte (parafrasando il solito Galliani) e, quindi, il domino degli attaccanti deve ancora cominciare.

Roma, ufficiale l’acquisto di Benatia: per la Lupa ha snobbato il Milan

Mehdi Benatia, classe '87
di Stella Dibenedetto - Finalmente, la Roma ha il suo primo acquisto ufficiale. Dopo tanti nomi accostati ai giallorossi, dopo tanti rifiuti e le molteplici critiche da parte dei tifosi, stanchi di sentire sempre promesse e di non vedere mai cose concrete, la Roma ha messo a segno il suo primo colpo. Nella capitale, infatti, sbarca il difensore marocchino Mehdi Benatia. Classe 1987, marocchino, arriva dall’Udinese a cui la Roma verserà otto milioni cash più la metà del cartellino del giovane attaccante uruguagliano Nico Lopez e di Verre. Benatia muove i primi passi da calciatore nell'Evry e nel Créteil, prima di entrare nel prestigioso Istituto Nazionale di Calcio di Clairefontaine, punto di riferimento per gli osservatori di Manchester United e Chelsea. Decide di entrare nel settore giovanile dell'Olympique Marsiglia, dove rimane per più di quattro anni. Nel 2006 viene prestato al Tours, dove disputa 29 partite, e nella stagione successiva al Lorient, dove tuttavia non scende mai in campo a causa di un grave infortunio al ginocchio. Tornato a Marsiglia, non trova spazio nella squadra, e il 26 giugno 2008 accetta il trasferimento a titolo definitivo al Clérmont, club di Ligue 2. Qui riesce a trovare grande continuità e le sue brillanti prestazioni destano gli interessi di molti club europei. Nel 2010 viene acquistato dall’Udinese per 500mila euro. Da oggi è un giocatore della Roma. Proprio in queste ore, Banatia si trova a Roma per effettuare le visite mediche e apporre la sua firma sul contratto. Con lui anche la sua famiglia alla ricerca di quella che sarà la sua nuova casa. Con l’arrivo di Benatia, la Roma ha sistemato la zona centrale della difesa a cui mancano ancora gli esterni. A riportare le prime dichiarazioni giallorosse di Benatia è la Gazzetta dello Sport che ha svelato anche un importante retroscena di mercato. Benatia è stato a lungo un obiettivo del Milan, alla ricerca di rinforzi difensivi. La formazione rossonera aveva presentato la sua offerta al difensore marocchino che, però, ha preferito la Roma che, sin dall’inizio, l’ha fatto sentire una prima scelta. Per la squadra giallorossa si tratta di una bella novità visto che nelle ultime settimane ha sempre ricevuto porte in faccia. "Non vedevo l’ora, ma non dipendeva da me. Speravo solo di arrivare il prima possibile - ha spiegato il marocchino nel lasciare Udine per sbarcare a Fiumicino - Ho scelto la Roma preferendola ad altri club italiani che mi garantivano anche la Champions. Ed io ho una parola sola...". Benatia dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni prima del ritiro estivo in programma a Riscone di Brunico dal 9 al 22 luglio.

Wimbledon, la finale femminile sarà Lisicki-Bartoli. Impresa di Quinzi nel torneo juniores

Sabine Liscki approda in finale a Wimbledon
di Stella Dibenedetto - La finale femminile di Wimbledon sarà Sabine Lisicki contro Marion Bartoli. La Lisicki compie un’altra impresa eliminando la Radwanska, testa di serie numero 4. La tedesca riesce a trionfare dopo una lunga battaglia conclusa 9-7 al terzo set e per la prima volta in carriera arriva in finale a Wimbledon. Marion Bartoli, invece, ha sconfitto Kirsten Flipkens per 6-1 6-2 e ritrova la finale dei Championships dopo quella disputata nel 2007 e persa contro Venus Williams. Tutto facile per Marion Bartoli che ha sconfitto senza problemi, in poco più di un’ora la belga Kirsten Flipkens. La tedesca Sabine Lisicki, in finale con la Bartoli, avrà così la possibilità di regalare ai tifosi tedeschi la vittoria in un titolo dello Slam che manca dai tempi di Steffi Graf.

Nel torneo giovanile di Wimbledon, impresa di Gianluigi Quinzi che approda in finale dopo 26 anni dall’ultima volta. Il giovane tennista di Porto San Giorgio ha battuto il britannico Edmund imponendosi per 2-0 con il risultato di 6-4, 6-4, correndo rischi solo nella prima partita quando ha dovuto salvare 3 palle braek. L'ultimo italiano ad arrivare alla finale di Wimbledon giovanile è stato Diego Nargiso, ben 26 anni fa. Gianluigi Quinzi ha vinto il suo primo titolo tra i professionisti a livello di Future in Marocco lo scorso maggio. "Vinco io quest'anno", ha detto Quinzi a fine partita."E' la prima volta che piango per una partita ma sono troppo contento - le parole di Quinzi -. Sentivo che stavo giocando bene e partita dopo partita sono cresciuto. Son felice perchè i sacrifici di una vita finalmente pagano". I suoi genitori, l'ex nazionale di sci Carlotta Baggio e il papà Luca (ingegnere edile) non saranno a Londra nemmeno per la finale. La dedica per la vittoria, però, va a loro: “Mi hanno aiutato moltissimo a restare sempre positivo, anche quando i risultati non arrivavano. Due mesi fa, dopo il Roland Garros juniores, ho cambiato tutto, ora in campo sono piu' aggressivo. E mi sento pronto anche per giocare tra i professionisti". Domenica può diventare il secondo italiano di sempre a vincere un torneo vinto in passato da campioni del calibro di Roger Federer, Stefan Edberg e Ivan Lendl. "Per battermi il mio avversario dovrà giocare al limite perchè combatterò su ogni punto. Ma penso di vincere io".

Calciomercato: Juve, luglio col bene che ti voglio

di Alex Nardelli - Luglio col bene che ti voglio cantava tal Riccardo Del Turco nel lontano 1968. Anche i tifosi juventini devono aver pensato la stessa cosa, immaginando già all’opera Tevez e Llorente, i due campioni già acquistati e presentati con tanto di festeggiamenti sotto la sede bianconera, e i prossimi colpi di mercato di un’estate che, parafrasando i Negramaro, vorrei potesse non finire mai. Questo perché chi scrive fa parte di una specie rara che si nutre di mercato ed ogni volta che arriva il 31 di agosto pensa subito al 1 gennaio, ma questa è un’altra storia. In questo fine giugno-inizio luglio estivi, ci sono ancora poche certezze, si lavora molto sulle supposizioni, su possibili operazioni di fantamercato, su mezze parole smozzicate da procuratori, presidenti o dai diretti interessati, ma tutto va preso con le pinze, un po’ come l’anguria che riempie le mie torride giornate passate tra giornali, uno sguardo al cellulare e un bagno in mare. La prima certezza è che Marotta sta sudando come mai nella sua carriera da direttore sportivo, e non perché può permettersi un periodo di ferie in un posto tropicale, lontano dai tifosi che continuano a dargli addosso, ma bensì perché impegnato tra un viaggio e l’altro assieme al fido Paratici che fino all’anno scorso reggeva l’asciugamano al suo mentore, colui che l’ha fortemente voluto in bianconero, mentre ora si è quasi corso il serio rischio che fosse Paratici ad essere terso da Marotta se il ds bianconero non fosse tornato dall’uggiosa Manchester (altro che Tropici) con Tevez in mano. Voci malignavano che in caso di trattativa fallita Agnelli avrebbe scaricato Marotta, sostituendolo con Pavel Nedved e promuovendo Paratici e Conte (doppio ruolo per lui) come uomini mercato. Il ceco avrebbe portato Ibrahimovic in bianconero. Ma sono solo voci, non sapremo mai quanto corrispondano a verità. La seconda certezza è che si sta continuando a costruire la Juve del futuro, grazie al riscatto della metà del bomber Manolo Gabbiadini appartenente all’Atalanta (l’altra parte era già dei bianconeri) per 6 milioni di euro, metà ceduta alla Sampdoria in cambio del giovane attaccante doriano Simone Zaza più 2 milioni di euro per i torinesi. Il primo resterà a Genova, mentre il secondo probabilmente andrà a Sassuolo. E Jovetic, Ogbonna, Zuniga, Kolarov… mi chiederete voi; be, sono situazioni in fase di stallo, di sicuro se arriverà il viola potrebbe esserci come già detto la scorsa volta una partenza importante come quella di Marchisio. Per Ogbonna invece si è vicini alla conclusione nonostante l’interesse del Napoli (reale ma non troppo), mentre per l’esterno sinistro scendono le quotazioni di Kolarov e risalgono quelle di Zuniga. Per il resto, tifosi juventini, comunque andrà preparatevi ad un’estate torrida e godetevi le ferie alla faccia di chi come Marotta e Paratici le ferie le intravedono col binocolo.

La leggenda bianconera Boniperti compie 85 anni

di Piero Ladisa - “Alla Juventus vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Più che una frase un dogma, che sino allo scorso anno era impresso nel colletto delle divise juventine. Parole pronunciate non da una persona qualunque ma da Giampiero Boniperti, icona del calcio bianconero che oggi compie 85 anni. Una vita dedicata alla causa di Madama sia da calciatore che da dirigente.

Una carriera, appunto, con una sola maglia: quella della Vecchia Signora. Dal 1946 al 1961 ha collezionato 473 presenze e 179 gol. Record battuti solo da Alessandro Del Piero, non uno qualunque.

“Marisa” (soprannome coniato dal giocatore dell’Inter Benito Lorenzi per i suoi boccoli biondi) insieme ad Omar Sivori e John Charles compose un trio eccezionale alla fine degli anni cinquanta.

Come calciatore ha vinto 5 scudetti e 2 Coppe Italia.

Con la nazionale 38 apparizioni e 8 gol. Unico calciatore azzurro ad aver segnato in tre decenni differenti, tra gli anni quaranta e sessanta.

Appese le scarpe al chiodo fu subito chiamato dalla famiglia Agnelli, ricoprendo un ruolo dirigenziale nella società bianconera.

Successivamente Boniperti fu nominato presidente, carica mantenuta dal 1971 al 1990. Sotto la sua presidenza il palmares fu molto ricco, composto da 9 scudetti, 3 Coppe Italia, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 2 Coppe Uefa ed una Supercoppa europea.

Richiamato, assunse l’incarico di amministratore delegato dal 1991 al 1994 .

Attualmente ne è il presidente onorario.

In occasione dei suoi 85 anni, la società di Corso Galileo Ferraris ha voluto omaggiarlo sul proprio sito.

Wimbledon: Djokovic-Del Potro e Murray-Janowicz le due semifinali

di Stella Dibenedetto - Nel tabellone maschile di Wimbledon nessuna sorpresa nei quarti di finale ma tanti brividi. Nella prima semifinale si affronteranno Novak Djokovic e Juan Martin Del Potro, che hanno superato il ceco Berdych (7-6, 6-4, 6-4) e lo spagnolo Ferrer (6-2, 6-4, 7-6). Ha rischiato l’eliminazione, invece, Andy Murray, sotto due set a zero con lo spagnolo Verdasco e costretto al quinto: 4-6, 3-6, 6-1, 6-4, 7-5. Il suo avversario nella semifinale sarà Jerzy Janowicz, che ha vinto il derby polacco con Kubot: 7-5, 6-4, 6-4. La partita che potrebbe regalare sorprese potrebbe essere quella che metterà di fronte Murray, per la quinta volta di fila in semifinale a Wimbledon, e Janowicz, per la prima volta in semifinale in un Grande Slam. Due i precedenti tra i giocatori: in un match di Coppa Davis del 2009 vinse Murray, lo scorso anno a Paris-Bercy la rivincita di Janowicz. Match da brividi tra Djokovic e Del Potro. Per il serbo si tratta della 13.ma semifinale dello Slam consecutiva (la quinta a Wimbledon). Sia lui che Del Potro non hanno perso un set nel torneo. Undici i precedenti tra i due, con Djokovic che conduce 8-3. Oggi, intanto, è la giornata delle semifinali femminili tra la Bartoli e la Flipkens. A seguire la seconda semifinale, quella tra la Lisicki e la Radwanska. Sabato, infatti, Wimbledon avrà una nuova regina.

As Roma, Antonello Venditti contestato dai tifosi per l’inno della Roma

di Stella Dibenedetto - "Il mio inno non è più identificativo della squadra che conoscevo. Mi piacerebbe se lo togliessero". Con questa dichiarazione rilasciata Centro Suono Sport, Antonello Venditti ha scatenato il caos sui social network e sulle radio romane tra i tifosi della Roma che, nonostante il periodo di difficoltà della squadra giallorossa e le contestazioni per il mercato che non decolla, non hanno gradito le dichiarazioni del cantautore romano accusandolo di lazialità. A nulla è valso il tentativo di Antonello Venditti di correggere il tiro con un post pubblicato sul proprio profilo Facebook con il quale ha spiegato che la sua è stata una semplice provocazione: "Se voglio che il mio inno della Roma venga rimosso? Macché, è stata solo la provocazione d'amore di un tifoso deluso. Vedo purtroppo che é impossibile parlare della Roma in maniera pura e sincera e molti di voi pensano chissá a quale affare e malaffare ci sia sotto, vi comunico che vi lascio alle vostre dietrologie e alle vostre guerre personali. Chi vuole capire capisca. Io sono Antonello, non ho nessun padrone e soprattutto nessuna paura di esprimere le mie idee. Dico solo Grazie e Forza Roma”. Nella notte, infatti,  un gruppo di ultrà romanisti si è radunato sotto la casa del cantautore, a Trastevere, e ha srotolato uno striscione molto eloquente: "Nel 2001 c'hai magnato, nel 2013 c'hai sputato. Venditti verme". Il primo riferimento è allo scudetto vinto dalla Roma nel 2001. In occasione della festa giallorossa al Circo Massimo, Venditti aveva presentato il nuovo inno Che c'è, il terzo dopo Roma Roma del 1975 e Grazie Roma, composto nel 1983 per il secondo scudetto. La replica di Antonello Venditti non si è fatta attendere tramite Facebook sul suo profilo il cantante ha scritto: “Chi é pagato tra di noi? Chi sfrutta il vostro cervello ed il vostro cuore? Questa é la vostra Roma? La mia é fatta d'amore, di cultura e di poesia. Rifletti, anonimo che scrivi.... Auguri! Antonello. PS: chiedo scusa a tutti i miei fan che non sanno cosa accade a Roma in questo momento”.

F1: caso gomme, Pirelli difende il suo operato

di Piero Ladisa - GP di Gran Bretagna 2013. Una corsa che passerà alla storia per il caso gomme: ben cinque le coperture esplose. La Pirelli, dopo l’accaduto, è corsa ai ripari difendendo il suo operato.

Tramite un comunicato stampa, la casa di pneumatici milanese ha constatato che le rotture sono da attribuire ai seguenti fattori, che hanno agito in maniera combinata tra loro:

1) montaggio invertito delle gomme posteriori, e cioè il collocamento dello pneumatico destro al posto di quello sinistro e viceversa, sulle vetture interessate dalla rottura. Le gomme fornite quest’anno hanno una struttura asimmetrica e non sono progettate per essere interscambiabili. I fianchi degli pneumatici sono costruiti in modo da sostenere sollecitazioni di natura diversa tra l’interno e l’esterno. L’inversione delle gomme ne compromette, in determinate condizioni, l’ottimale funzionalità. In particolare, la parte esterna è progettata per sostenere le severe sollecitazioni che si sviluppano soprattutto in curva in un circuito così impegnativo come Silverstone, con veloci curve a sinistra e alcuni cordoli particolarmente aggressivi.

2) l’adozione di pressioni degli pneumatici eccessivamente basse o comunque inferiori a quelle indicate da Pirelli. Il sottogonfiaggio contribuisce a rendere ancora più stressanti le condizioni di utilizzo degli pneumatici;

3) l’adozione di angoli di camber spinti;

4) cordoli particolarmente aggressivi in curve veloci, come la Curva 4 di Silverstone, teatro della maggior parte delle rotture, che non a caso hanno interessato la gomma posteriore sinistra.

Gli unici problemi verificatisi prima di Silverstone erano legati esclusivamente alla delaminazione che era fenomeno totalmente diverso. Pirelli si era impegnata a risolvere la delaminazione proponendo a tutti i team di adottare le gomme sperimentate in Canada e che avrebbero dovuto fare il proprio esordio in gara proprio a Silverstone. La delaminazione è stata poi risolta da Pirelli con prove di laboratorio, introducendo una banda adesiva in modo da assicurare un miglior incollaggio tra battistrada e carcassa. Il problema della delaminazione non è quindi in alcun modo collegabile alle rotture verificatesi nel Gp di Gran Bretagna.


Alla luce di tali risultanze, Pirelli sottolinea che:


1) l’inversione tra le gomme è una pratica che è stata sottovalutata da tutti, in primis da Pirelli che non ne ha impedito l’adozione;

2) parimenti, il sottogonfiaggio e i camber spinti, sui quali Pirelli non ha controllo, sono scelte che in certe condizioni possono rivelarsi pericolose. A tal fine Pirelli ha chiesto alla FIA che in futuro i relativi parametri siano oggetto di puntuale verifica. La società ha proposto, inoltre, che l’applicazione di tali parametri sia controllata da un proprio delegato;

3) coerentemente a quanto sempre affermato dalla società il range di pneumatici 2013, se utilizzato in modo corretto, non mette a rischio la sicurezza dei piloti, ma presenta tutte le caratteristiche di sicurezza richieste da FIA.

Alla luce di quanto appurato risulta quindi essenziale che l’utilizzo di pneumatici così sofisticati e prestazionali come quelli forniti per il 2013 sia regolato e strettamente controllato da Pirelli stessa, che per assicurarne l’ottimale funzionamento ha necessità di ricevere dai team in tempo reale tutti i dati fondamentali quali pressioni, temperature e angoli di camber. In attesa dell’introduzione di una regolamentazione che consenta al produttore di pneumatici l’accesso a tali informazioni, fondamentali per lo sviluppo e la gestione in gara di pneumatici così sofisticati, per garantire al massimo la sicurezza delle prossime gare, Pirelli propone a FIA, FOM, team e piloti:
1) la fornitura per il Gp di Germania dell’evoluzione delle gomme 2013, la cui affidabilità è stata già sperimentata nelle prove libere in Canada e che rappresenta la risposta ottimale alle caratteristiche tecniche del tracciato del Nurburgring. In particolare, i set di gomme posteriori che saranno forniti per il Gran premio di Germania di domenica 7 luglio sono caratterizzati da una costruzione in kevlar, che sostituisce l’acciaio delle attuali strutture, e dalla reintroduzione della cintura 2012, in modo da assicurare la massima stabilità e tenuta. Considerato che anche queste gomme sono asimmetriche, sarà espressamente vietata l’inversione. Gli pneumatici anteriori resteranno, invece, invariati.

2) A partire dal Gran premio d’Ungheria e per le gare successive, l’introduzione di un nuovo range di pneumatici. Le nuove gomme saranno a struttura simmetrica e con caratteristiche tali da garantire la massima sicurezza anche nelle attuali condizioni, ovvero senza la disponibilità per il fornitore dei dati indispensabili per il corretto funzionamento di gomme più sofisticate, quali quelle 2013. I pneumatici che saranno impiegati dal Gp d’Ungheria uniranno le caratteristiche delle strutture del 2012 alla prestazionalità delle mescole del 2013. In sostanza, le nuove gomme avranno struttura, costruzioni e cinture uguali a quelle che nel 2012 hanno assicurato il massimo della sicurezza e delle prestazioni. Le mescole utilizzate saranno quelle che nel corso del 2013 hanno garantito tempi sul giro più veloci e working range più ampi. Tali specifiche, in accordo con la Federazione, saranno messe a punto insieme con i team con vetture 2013 a Silverstone dal 17 al 19 luglio in una sessione dedicata ai top drivers nell’ambito dei programmati test dei giovani piloti. Tali test contribuiranno allo sviluppo definitivo del nuovo range di pneumatici, dando ai team la possibilità di eseguire l’appropriato settaggio delle vetture.

“Quanto accaduto a Silverstone era del tutto inatteso ed è la prima volta che si è verificato in oltre un secolo di storia sportiva di Pirelli – ha commentato Paul Hembery, direttore Motorsport Pirelli – . Questi episodi, che hanno provocato innanzitutto il nostro profondo rammarico, hanno reso urgenti quei cambiamenti dai noi già proposti, che introdurremo dalle libere di venerdì prossimo in Germania. E’ importante sottolineare la disponibilità della Federazione, della FOM, dei team e dei piloti nel contribuire a trovare soluzioni immediate al problema. In particolare, l’introduzione di test invernali, concordati con FIA, più adatti anche allo sviluppo delle gomme, oltre alla possibilità di condurre test durante la stagione con vetture del campionato in corso, contribuirà a garantire pneumatici con sempre maggiori caratteristiche di sicurezza e performance. Ribadisco che il prodotto 2013, utilizzato nel modo corretto, è totalmente sicuro. L’esperienza di Silverstone ci porta però a chiedere di avere pieno accesso ai dati in modo da assicurare il corretto sviluppo e utilizzo di gomme così sofisticate come quelle che ci hanno richiesto e in grado di assicurare prestazioni così elevate (assicura tempi sul giro più bassi di oltre due secondi in media). In attesa che cambi il regolamento, reintroduciamo quindi pneumatici di più semplice gestione”.

Nazionale Under 21: Mangia lascia, arriva Gigi Di Biagio

di Stella Dibenedetto - Dopo aver conquistato il secondo posto agli Europeo Under 21, Devis Mangia ha deciso di non rinnovare il contratto e lasciare la panchina azzurra. Al suo posto arriva Gigi Di Biagio, già nello staff tecnico federale. L’ex giocatore di Inter e Roma ha espresso tutta la felicità per un incarico così importante: “Sono orgoglioso di questa scelta da parte della Federazione e del presidente Abete, che ringrazio per l’opportunità che mi stanno offrendo. Sono pronto a proseguire il lavoro che ho iniziato due anni fa con l’Under 20, con l’intenzione di dare continuità a questo progetto”. Di Biagio lavora da quattro anni con la Federazione italiana: un anno da osservatore per l’Under 21 e altri due come allenatore Under 20. Lavorerà con un gruppo di ragazzi, classe ’92, che ha già avuto modo di conoscere e allenare. “Prendo una squadra da ricostruire perché ci saranno tante facce nuove, lo farò raccogliendo e tenendo presente il grande lavoro che prima di me hanno svolto Ferrara e Mangia. Molti di questi ragazzi li ho già allenati, ma comunque sia conosco bene l’ambiente azzurro, con l’Under 20 ho vissuto una bella esperienza che mi ha dato modo di crescere sotto tanti punti di vista. Adesso inizia una nuova avventura e dobbiamo farlo nel modo migliore possibile, soprattutto proseguendo sulla buona strada che ha portato questa squadra ad ottenere ottimi risultati e a compiere fino ad oggi un cammino straordinario”. Gigi Di Biagio, classe 1971, è un ex calciatore di Inter e Roma. Con la maglia giallorossa ha disputato cinque stagioni dopo tre ottimi anni nel Foggia di Zdenek Zeman. Alla Roma, successivamente, fu allenato da Carlo Mazzone, Carlos Bianchi e poi di nuovo da Zeman. Dal 1999 al 2003 gioca con l'Inter, dove diventa perno fondamentale del centrocampo della formazione di Héctor Cúper nelle stagioni 2001-2002 e 2002-2003. Nel suo ultimo anno in maglia nerazzurra raggiunge la semifinale di Champions League. In quattro anni Di Biagio fa registrare 163 presenze, realizzando in totale 18 reti tra Campionato, Champions League, Coppa UEFA e Coppa Italia. Nel 2003 passa al Brescia dove resta fino al 2006. Nel 2007 il ritiro. Gigi Di Biagio vanta anche un glorioso passato nella Nazionale. Ha esordito con la maglia azzurra il 28 gennaio 1998, nella partita Italia-Slovacchia (3-0), collezionando ben 31 presenze e segnando 2 gol. Ha fatto parte della Nazionale sotto le gestioni dei commissario tecnico Cesare Maldini, Dino Zoff e Giovanni Trapattoni, partecipando al Mondiale 1998, all'Europeo 2000 e al Mondiale nippo-coreano del 2002. Allenatore professionista dal 2008. Nel 2011 assume l’incarico di selezionatore della Nazionale italiana Under 20 con un bilancio di 10 vittorie, 3 pareggi e 4 sconfitte, ottenendo per due stagioni consecutive (2011/2012 e 2012/2013) il secondo posto nel Torneo Quattro Nazioni.

Wimbledon: Errani-Vinci eliminate agli ottavi

di Stella Dibenedetto - Sara Errani e Roberta Vinci, numero 1 del tabellone, sono state eliminate agli ottavi di finale di Wimbledon per 3-6 6-3 6-2 dalla coppia formata dalla tedesca Julia Goerges e dalla ceca Barbora Zahlavova Strycova, teste di serie numero 16. Lo scorso anno, la coppia azzurra si fermò ai quarti di finale. Quello di Wimbledon è l'unico titolo dello Slam che manca alle due azzurre, vittoriose al Roland Garros e agli US Open nel 2012 e quest'anno agli Australian Open.

Nel tabellone femminile di Wimbledon, conquista la semifinale la tedesca Sabine Lisicki che ha battuto l'estone Kaia Kanepi per 6-3 6-3 in appena 65 minuti di gioco. Per la 23enne tedesca è la seconda semifinale a Wimbledon dopo quella raggiunta nel 2011 quando superò Sevastova, Li, Doi, Cetkovska e Bartoli prima di arrendersi per 6-4 6-3 a Maria Sharapova. Nella semifinale di oggi, Sabine Lisicki, numero 24 del mondo, affronterà la polacca Agnieszka Radwanska che ha battuto per 7-6 4-6 6-2 la cinese Na Li al termine di un match durato 2 ore e 43 minuti. Nella seconda semifinale, invece, si affronteranno Marion Bartoli e Kirtsen Flipkens. La francese ha superato per 6-4 7-5 la statunitense Sloane Stephens mentre la ceca ha avuto la meglio in tre set della ceca Petra Kvitova, regina nel 2011, ma superata oggi per 4-6 6-3 6-4.

Oggi, quarti di finale maschili: sul Centre Court Ferrer-Del Potro e Murray-Verdasco, sul campo n° 1 Djokovic-Berdych e Kubot-Janowicz.

Cassano ad un passo dall'Emilia, Thohir a quanti dall'Inter?

di Luigi Laguaragnella
Domani dovrebbe esserci la firma di Cassano che lo legherà al Parma. Sembra tutto fatto, grazie all'azione del ds gialloblu Leonardi. Dopo appena un anno in nerazzurro il barese è diventata contropartita per Belfodil che l'Inter ha fortemente voluto. Sarà lui il nuovo attaccante della rosa nerazzurra. A Parma l'Inter vorrebbe  dirottare anche Silvestre, il quale tentenna. Per il reparto difensivo gira voce che a Milano potrebbero arrivare Kolarov o Zuniga (voluto anche dalla Juve), il colombiano è sicuramente un pupillo di Mazzarri. Il difensore che, invece sembra desideri fortemente l'Inter è l'austriaco Dragovic del Basilea. La trattativa è in chiusura e per lui sarebbe un "sogno vestire la maglia nerazzurra". Ranocchia è associato alla premier con il Manchester United che lo sta corteggiando. Se interessa ai red devils, perchè non potrebbe rientrare nuovamente nei piani dell'Inter? Occorre segnalare, che Paulinho, a lungo accostato ai nerazzurri ha deciso di accasarsi per il Tottenham. E avendolo ammirato in Confederations Cup si può confermare che si tratta di un acquisto sfumato.
La società milanese in questi giorni sta valutando numerose posizioni per il prossimo futuro. Moratti è in pieno dialogo con l'imprenditore indonesiano Thohir che vorrebbe tutta la proprietà, mentre il presidente nerazzurro vorrebbe cedere solo una parte, cercando anche di trovare dall'asiatico introiti per la costruzione del nuovo stadio.Thohir potrebbe investire per l'Inter circa 300 milioni di euro, ma Moratti non intende lasciare totalmente la Beneamata. 
Intanto l'Inter ha un nuovo importante sponsor: la Deutsche Bank, banca che si trova da anni in Italia e che sponsorizza per la prima volta un club italiano. Sembra la conferma dell'attuale potere economico della Germania.

Stagione 2013-2014: Ecco il pallone ufficiale

di Luigi Laguaragnella
In attesa della composizione delle rose, è stato presentato il nuovo pallone per la serie A 2013-2014. Il suo nome è Radar ed è prodotto, come ormai da molti anni dalla Nike.
Si chiama Incyte ed è dotato del sistema Radar per permettere una migliore visibilità delle traiettorie,  grazie  alle figure geometriche a gamma di colori.
Inoltre è strutturato in cinque strati che garantiscono un tocco più preciso.
Sarà inaugurato per la prima uscita ufficiale della stagione: la Supercoppa Italiana il 18 agosto che vede i campioni d'Italia della Juve contro la Lazio.

Milan, ecco il primo colpo: El Shaarawy resta, ora però va puntellato l'organico

di Luca Losito. Nel cuore dei tifosi rossoneri sanguina ancora il brutale squarcio aperto dalla dirigenza con la doppia cessione al Psg di Ibra e Thiago Silva un estate fa, proprio per questo, tutti si aspettavano di assistere ad un film già visto. El Shaarawy, il giocatore potenzialmente più appetibile per tutti i ricchi club d'Europa, non è incedibile. Ma come? Sbugiardare una politica societaria, quella dei giovani, dopo soli 12 mesi, cedendo al fascino maledetto della moneta sonante. Sicuro, andrà via. L'abbiamo pensato un po' tutti, diciamoci la verità. Oggi, però, è arrivato finalmente l'atteso incontro tra Galliani ed El Shaarawy e l'esito è stato sorprendentemente positivo: "Niente mercato, niente voci, niente accostamenti", scrive il Milan sul proprio sito. E ancora: "Si è svolto l'incontro fra Adriano Galliani, Stephan El Shaarawy e l'entourage del nostro giovane campione - recita la nota dei rossoneri -. E' andato tutto bene. Stephan, da sempre tifoso del Milan, ha ribadito la sua ferma volontà di continuare a giocare in maglia rossonera. Proposito ricambiato da parte del Milan, con convinzione e fiducia. Milan ed El Shaarawy avanti insieme, come dal Giugno del 2011. Niente mercato, niente voci, niente accostamenti. Il Milan, i colori rossoneri e il Faraone rossonero avanti insieme". Un acquisto, o quasi, dal quale bisogna ripartire e ridisegnare un organico più competitivo di quello attuale: Boateng, Robinho, Flamini, giocatori non proprio centrici nel progetto rossonero targato Allegri, andrebbero sistemati altrove per poi trovare sostituti ancor più validi. Poli, ad esempio, pare un'ottima pedina per rinforzare la mediana rossonera e tutto lascia pensare che l'affare andrà in porto. Honda, invece, sarebbe principalmente un'operazione mediatica, che potrebbe comunque dare un buon contributo dal punto di vista tecnico all'attacco milanista. Dulcis in fundus, c'è la difesa: autentico cruccio dell'ultima stagione, risistemata da Allegri nel girone di ritorno col discreto tandem Zapata-Mexes. In ogni caso, acquistare qualche pedina per rinforzare la retroguardia non sarebbe affatto male. Puntellando l'organico in tutti i reparti, in maniera saggia, si potrebbe davvero tornare a lottare per lo Scudetto, al Diavolo le individualità non mancano: Montolivo, De Sciglio, El Shaarawy, Abate e Balotelli, eroi con la maglia azzurra in Confederations Cup, tutti con richieste di mercato più o meno esorbitanti in giro per l'Europa, sono una solida base sulla quale edificare un futuro a forti tinte rossonere per il calcio italiano. L'importante è non cederli, quanto meno.

F1: Fia autorizzerà test Pirelli con vetture 2013

di Piero Ladisa - Dopo lo spettacolo indecoroso visto domenica scorsa nel GP di Silverstone, dove si è assistito allo scoppio di cinque pneumatici, la FIA è subito corsa ai ripari per risolvere in tempi rapidi questo importantissimo caso gomme. Quando si parla di sicurezza non è possibile tergiversare.

Al termine della gara inglese, Bernie Ecclestone e Jean Todt hanno discusso per trovare una soluzione. I due sarebbero giunti all’accordo di lasciare libera la Pirelli di provare per alcuni giorni, senza limite di chilometraggio.

Lo stesso Ecclestone ha dichiarato che: “Pirelli si è lamentata quando le gomme soffrivano di delaminazione, che non ha nulla a che fare con il problema verificatosi a Silverstone. Loro sono pronti a risolvere la cosa, ma non hanno possibilità di fare test a causa di queste stupide restrizioni che abbiamo. Però ho parlato con Jean Todt che mi ha confermato che li lasceranno testare”.

Il test dovrebbe coinvolgere tutti i team, che utilizzerebbero le monoposto della stagione in corso.

La decisione ufficiale verrà presa domani, quando al Nürburgring si riunirà lo Sporting Working Committee.

Calcio: Juve, ecco Llorente! Lo spagnolo indosserà la maglia numero 14

di Piero Ladisa - “Ho scelto la Juventus perché è un grandissimo club. Un sogno giocare qui. E’ la squadra che mi ha voluto di più”. Queste le prime parole rilasciate da Fernando Llorente ai giornalisti, durante la presentazione avvenuta allo J-Stadium. Lo spagnolo, arrivato pochi giorni dopo Tevez, è in realtà il primo rinforzo della nuova stagione preso a parametro zero dalla società bianconera e bloccato già in inverno. Per lui contratto quadriennale e maglia numero 14.

Il matrimonio tra Madama e il bomber di Pamplona doveva essere già celebrato durante la sessione estiva di calcio-mercato dello scorso anno. La trattativa naufragò per via dell’ostracismo di Urrutia. Il presidente dell’Athletic per cedere il suo gioiello voleva il pagamento dell’intera clausola rescissoria, che ammontava a 37 milioni di euro. Uno sproposito per un giocatore in scadenza nel giugno 2013 e non disposto a rinnovare.

L’ultimo anno di Llorente a Bilbao è stato difficile, vissuto da separato in casa. Poche apparizioni in campo e tanta tribuna. La società bianco-rossa aveva oramai capito che il suo bomber sarebbe approdato in bianconero gratis. Indispettita ha optato per una soluzione che alla lunga non ha giovato a nessuno, se non alla Juventus che si ritrova con un ottimo elemento in rosa.

L’arrivo del “Re Leone”, sbarcato a Torino lunedì all’ora di pranzo, nel campionato italiano non è stato caldeggiato dai media come e’ avvenuto per l’Apache. Ad accoglierlo molti tifosi, che hanno intonato cori nei suoi confronti.

L’ex Athletic non è certo l’ultimo arrivato e vanta un curriculum di tutto rispetto. E’ dotato di un gran colpo di testa e di piedi raffinati. Classico giocatore d’area di rigore che serviva alla Vecchia Signora.

Con la squadra basca ha messo a segno 85 gol in 262 presenze. In nazionale vanta 7 gol in 21 presenze.

Non ha conquistato tantissimi trofei nella sua carriera, pochi ma buoni. Tutti ottenuti con la Roja: terzo posto nella Confederations Cup 2009, Campione del Mondo e d’Europa rispettivamente nel 2010 e 2012.

A livello individuale ha vinto il premio Zarra nel 2012, assegnato annualmente dal quotidiano sportivo Marca al giocatore spagnolo che sigla più reti nella Liga. L’attaccante classe 1985 fece suo quel trofeo, alla pari con Roberto Soldado, realizzando 17 centri.

Con i “Rojiblancos”, sempre nel 2012, ha sfiorato la vittoria in Europa League. Nella finale tutta iberica di Bucarest, la squadra basca dovette arrendersi alle prodezze di un super Falcao, autore di una doppietta. Il 3-0, con gol nel finale dell’ex juventino Diego, fu una punizione eccessiva per gli uomini di Bielsa che disputarono un ottimo torneo.

Oramai quella finale è solo un lontano ricordo. Adesso Llorente dovrà scrivere nuove pagine della sua vita calcistica preferibilmente vincenti, come auspicano i tifosi bianconeri e la società di Corso Galileo Ferraris.

Wimbledon, niente impresa per gli atleti azzurri: anche Serena Williams eliminata

di Stella Dibenedetto - Nessuna impresa per gli atleti italiani impegnati al Torneo di Wimbledon. Nessun Azzurro, infatti, accede ai quarti di finale. Dopo le tre ragazze, anche Andreas Seppi si è dovuto arrendere alla superiorità di Del Potro. La giornata sui prati di Wimbledon era iniziata male con l’eliminazione di Flavia Pennetta per mano della belga Kirsten Flipkens, e proseguita con Roberta Vinci battuta dalla Li Na.

Niente impresa anche per Karin Knapp, battuta dalla francese Marion Bartoli numero 15 del tabellone. Andrea Seppi che nei precedenti tre incontri con Del Potro non aveva mai vinto, non è riuscito ad imporsi neanche questa volta. L’argentino si è imposto in tutti e tre i set vincendo per 6-4 7-6 6-3. L’argentino, nonostante un problema al ginocchio per il quale sembrava non essere in grado di proseguire il torneo, ha imposto sin dall’inizio il suo gioco con Seppi che non è riuscito ad arginarlo. Ai quarti di finale, Del Potro affronterà David Ferrer.

Anche in campo femminile è stata una giornata amara per i colori azzurri. L’unica che avrebbe potuto tentare l’impresa è stata Flavia Pennetta che contro la belga Kirsten Flipkens ha avuto per due volte la possibilità di servire per vincere il parziale. La brindisina, però, non è riuscita ad imporsi lasciando la vittoria alla belga. Escono a testa bassa anche Roberta Vinci e Karin Knapp: se quest'ultima era già stata brava ad arrivare agli ottavi, ci si aspettava decisamente di più dalla tarantina che si arrende alla cinese Li Na in meno di un’ora di gioco.

Dopo l’eliminazione della Sharapova e Azarenka viene eliminata anche la campionessa in carica Serena Williams sconfitta dalla tedesca Sabine Lisicki in tre set: 6-2 1-6 6-4. Il quadro dei quarti di finale è ora completo: l'estone Kanepi affronterà la Lisicki. Radwanska se la vedrà con la cinese i Na. Nell'altra metà, invece, si qualicano Sloane Stephens ai danni della portoricana Puig e Marion Bartoli che ha sconfitto Karin Knapp. L'ultimo quarto vedrà opposte la vincitrice dell'edizione 2011 Petra Kvitova e la belga Kirsten Flipkens.

In campo maschile, si qualifica ai quarti di finale David Ferrer che affronterà l’argentino Juan Martin Del Potro giustiziere di Andreas Seppi. Bene anche i polacchi Janowicz e Kubot. I due tennisti daranno vita a un inedito derby polacco nei quarti. Avanza anche Novak Djokovic, n.1 al mondo e del torneo che affronterà il ceco Tomas Berdych.

Tour de France 1998, revoca in vista per il "Pirata" Marco Pantani

di Nicola Zuccaro - La notizia ha incominciato a prender piede durante la scorsa settimana ma, nelle ultime ore, ha assunto per metà il crisma dell'ufficiosità in vista di prossime conferme. Al compianto Marco Pantani potrebbe essere revocato il Tour de France vinto nel 1998. Se l'Uci ( Unione Ciclistica Internazionale) dovesse accertare mediante gli organi competenti che all'epoca dei fatti il corridore romagnolo fosse risultato dopato, potrà procedere a questa revoca.

Perchè si interviene adesso e non quando il Pirata era ancora in vita sino al 14 Febbraio 2004, data del suo tragico decesso? E' giunto il momento per i vertici del ciclismo sia italiano che internazionale di combattere lealmente questa atavica piaga di cui a tutt'oggi è vittima. Senza caccia alle streghe ma con equilibrio e obbiettività e senza faziosità.

La persistenza di essa condurrebbe ad annullare anche la denominazione di una Cima Montuosa a lui riservata. Per Pantani, è proprio il caso di scrivere, non c'è pace neanche da morto!

Confederations Cup, il Brasile travolge la Spagna per 3-0: sua la vittoria finale

di Stella Dibenedetto - Allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, la festa finale è stata tutta verdeoro. Il Brasile ha travolto e umiliato i campioni del mondo e d’Europa in carica della Spagna per 3-0 grazie alle reti di Fred, autore di una doppietta, e di Neymar. Il Brasile vince così la sua quinta Confederations Cup. Determinati, combattivi e grintosi come non mai, gli uomini di Scolari hanno subito messo le cose in chiaro passando in vantaggio dopo appena due minuti grazie al solito Fred. Al 44' è Neymar a trovare il 2-0. Al 2' della ripresa, infine, ancora Fred fa 3-0 e chiude i conti. La Spagna prova a reagire ma deve arrendersi allo strapotere dei brasiliani chiudendo anche in 10 per l'espulsione di Piqué dopo aver fallito un rigore con S. Ramos al 54'. E pensare che solo quattro giorni fa, contro la nostra Nazionale, avrebbero potuto tirare diecimila rigori e sarebbero entrati tutti. Ieri sera, però, la storia è andata diversamente. La Spagna non è riuscita ad impensierire la difesa brasiliana neanche una volta. Quella difesa, che unita al talento dei centrocampisti e degli attaccanti, rende la formazione verdeoro una della candidate a vincere il titolo mondiale il prossimo anno. Una brutta sconfitta per le Furie Rosse che, oggi, devono interrogarsi sul da farsi. E allora, la domanda sorge spontanea: ad un anno dal Mondiale è la fine di un ciclo? Forse sì perchè quella vista ieri sera non era la Spagna che ha incantato il mondo con il suo meraviglioso tiki-taka. In uno stadio pieno di gente, pronta ad applaudire il successo della sua Selecao che per il popolo brasiliano è un credo, le Furie Rosse non si sono mai rese pericolose. C’è l’alibi del gran caldo e dell’umidità ma questa Spagna ha perso smalto, lucidità, l’effetto sorpresa e forse, anche, la voglia di vincere. Quella voglia che, invece, il Brasile ha avuto sin dal momento degli Inni Nazionali perché era troppo tempo che il popolo brasiliano non festeggiava un trofeo. Forse la Spagna riuscirà a riprendersi da questo brutto colpo inserendo giovani talenti che all’Europeo under 21 hanno dimostrato di poter prendere il posto dei big. Il Brasile, però, con le sue armi migliori che sono passaggi precisi e dribbling, colpi di tacco e verticalizzazioni, ha dimostrato al mondo che la Selecao è pronta a riscrivere la storia del calcio perché il Brasile, al contrario della Spagna ha tanti giovani talenti che sono già campioni. E allora che la festa verdeoro abbia inizio.

Confederation Cup: terzo posto all'Italia dopo i calci di rigore. Buffon ne para tre

Andrea Stano. La finale 3/4 posto di questa nona edizione della Confederation Cup è stata vinta dall'Italia dopo una lunghissima partita decisa dalla lotteria dei calci di rigore. Decisivo Buffon che ne para addirittura tre (per la verità calciati malissimo) esorcizzando la fama di portiere non-pararigori.
Confermate le sensazioni della vigilia per quanto riguarda la formazione dell'Uruguay con Gargano che prende il posto del Tata Gonzalez.
Prandelli ripropone invece la difesa a quattro richiamando trai titolari De Sciglio e offrendo una chance per il cagliaritano Astori al fianco di Chiellini, dunque, recuperato. In attacco per la prima volta titolare il faraone El Shaarawy alla ricerca del riscatto nonostante una posizione a lui poco congeniale, quella di seconda punta. Accanto al milanista gioca Gilardino con Diamanti nel ruolo di trequartista.
Al nono minuto prima occasione per gli Azzurri. Cross teso e tagliato di Diamanti da calcio piazzato, tutto solo arriva Chiellini ma la sua spizzata di testa esce non molto distante dal secondo palo.
Al quindicesimo gran palla di De Sciglio, imbeccato da un sublime De Rossi, per Antonio Candreva, bravissimo nell'inserimento ma poco deciso nella conclusione a rete. Muslera blocca con facilità.
L'Italia gioca un gran calcio e passa in vantaggio al 24'. Da posizione a dir poco defilata, Diamanti sfrutta un calcio di punizione calciando direttamente in porta cogliendo impreparato il portiere Muslera. La palla sbatte sulla traversa per poi carambolare sulla schiena dell'ex laziale e finire tra le grinfie di Astori che a porta sguarnita realizza il tap-in vincente. Gol meritatissimo per gli Azzurri.
Al 33esimo si sente finalmente El Shaarawy dopo aver sonnecchiato per gran parte del primo tempo. Eccellente sponda di Gilardino e botta volante dalla distanza del faraone. Muslera devia in angolo. Si avverte in campo la delicata situazione dell'attaccante del Milan, psicologicamente frustrato e insicuro in questo particolare periodo della sua carriera.
Sul finire dei primi 45 minuti di gioco l'Uruguay esce la testa dal guscio sfiorando il pari in un paio di occasioni ma tutto sommato Buffon non viene impensierito esageratamente. Poco incisivo per adesso Edinson Cavani. Trai più brillanti il solito Luis Suarez. Bella partita e primo tempo sull'1 a 0 per l'Italia.
La ripresa ha il vento a favore per l'Uruguay. Al minuto 58 pasticciano Astori e De Rossi a centrocampo e in ripartenza Gargano ne approfitta: cavalcata e assist intelligente che premia l'inserimento di Cavani in aria di rigore. L'attaccante del Napoli d'interno destro e di prima intenzione trafigge Gianluigi Buffon. L'Italia va in tilt e l'Uruguay ne risulta visibilmente avvantaggiato. Sudamericani fisicamente avanti rispetto agli Azzurri sfiancati dall'impegno con la Spagna in semifinale. I nostri uomini sono poco attenti e altrettanto determinati.
Uruguay vicino al raddoppio al 68esimo. Ancora una palla persa in mezzo al campo che innesca il contropiede della Celeste. Buffon si supera con un doppio intervento su Forlan.
Ma proprio nel momento di massima difficoltà, l'Italia ritrova il vantaggio. Fiammata di El Shaarawy che si procura un fallo dal limite.La punizione di Diamanti è un cioccolatino. Italia sopra 2 a 1.
Passano appena 4 minuti e un'altra punizione stupisce gli spettatori. Questa volta è Cavani l'autore della prodezza balistica. Buffon non è impeccabile ma il gesto tecnico del matador, doppietta per lui, è comunque da applausi a scena aperta. 2 a 2 e tempi supplementari, per la seconda volta consecutiva per la selezione di Prandelli. Negli extra-time nulla da rilevare eccezion fatta per l'espulsione di Montolivo che rimedia con un fallo all'errore di Aquilani, mai entrato in partita. Il centrocampista rossonero si becca il secondo giallo e lascia i compagni in inferiorità numerica per gli ultimi dieci minuti della gara. Si va ai calci di rigore.
Buffon para su Forlan e segna Aquilani; segna Cavani e risponde El Shaarawy; Non sbaglia Suarez, lo fa De Sciglio (ma che personalità); secondo errore per la Celeste con Caceres che ciabatta il pallone, para Buffon, noi segniamo con Giaccherini; l'interista Gargano fallisce l'appuntamento finale, ancora eccellente il portiere della Juventus.
Finisce qui la Confederation Cup per la nazionale azzurra. Un meritatissimo terzo posto che avrebbe potuto essere qualcosina di più se la buona sorte in semifinale con la Spagna fosse stata a nostro favore.

F1: Rosberg vince un 'pazzo' Gp, gomme Pirelli sotto accusa

di Piero Ladisa - La corsa di Silverstone ha riservato un’altalena unica di emozioni e colpi di scena.

Sotto accusa finisce la Pirelli e i suoi pneumatici. Nella domenica del battesimo delle gomme con il nuovo collante anti-delaminazione, si è assistito all’esplosione di quattro pneumatici posteriori sinistri sulle monoposto di Lewis Hamilton, Felipe Massa, Jean-Eric Vergne e Sergio Perez. Lo stesso problema si è verificato sulla macchina di Esteban Gutierrez, ma all’anteriore sinistra.

Una situazione non certo idilliaca per la casa di pneumatici milanese che dovrà affrontare l’argomento sicurezza insieme ai team e alla FIA.

Questo “pazzo” GP è stato vinto da Nico Rosberg. Per il tedesco della Mercedes si tratta della seconda vittoria stagionale, la terza in carriera. Il team di Stoccarda sembra aver risolto i problemi di usura gomme.

Completano il podio Mark Webber e Fernando Alonso. L’australiano partito molto male, quindicesimo dopo le prime curve, è giunto sotto la bandiera scacchi a soli 7 decimi dal leader, compiendo un’ottima rimonta. Gara sfortuna per l’altro pilota del team di Milton Keynes. Sebastian Vettel ha alzato bandiera bianca al 42˚ giro, quando era in testa. Il talento classe 1987 è stato tradito dal cambio della RB9.

Ancora una volta impeccabile la prova del ferrarista. Lo spagnolo è riuscito ad ottenere un terzo posto, impensabile dopo le qualifiche. In terra inglese la F138 ha deluso, serve un’inversione di rotta immediata.

Hamilton e Massa, nonostante i problemi alla posteriore sinistra, sono riusciti nell’impresa di ottenere punti importanti. L’anglo-caraibico è giunto quarto e il brasiliano sesto.

Tra i due si è inserito Kimi Raikkonen. Il finlandese ha perso il podio per un errore di strategia. La Lotus, durante il secondo ingresso della Safety Car, ha lasciato in pista il suo scudiero al contrario delle altre scuderie che hanno richiamato immediatamente ai box i loro piloti. Ripresa la gara, il campione del mondo 2007 è stato superato agevolmente dai colleghi che lo seguivano.

Ottima la prestazione della Force India. Il team indiano centra la zona punti con entrambe le vetture. Adrian Sutil ha tagliato il traguardo in settima posizione e Paul Di Resta in ottava. Tra i due la Toro Rosso di Daniel Ricciardo.

A chiudere la Top Ten la Sauber di Nico Hulkenberg.

Ennesimo GP da dimenticare per la McLaren. Jenson Button ha chiuso tredicesimo, peggio di lui Sergio Perez. Il messicano ha dovuto ritirarsi, nel corso del 47˚ giro, dopo l’esplosione della posteriore sinistra.

Grazie allo zero ottenuto da Vettel il mondiale piloti si è riaperto, con grande gioia dei suoi inseguitori, Alonso in primis. Adesso per lo spagnolo i punti di svantaggio dalla vetta sono “solo” 21. Al terzo posto c’e’ Raikkonen. “Iceman” dovrà incominciare a guardarsi le spalle: il duo Hamilton-Webber è lontano solo 13 lunghezze. A quota 82 Rosberg. La classifica costruttori sorride ancora alla Red Bull. La scuderia anglo-austriaca vede tutti dall’alto in basso con i suoi 219 punti. In seconda posizione c’e’ la Mercedes. Terza la Ferrari.

Il prossimo GP è in programma sul circuito del Nürburgring domenica prossima.


CLASSIFICHE MONDIALI DOPO IL GP DI GRAN BRETAGNA:



PILOTI                        COSTRUTTORI          

1.  Vettel        132        1.  Red Bull-Renault          219

 2.  Alonso        111        2.  Mercedes                  169

3.  Raikkonen     100        3.  Ferrari                   168

4.  Hamilton       87        4.  Lotus-Renault             126

5.  Webber         87        5.  Force India-Mercedes       59

6.  Rosberg        82        6.  McLaren-Mercedes           37

 7.  Massa          57        7.  Toro Rosso-Ferrari         24

8.  Di Resta       36        8.  Sauber-Ferrari              6

9.  Grosjean       26    

10.  Button         25    

11.  Sutil          23    

12.  Vergne         13    

13.  Perez          12    

14.  Ricciardo      11    

15.  Hulkenberg      6

MotoGp, Assen: il grande ritorno di Valentino Rossi

di Stella Dibenedetto - Valentino Rossi, dopo due anni e mezzo di digiuno e di sconfitte, torna a vincere con un vero capolavoro. Il Valentino Nazionale non solo precede Marquez e Crutchlow ma aiuta anche il compagno Jorge Lorenzo, in pista a meno di 36 ore dall’operazione per la frattura della clavicola che conquista così 11 punti e ne perde solo 2 da Pedrosa (4°) nel mondiale. Da 993 giorni, Valentino Rossi non assaporava il dolce gusto della vittoria: 44 gare senza trionfi dal lontano 10 ottobre 2010, in occasione del suo ultimo urrà, in Malesia. Eroe anche Jorge Lorenzo che conquista il 5° posto al termine di una vera e propria impresa: caduto nelle libere del giovedì mattina, operato nella notte successiva a Barcellona tornato ad Assen il venerdì pomeriggio e risalito in sella per il warm up del sabato mattina a sole 30 ore dalla fine dell'intervento. “Sono un po' incredulo, sono abbastanza contento, non dico che non ci credo, ma dopo così tanto tempo è una soddisfazione incredibile - ha detto Valentino Rossi dopo la vittoria di Assen -. Ringrazio tutti, la squadra e chi mi è stato vicino. Ora riesco a guidare meglio la moto, mi trovo con la frenata, se voglio passare qualcuno ce la faccio e riesco a essere più costante". L'emozione è tanta: "Ho vinto una gara vera, senza colpi di fortuna, essere tornati a vincere è una cosa che ancora non ho realizzato. Prima del via mi sono detto che dovevamo partire per provare a vincere. Pedrosa era attaccato, ma sapevo che se martellavo potevo staccarlo e nel finale ho spinto davvero tanto". Dopo tanto tempo, tanti dubbi non ci sono più: “Ne ho avuti, sì, anche su me stesso, ma non ho mai mollato, sono stati anni difficili, ho lottato, ma da quando la Yamaha mi ha dato un'altra possibilità sapevo che dovevo farmi trovare pronto. Adesso spero di poter stare a questo livello sempre: qualche volta andrà bene, altre meno, ma l'importante è stare lì perché la velocità ce l'ho sempre. Molto dipende da un discorso tecnico : quando c'è il potenziale, io sento di poter vincere e mentalmente mi sento pronto".

Wimbledon si tinge d’azzurro: Seppi e Vinci agli ottavi

di Stella Dibenedetto - L’Italia del tennis diventa sempre più grande e tinge d’azzurro il torneo di Wimbledon. Dopo tredici anni, Andreas Seppi conquista gli ottavi di finale di Wimbledon dopo aver battuto in cinque set il giapponese Kei Nishikori, testa di serie numero 12, con il punteggio di 3-6 6-2 6-7 (4) 6-1 6-4 in tre ore e quattro minuti di gioco. L’ultimo italiano a raggiungere gli ottavi di finale di Wimbledon era stato Gianluca Pozzi nel 2000. Dopo una brutta partenza, Andreas Seppi è riuscito a recuperare il match e a conquistare uno storico traguardo. Negli ottavi Seppi affronterà l'argentino Juan Martin Del Potro. Il numero 8 del tabellone ha battuto lo sloveno Grega Zemlija 7-5 7-6(2) 6-0. Tre i precedenti, tutti favorevoli all'argentino. L’Italia del tennis sorride anche nel tabellone femminile dove Roberta Vinci conquista gli ottavi di finale e raggiunge Flavia Pennetta e Karin Knapp. Eguagliato così il primato di un anno fa, quando oltre alla stessa Vinci, erano approdate alla seconda settimana dello Slam londinese Sara Errani e Camila Giorgi. Roberta Vinci è stata assolutamente perfetta contro la slovacca Dominika Cibulkova vincendo per 6-1 6-4. Un successo storico per Roberta Vinci che grazie a questo risultato entrerà tra le prime dieci del mondo. Negli ottavi di finale, la Vinci affronterà la cinese Na Li, testa di serie numero 6, e la ceca Klara Zakopalova, numero 32 del tabellone.